Tiziana ha vinto Masterchef e io la studio per vincere l’edizione 3
La scena finale di Masterchef non ci ha colti più di tanto di sorpresa. Tiziana tra i coriandoli e non per i coriandoli. Molti indizi la davano per vincente. Proviamo a ripercorrere. Se la prima edizione del programma di Magnolia era all’insegna del vediamo che succede poco per volta (tradotto, il budget è all’osso), questa seconda stagione ha mostrato i muscoli con gli sponsor, la ricca dotazione di pentole e materie prime (che hanno richiesto l’intelligente sostegno del Banco Alimentare), la “chiusura” sul canale a pagamento Sky Uno HD, l’esplosione degli ascolti, praticamente raddoppiati tra la prima puntata e la finale, e il traffico via web di attività social con le piogge di like su Facebook, il diluvio di tweet con la creazione motu proprio dell’hashtag #masterchefit, l’incavolatura per la questione dell’olio che ha generato una dura reprimenda 2.0 nemmeno se stessimo parlando delle elezioni italiane e l’avvicinamento a scandali politici con l’ennesimo hashtag #oilgate e l’ancor più minaccioso #ionondimentico indirizzati proprio alla vincitrice, l’avvocato romano Tiziana Stefanelli. Senza dimenticare la definitiva consacrazione del programma grazie alla parodia di Maurizio Crozza che dal suo programma Il Paese delle Meraviglie ha rilanciato un Joe Bastianich piuttosto cattivo, un BastardChef, per l’appunto.
Quello che si chiama(va) un fenomeno di costume sociale pronto a modificare tendenze e a indicare strade di discussione (al bar internet), tic e manie. Non che la spettacolarizzazione della cucina in Tv sia appannaggio di MasterChef, ma la sua socializzazione sì. Non avrà creato i capannelli di persone che fisicamente si riunivano davanti allo schermo per vedere Indietro Tutta di Renzo Arbore, ma ha dato le mosse per creare la piazza mediatica dei liveblog che ha accentrato l’attenzione sul programma: la diretta della finale ha registrato 2.000 accessi su Scatti di Gusto e 10.000 accessi in 12 ore su dissapore che, grazie alla verve di Sara Porro, ha fatto da apripista al genere te la racconto io la gara (quest’anno la stessa Sky ha previsto il liveblog). Della gran massa di dati in movimento, prendo un tweet demolitorio che però riassume il dato mediatico di MasterChef.
ora abbiamo i vincitori di #Sanremo e #masterchefit , mancano solo Premier e Papa per finire la squadra da mandare ai Giochi senza Frontiere
— Claudio Coccoluto (@coccodj) 22 febbraio 2013
E arriviamo alla “premonizione” e all’individuazione di qualche elemento utile ai prossimi sfidanti che hanno messo in calendario la data del 26 febbraio, giorno di apertura delle iscrizioni a MasterChef 3 (in sigla MC3 che farà più addentro alle questioni).
- Il primo segnale di una possibile vittoria di Tiziana era arrivato da Imma Gargiulo. La rossa finalista della prima edizione (curatrice del liveblog), sicura aveva puntato il dito sulla foto che apriva il sito ufficiale: chi c’è al centro della foto e sarebbe rimasta “illuminata” mentre tutti gli altri si spegnevano? Tiziana, appunto. Quindi, primo avvertimento, fatevi fotografare al centro.
- Anzi fatevi fotografare spesso, molto, con acconciature, mise e pose che mettano in evidenza il vostro carattere. Il ton sur ton con elementi istituzionali è consigliatissimo. La spontaneità anche, ma misurata. Sarete chiusi per la registrazione del programma molto tempo: portatevi un paio di bauli per l’abbigliamento. Sarete attori, prima che cuochi.
- Determinazione. Massima. Carlo Cracco dice chef. Tiziana Stefanelli risponde avvocato. Guardatevi allo specchio e ripetete per convincere chi vi guarda. Saltate precario, disoccupato, in cerca di fortuna. Se proprio nulla vi convince, agitatore di idee è la professione che fa per voi.
- Furbizia. Nel paese dei furbetti del quartierino, l’oilgate che ha visto Tiziana aggiungere un filo d’olio fuori tempo massimo e passare al turno successivo è stata interpretata come una tremenda scorrettezza. Diciamo che ha agito in maniera spregiudicata e al limite delle possibilità delle norme (altrimenti l’avrebbero squalificata). Gesto palese o gesto nascosto? Forse è stato valutato l’istinto di sopravvivenza. Alla prossima serie meglio restare ampiamente dentro i tempi.
