Uova di cioccolato. I segreti per farle a casa o comprarle buone
Uova di cioccolato da fare a casa e da comprare. Meglio se in un solo posto e a Napoli mi può venire in mente l’indirizzo da fiaba. Quello della fabbrica di cioccolato di Gay-Odin a Vico Vetriera a Chaia 12, pochissimi passi da Via de’ Mille. Diventa facile sentirsi a casa di Willy Wonka, anche senza Oompa Lumpa e colori sgargianti: non esiste bambino nè adulto che non abbia sognato, almeno una volta, di vedere chicchi di cioccolato tostarsi per diventare fontane di me-ra-vi-glio-sa lava dolce.
Il mio personalissimo Willy – e non credo mi perdonerà per questa similitudine – si chiama Davide Maglietta, patron con la madre ed i fratelli, di Gay-Odin, erede della tradizione della cioccolata. Nata nel lontano 1800, la fabbrica di cioccolata di Gay-Odin conserva grande amore e rispetto per una dimensione artigianale del prodotto anche se oggi conta 8 punti vendita (anche a Roma e a Milano). A Pasqua, la normale produzione viene implementata ed in parte riconvertita per festeggiarla con uova, coloratissime e fini, campanelle di cioccolata, colombe, sì ma ricoperte della proverbiale cioccolata foresta.
Punto di partenza? Sempre lo stesso: le oramai famose fave di cacao venezuelane, per la famiglia Maglietta le migliori, più gustose e rotonde.
Giro per la fabbrica: ho visto cose che voi umani…
L’arnese più impressionante? Le uova che girano lentamente ma inesorabilmente all’interno di stampi fissati tramite magneti ad un macchinario. Seguire il processo di formazione delle uova è affascinante: la cioccolata va negli stampi, di qui nella macchina sopramenzionata, poi si introduce la sorpresa, si sigillano le due parti e si passa a fare raffreddare la cioccolata con il passaggio sul nastro trasportatore.
Poi c’è la delicata fase della decorazione, se l’uovo non è di quelli ricoperti al cioccolato foresta. Il decoratore ufficiale di Gay-Odin è da sei anni Fabio Ceraso, disegnatore, fumettista ed artista, che della cioccolata ha fatto la sua passione: dipingere su cioccolata dà soddisfazioni quasi maggiori che dipingere su tela, sembrerebbe guardando il suo sorriso.
Simbolo della Pasqua 2013, ci spiega la signora Maglietta, moglie del compianto Cavaliere Giuseppe, è un inno alla speranza per Napoli è l’Italia con Giuseppe Verdi effigiato su un uovo delle dimensioni di un dinosauro. Io vorrei scoprire la ricetta della felicità e due squisite signore mi spiegano il segreto della cioccolata foresta: una serie di rulli strettissimi in cui la cioccolata passa, il resto è solo abilità manuale.
Più sconvolgente è il segreto, non celato, della realizzazione delle uova ricoperte di foresta: prendi un uovo di fondente, ricoprilo di uno strato di cioccolata molto morbida al latte che funziona incredibilmente da colla, poi metti le sfoglie di cioccolato foresta sino a ricoprilo tutto.
Non posso concludere se non dicendo che lo stesso impalpabile procedimento si può fare anche con le colombe (queste chiaramente prodotte da un artigiano di fiducia). Schiaffaci la colla al cioccolato, questa volta anche fondente, applica gli strati di foresta. I commenti sono superflui.
Se adesso ancora aveste voglia di cimentarvi nelle vostre cucine nella nobile arte di fare le uova di Pasqua, siete pazzi! Comunque, gli operai-artigiani mi hanno dato alcuni semplici ma efficaci tips and tricks per chi avesse la fantasia, l’incoscienza e la follia di volerlo fare da sé, l’uovo di Pasqua.
- Ovviamente il prodotto base è tutto: la cioccolata deve essere eccellente, sia al latte, sia fondente.
- Lo strato deve essere sottile e non occorre affatto riempire troppo i due emisferi dello stampo: tutti i bordi devono essere ricoperti con accuratezza.
- State attenti a sigillare bene – con dell’altro cioccolato fuso che avrete conservato a tal fine – le due parti delle uova.
- Il raffreddamento delle uova è fondamentale: prendetevi il vostro tempo e magari ponete la cioccolata – se non vi avanza un nastro raffreddatore tra cucina e ripostiglio – nel vano meno freddo del frigorifero. Lasciatelo lì per almeno un’oretta.
- Se poi volete anche decorarlo (siete proprio folli!), potete fare una miscela di soli coloranti alimentari naturali che legherete con semplice albume montato con lo zucchero. Ponendo il tutto in una sac à poche potrete dare sfogo alla vostra fantasia e creatività.
A me, personalmente, tutto questo sbatty farebbe dimagrire ed io alla mia cellulite ci tengo: essere appassionati di gastronomia costa impegno epatico costante! Quindi, personalmente, ho salutato la famiglia Maglietta, che ci accoglierà nuovamente a breve, spero, con una sola grande consapevolezza: le uova quest’anno le compro, anzi me le faccio proprio regalare dal gastro-ammiratore di turno!
[Immagini: Renato Bevilacqua]