Spica, recensione del brunch del ristorante di Ritu Dalmia e Viviana Varese
Spica è un ristorante che racconta un viaggio culturale dall’India a Milano in un grande spazio moderno e colorato che realizza un perfetto connubio tra influenze asiatiche e design meneghino.
Il ristorante è il risultato delle esperienze di viaggio degli chef Ritu Dalmia (titolare del ristorante indiano Cittamani) e Viviana Varese (titolare del ristorante stella michelin Viva). Insieme hanno realizzato una proposta gastronomica che racconta la cucina di tutto il mondo, in formato ordinario o in tapas.
È un locale giovane (aperto nel 2019) all’interno di un ampio e coloratissimo spazio industriale di 280 metri quadrati progettato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners.
E non poteva che essere collocato nella multietnica zona di Porta Venezia.
L’ambiente trasmette un’atmosfera conviviale, complici i colori, le luci e l’ampio spazio. Ma al contempo è elegante e attento ai dettagli.
All’ingresso un imponente bancone è il cocktail bar che offre la possibilità di intrattenersi anche solo per un buon drink con annesso piattino, creato da Mattia Bescapè, già bartender di Cittamani.
La formula piattini stile tapas e cocktail è sempre più vincente.
Il servizio è gentile, disponibile, non formale, ma attento a spiegare i piatti e la loro provenienza.
Noi abbiamo deciso di inaugurare il nostro primo e attesissimo pranzo in zona gialla con il brunch. Viene proposto il sabato e la domenica dalle 12 alle 16, al prezzo di 25 € a persona incluso acqua, caffè e una dolce coccola finale.
Per il momento Spica è aperto solo sabato e domenica per il brunch in attesa di ritornare a regime ordinario di apertura infrasettimanale.
La proposta è strutturata su una serie di assaggi fissi (su richiesta ci sono anche le opzioni vegane) che precedono il piatto principale a scelta.
È possibile spaziare tra diverse proposte.
Il brunch di Spica
Bao al vapore con ripieno di melanzana croccante e salsa malesiana, una bella alternativa al bao tradizionale, con interno spiccatamente occidentale (la melenzana impanata e fritta), e contorno (l’unicità della manifattura del bao) fusion.
Dim sum con pasta di cristallo ripieni di maiale, e barbabietole. Decisamente il piatto più sofisticato – e purtroppo il più ridotto nelle dimensioni – davvero buonissimo
Avocado toast, un intermezzo piacevole, insieme alle Pyaz pakoras – Frittelle di verdure indiane. Queste frittelle mi hanno incuriosita. Il pakora è uno spuntino indiano di strada croccante a base di verdure che vengono immerse in una pastella di farina di ceci e poi fritte e servite con delle salse. La parola pakora deriva dalla parola sanscrita pakvavata, un composto di parole tra la radice “pakva” che significa cotto e “vata” che significa cotto in grumi. Ottimo piatto anche da provare a cucinare in casa.
Gli assaggi si concludono con una Thai tomato salad, insalata di pomodori non comune, che guarda ai sapori orientali per l’utilizzo generoso delle spezie.
La portata principale
Si prosegue con una portata principale a scelta tra:
- Hamburger – pane, insalata, maionese, bacon, avocado, hamburger di manzo, formaggio su richiesta
- Khao Soi – zuppa di cocco speziata con udon e verdure
- Costolette di maiale con salsa di tamarindo (già terminate!).
Abbiamo scelto una pancia di maiale, cotta alla perfezione, morbidissima e saporita, come solo la cucina fusion sa realizzare.
Le porzioni sono abbastanza generose.
Si conclude la piacevole esperienza con una piccola coccola dolce, inclusa nel brunch. Nel nostro caso era una sorta di risolatte ai frutti rossi.
Apprezzato anche il finale.
Spica è una bella scoperta per un brunch cosmopolita e variopinto a Milano, che consente di viaggiare (cosa ancora proibita a causa della pandemia) rimanendo seduti a tavola, a prezzi onesti.
Spica. Via Melzo, 9. Milano. Tel. +390284572974