- Arroganza. Deve fare parte del personaggio, non della persona. Quanti conoscono davvero Tiziana Stefanelli che potrebbe essere una piacevolissima compagna di amabili conversazioni? Quanti ritengono che Carlo Cracco sia solo uno chef-tv?
- Frase. Vale come la determinazione. Scegliere il proprio motto è come mettere il marchio di fabbrica. Chi vede l’invisibile può far l’impossibile è quello scelto da Tiziana. Partite da questo per fare meglio. E ripetetelo come un mantra.
- Ingrediente. Il provolone pungiball farà scuola. Mancanza di rispetto o capacità di dominare? Io non sceglierei un budino. E voi?
- Saper cucinare. E’ un talent show, cioè un programma che vuole scoprire chi ha qualcosa in più rispetto alla media avanzata di chi si mette ai fornelli per passione. Tra i surgelati con carne di cavallo e Massimo Bottura c’è un mondo. Ma visto che il refrain è la cucina della tradizione, provate a sorprendere con un vostro piatto una nonna o una prozia di cui l’intera famiglia mena vanto. E’ un possibile inizio. I più spregiudicati cercheranno di far assaggiare ai sous chef di uno stellato una loro creazione (e non chiedetemi perché non ho detto chef).
- Diventerete chef. Non è detto, anzi Carlo Cracco ha ribadito in un’intervista a Vanity Fair che le opportunità sono molte ma non è l’esame per diventare chef casomai stellato. E ha aggiunto che qualcuno ha trovato strade diverse, come Agnese di MC1 che ora è panettiera a Roma (e probabilmente con il mito di Gabriele Bonci).
- Tutto finto. E’ l’accusa mossa alla trasmissione. Tutto è studiato e fanno vincere il concorrente che fa più audience. Non sarà vero ma meglio attrezzarsi. Ragionando che ci sono chef attori (cioè Barbieri, Bastianich, Cracco) bisogna calarsi nel ruolo di concorrenti attori. Basta leggersi il curriculum proprio e senza menzogne rispondere alla convocazione: “La cucina è la tua passione? Sogni di diventare un grande chef? Riesci a trasmettere le tue emozioni attraverso i piatti che crei? Sei hai più di diciotto anni e sei un cuoco amatoriale potresti essere tu il prossimo MasterChef d’Italia!”
- Tutto finto 2 ossia è registrato. “Dietro questo successo c’è una macchina produttiva eccezionale – ha sottolineato, prima della finale, Fabrizio Ievolella, direttore della programmazione di Magnolia, che produce il programma -. E’ una forma di racconto in forma molto complessa, e anche per questo non può essere in diretta, e la versione italiana è guardata con grande interesse all’estero al punto che un nostro sceneggiatore è stato chiesto per il Masterchef in Cina”. Capito? Bisogna scorrere dentro un racconto che si costruisce giorno dopo giorno.
- Selezioni. Fatevi un giro sul web e leggerete di racconti più o meno edificanti sulle selezioni in cui si presentano ennemila aspiranti. Una bolgia dantesca è il quadretto che ne esce fuori. Alla domanda “Sono competenti quelli che assaggeranno il mio piatto?” sostituite la domanda “Come posso fare a convincere di essere in grado di resistere allo stress di una selezione e di presentare un piatto che al limite posso riscaldare in un microonde?”. La soluzione potrebbe essere quella di realizzare la più spettacolare salade niçoise che mente umana possa desiderare (eh sì, va bene anche mettere l’aceto balsamico che fa tanta audience).
- Cultura e critica. Gianni Mura è stato durissimo dalle colonne di Repubblica. “Tempo di crisi o no, c’è qualcosa di eccessivo nel diluvio di trasmissioni sul cibo, nessuna delle quali fa cultura sul cibo, come tanto tempo fa Ave Ninchi e Luigi Veronelli, ma solo audience. Giudizio critico su Masterchef: mappazzone, digestione a rischio”. Non vi aspettate di ricevere un riconoscimento legale o un attestato di master (che di questi tempi hanno ripreso corso legale), ma soltanto la notorietà che un palcoscenico televisivo offre. La capacità di utilizzarla diventa vostra e quindi preparatevi a maneggiarla come se foste Tiziana Stefanelli. O Spyros.
Tutto questo sempre che MasterChef 3 non diventi come la Terza Repubblica. Ma per questo dobbiamo aspettare fino a lunedì prossimo.