\n
La pizza non ce l’ha fatta. Lo ha rivelato Rosario Lopa, presidente del Comitato per la tutela della Pizza Napoletana, dando voce ad un’indiscrezione circolata nei giorni scorsi a Dubai, sede di un convegno promosso dall’Unesco. Unico candidato italiano sarebbe l’arte della liuteria di Cremona, la città di Antonio Stradivari. La conferma è arrivata proprio dall’assessore alla cultura del comune di Cremona Irene Nicoletta De Bona. Indifferenza della classe dirigente e scarsa capacità di fare sistema all’interno dell’affollato mondo dell’associazionismo pizzaiolo napoletano sarebbero, secondo Lopa, le cause principali di questa assenza.
\nEppure a marzo del 2011, quando la lista dei candidati è stata presentata dall’ambasciatore italiano presso l’Unesco, a Parigi, la pizza sembrava in pole position tra i beni che la Commissione interministeriale aveva scelto di proporre come beni Patrimonio Immateriale dell’Umanità (tradizioni e stili di vita), non inclusi nell’altra lista, quella dei siti storico-artistici. Ben più papabile di altri candidati come lo Zibibbo, la vite ad alberello di Pantelleria, il Palio di Siena, le feste delle macchine a spalla e il Carnevale di Viareggio.
\nPer nessuno, come per la pizza, la vittoria sembrava infatti così a portata di mano. A sponsorizzare il piatto simbolo della gastronomia napoletana era scesa in campo persino l’allora Ministro del Turismo Michela Brambilla: “Proporre una candidatura all’Unesco significa individuare un simbolo in cui tutti gli italiani si identifichino. Sicuramente la pizza lo è. Non altrettanto si può dire per il Palio di Siena”.
\nA novembre le proclamazioni ufficiali. Per la pizza napoletana il prossimo treno passerà nel biennio 2013-2014.
\n[Fonti: italiaatavola.it, cremonaonline.it]
\n\n","description":"Non ci sarebbe la pizza tra i candidati italiani per il 2012 a diventare Patrimonio dell'Umanità protetto dall'Unesco che tra i beni immateriali"}]}
Non ci sarebbe la pizza tra i candidati italiani per il 2012 a diventare Patrimonio dell’Umanità protetto dall’Unesco che tra i beni immateriali “gastronomici” ha inserito l’anno scorso la dieta mediterranea e la cucina francese.
La pizza non ce l’ha fatta. Lo ha rivelato Rosario Lopa, presidente del Comitato per la tutela della Pizza Napoletana, dando voce ad un’indiscrezione circolata nei giorni scorsi a Dubai, sede di un convegno promosso dall’Unesco. Unico candidato italiano sarebbe l’arte della liuteria di Cremona, la città di Antonio Stradivari. La conferma è arrivata proprio dall’assessore alla cultura del comune di Cremona Irene Nicoletta De Bona. Indifferenza della classe dirigente e scarsa capacità di fare sistema all’interno dell’affollato mondo dell’associazionismo pizzaiolo napoletano sarebbero, secondo Lopa, le cause principali di questa assenza.
Eppure a marzo del 2011, quando la lista dei candidati è stata presentata dall’ambasciatore italiano presso l’Unesco, a Parigi, la pizza sembrava in pole position tra i beni che la Commissione interministeriale aveva scelto di proporre come beni Patrimonio Immateriale dell’Umanità (tradizioni e stili di vita), non inclusi nell’altra lista, quella dei siti storico-artistici. Ben più papabile di altri candidati come lo Zibibbo, la vite ad alberello di Pantelleria, il Palio di Siena, le feste delle macchine a spalla e il Carnevale di Viareggio.
Per nessuno, come per la pizza, la vittoria sembrava infatti così a portata di mano. A sponsorizzare il piatto simbolo della gastronomia napoletana era scesa in campo persino l’allora Ministro del Turismo Michela Brambilla: “Proporre una candidatura all’Unesco significa individuare un simbolo in cui tutti gli italiani si identifichino. Sicuramente la pizza lo è. Non altrettanto si può dire per il Palio di Siena”.
A novembre le proclamazioni ufficiali. Per la pizza napoletana il prossimo treno passerà nel biennio 2013-2014.
[Fonti: italiaatavola.it, cremonaonline.it]