È morto Stefano Bonilli, fondatore di Gambero Rosso e Papero Giallo
È morto Stefano Bonilli e ne provo una sensazione di grande sgomento.
Non lo conoscevo benissimo come i tanti che hanno lavorato con lui per anni. Ho solo seguito sin dall’inizio la sua attività giornalistica nel mondo del food. Prima con l’inserto del Manifesto “che molti compravano per leggere l’inserto del Gambero Rosso e buttavano via il giornale (ma c’erano anche molti che buttavano l’inserto)” e poi il giornale “patinato”.
Ecco, non ero un seguace delle guide, quelle che avevano dato forse più lustro alla casa editrice, ma mi piacevano i reportage e i profili degli chef che si alternavano sulle copertine a temi basic. Ferran Adrià e il pollo con le patate. O sua maestà il maiale.
Questo blog deve molto a Stefano Bonilli che ne è stato (inconsapevole) mentore. Prima con le immagini al tempo remoto della carta stampata quando Scatti di Gusto ha significato sperimentazione fotografica: fusione tra tecnica fotografica di architettura e soggetti dal mondo del cibo.
Poi con l’apertura del sito, 10 anni dopo. Con Stefano Bonilli sono andato a Festa a Vico. E lui ha tenuto a battesimo i miei primi scritti di cibo sul Papero Giallo che è stato punto di riferimento. Con lui si è materializzata l’idea della “strana coppia” che era un format di racconto che mi rimbalzava nella testa. E con esso tutte le declinazioni della critica/racconto, dal valore delle immagini a quello dell’anonimato, dalle valutazioni soggettive ai parametri oggettivi.
E soprattutto il confronto. Stefano Bonilli io l’ho conosciuto di persona quando era già un poco incazzato per le note questioni che lo avevano portato all’uscita dal Gambero Rosso che aveva fondato. Una punta di amaro che ogni tanto usciva e che qualche suo amico diceva non gli era mai appartenuta.
Se riguardo questi 5 anni di conoscenza, devo ammettere che sono stati più i motivi di contrasto che quelli di intesa.
Anche l’ultimo incontro ha avuto un eguale epilogo, ma il piacere di confrontarsi con il punto di vista del fondatore di un’idea di raccontare il cibo sul web è sempre rimasto immutato.
Aveva organizzato un incontro con giornalisti, addetti ai lavori, blogger, appassionati in una sorta di Stati Generali della nuova editoria enogastronomica per guardare a un futuro un po’ meno rissoso e maggiormente propositivo.
E stava scrivendo un grande racconto della Cucina Italiana in cui sarebbe stato insuperabile. Come al solito.
Ora resta solo questa sensazione di vuoto e la speranza personale di aver compreso altre cose buone pur nella incomprensione di fondo.
Nel flashback fotografico che mi ha accompagnato in queste ore, ho scelto il ritratto che vedete in apertura. Penso non abbia mai smesso di ragionare sul cibo e sul piacere che da esso ne deriva. Ma sempre in maniera normale come una pennichella dopo un pranzo piacevole può testimoniare meglio di tante parole.
È probabile che i tanti che hanno lavorato con Stefano Bonilli ne raccoglieranno il testimone per proseguire il suo lavoro e continuare in questa opera di confronto che aiuta a crescere giorno dopo giorno. E a sperare che il sogno di migliorare non si interrompa.
[Immagini: Vincenzo Pagano, Francesco Arena]