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3 Novembre 2010 Aggiornato il 25 Giugno 2011 alle ore 22:49

Un marziano a Roma/7 Le novità di All’Oro

Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane. (Italo Calvino ) I parioli nella città eterna sono simbolo di solidità e borghesia, Un posto di
Un marziano a Roma/7 Le novità di All’Oro

Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane. (Italo Calvino )

I parioli nella città eterna sono simbolo di solidità e borghesia, Un posto di case eleganti e verdi aiuole, di filippini in livrea che pasciono cani conto terzi. Tutto profuma di ricco e di solido, non c’è posto per romanticherie alla moda, né per trovate fresche e divertenti. Persino i parrucchieri sono di legno e ottoni. E’ curioso come proprio, qui, tra queste vie eleganti abbia trovato casa uno dei ristoranti più gourmet e interessanti della città.

Venivo da ragazzo in questa via alla ricerca di uno dei gelati mito romani. Alla gelateria Duse c’era sempre un allegro casino, di ragazzi e adulti che affollavano il banco alla ricerca del sano gelato da latteria di una volta. Ma tutto questo è storia di chi ha i capelli bianchi, invece mi stupisco sempre quando torno in queste vie per sedermi alle moderne tavole di questo ristorantino alla moda, che sembra essere sbarcato in questi lidi dall’astronave di Qwerty.

marziano-Riccardo-alloro

Riccardo di Giacinto è un giovane chef, dal curriculum importante e dalle esperienze interessanti. Oramai qualche anno fa ha aperto questo locale, piccolo e elegante. Dove tutto profuma di cucina contemporanea. Il locale è curato, come una boutique alla moda: legno scuro, pelle bianca e nera, foglia d’oro alle pareti. Sui tavoli di pelle marrone parzialmente coperti da grafiche strisce di lino chiaro, spiccano i bicchieri leziosamente adagiati come le barche nel porto di Honfleur, sopra la testa un lucernaio rettangolare incornicia un poetico angolo di cielo.

Tutto profuma di un minimalismo caldo e ricercato: come una phalenopsis su un tavolino, che subito definisce dove stiamo e cosa succederà. L’accoglienza è fine e sollecita, molto attenta grazie anche alla cortesia di un maître vecchio stampo che dà un contrappunto interessante a tanta modernità. La proposta del menù è in linea, con piatti golosi e ambiziosi e la possibilità (molto caldeggiata) di scegliere un menù a sorpresa dello chef, dal nome evocativo: “carta bianca”.

marziano-alloro-pane-e-vino

La cucina è molto tirata, con evocazioni alla moda e sapori avanguardistici. La costruzione delle ricette architettonica, con un occhio sempre attento al design del piatto, ai contenitori inusuali, alle forme geometriche, alle consistenze suadenti e ai sapori delicati. Si gioca molto sulla tradizione, riletta con le tecniche e le suggestioni di oggi, ma altrettanto con le più attuali suggestioni, in un mix che è la più bella nota caratteristica di All’Oro. La carta dei vini è interessante, figlia di una ricerca che non vuole essere mai banale, manca di un poco di profondità, ma si farà.

Insomma tutto bene? Quasi… Il solo rischio è di non osare veramente mai. Di godere di una cucina attuale e tecnica, ma che conceda poco al cuore e alla pancia. E i piatti più golosi e solidi come il Rocher di coda, diventano dei nuovi classici che difficilmente si riescono a scalzare dal menù. Per il resto sembra di essere su Alfa Centauri, una cucina che prescinde completamente dall’uso del coltello e in cui difficilmente spicca la materia prima, sopraffatta da una costruzione del piatto veramente millimetrica.

Inutile dirvi che abbiamo optato per il menù carta bianca, cogliendo anche l’occasione di provare alcuni piatti di nuovissima realizzazione. Dieci i piatti assaggiati, per un pranzo divertente e fresco… un continuo gioco, serio come solo i giochi sanno essere, tra pancia e cervello. Molto più cervello, invero!

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Tirami su di Baccalà e patate con lardo di cinta senese. Un piatto divertente, molto visto, ma piacevole e intenso. Peccato per il baccalà coperto al gusto da una spuma di patate molto dolce. Lounge

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Cheesecake di burro e alici e peperoni secchi. Molto interessante e generoso. Le immancabili acciughe del Cantabrico sono deliziose, piacevolmente intense e stemperate dalla base dei digestive e dalla spuma di burro golosissima. Godereccio!

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Gnocchi di melanzana, maggiorana, guazzetto di pesce e ricotta salata. Portata molto mediterranea, che profuma di mare e di sud. Il guazzetto è delizioso: intenso e con un pomodoro millimetrico e rinfrescato dall’intensità verde della maggiorana. Peccato per gli gnocchi di melanzana, un poco amari e elastici. Da registrare.

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Baccalà, pancotto di scarola e pomodoro. Partiamo dalla scarola deliziosa, con una bellissima nota di clorofilla, piacevolmente amarognola e fresca. Peccato che il baccalà e il pancotto arrotondino un piatto che avrebbe avuto nei contrappunti e nella dinamica le caratteristiche migliori. Interessante.

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Lamb’urgher. Un piatto in cui tutto non è quel che sembra. Il panino è una sorta di soufflé al pecorino, morbidissimo e dal sapore fin troppo intenso. L’hamburger è di Agnello, appena scottato. Divertente.

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Cappelletti in brodo asciutto, burro, zafferano e parmigiano. La zampata del leone. Un grandissimo piatto, riuscito in ogni sua parte. La materia prima è intellegibile e riconoscibile, di grande sostanza. L’esecuzione registrata nel dettaglio e di grande tecnica. La sintesi giusta tra cuore e testa. Il piatto che ci fa capire quanto lo chef sia bravo. Ne mangeremmo un secchio!

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Rocher di Coda. In questi quattro anni è diventato un classico. Vera bandiera di All’Oro. Piace a tutti ed è sempre presente. Un gioco che riesce a far diventare un grande piatto della tradizione testaccina un delizioso bon bon da “ambasciatore”. Irrinunciabile

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Crème Brulée alla lavanda. Deliziosa e di grande scuola, fa magistralmente il suo lavoro di introdurci alla pasticceria. Solida.

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Cheesecake alle fragole. Finalmente a Roma una cheese cake degna di questo nome. Deliziosa e ortodossa la base croccante di biscotto e il ripieno che va al di là del solito Philadelphia. Ma perché le fragole in autunno? Ottimo.

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Sfera di meringa e zabajone al profumo di tirami su. Un grandissimo dessert, moderno e goloso. Che osa molto ma a cui tutto riesce dalla forma stupenda e il sapore felicissimo. La risposta dolce ai tortellini di poco sopra. Il Di Giacinto che sempre vorremmo. Gourmet.

Conto sui 60 Euro, per tanto piacere e qualche immancabile sbavatura.

Ristorante All’Oro. Via Eleonora Duse, 1E – 00197 Roma. Tel. +39 06.97996907

Foto: Vincenzo Pagano

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