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10 Aprile 2011 Aggiornato il 14 Aprile 2012 alle ore 18:25

Vinitaly, prove tecniche di ripresa. I numeri del 2° produttore mondiale

Vinitaly, dal microfono dell'ufficio stampa ecco i numeri del (cauto) ottimismo. Crescono i visitatori, cresce l'export e, con il soccorso dei vini di
Vinitaly, prove tecniche di ripresa. I numeri del 2° produttore mondiale

Vinitaly, dal microfono dell’ufficio stampa ecco i numeri del (cauto) ottimismo. Crescono i visitatori, cresce l’export e, con il soccorso dei vini di fascia alta, resta contenuta l’inesorabile, decennale débacle dei consumi interni.

E’ in una Veronafiere assaltata, come ogni anno, da decine di migliaia di visitatori che il secondo produttore mondiale (cioè l’Italia!) potrebbe ritrovare lo sprint per ripartire. Cominciamo con le presenze. Sono stati 53 mila i visitatori nei primi due giorni di manifestazione, in attesa di toccare quota 100 mila sabato sera, con un aumento del 10% rispetto alla precedente edizione. Il 42% del totale dei visitatori sono state finora presenze estere, e anche questo è un piccolo record (dov’era però la quota di ‘non esteri’ mancanti?)

Ma è l’export il capitolo più avvincente di questa epopea del vino sotto assedio. La fortezza da assaltare è Hong Kong, che da sola gestisce il 27% dell’import-export asiatico, dove nel 2010 le importazioni sono cresciute del 73% sul 2009, e che si spera diventi nei prossimi anni, come recita un comunicato di Veronafiere, la ‘terra promessa del vino italiano’. A preparare il terreno di questa pacifica invasione potrebbe essere proprio l’annunciata presenza dell’Italia alla prossima edizione di novembre della Hong Kong International Wine & Spirit Fair. Uno spiraglio nella porta principale verso il super promettente mercato asiatico, cinese in primis, dove il Pil corre al ritmo del 10% l’anno e la produzione industriale alla velocità della luce del 20%.

Di lavoro da fare, però, ce n’è visto che, come ha detto il presidente di Veronafiere Ettore Riello, “L’Italia del vino, mentre è forte in qualità, rimane ancora molto debole sul fronte del marketing”. Come conferma l’esiguità della presenza italiana nell’import di Hong Kong dove a fronte di un 36% della Francia, l’Italia si è assicurata finora, insieme però ad Australia e Cile, un misero 10%.

Persino tra le note dolenti dei consumi interni (trimezzati in quarant’anni) c’è qualche suono gradito. Tra i dati aggiornati sull’andamento delle vendite di vino nella Grande Distribuzione nel 2010, presentati da SymphonyIri Group e commissionati da Veronafiere, brilla un promettente +2,3% di bottiglie a denominazione d’origine vendute (che sale al +3,7% nella fascia di prezzo che va dai 5 ai 6 euro), un dato positivo che argina l’inesorabile discesa di vendite nell’onnicomprensiva categoria merceologica del vino confezionato (-0,9%) in un canale importante come la GDO dove si concentra il 60% delle vendite di vino. Piccole soddisfazioni anche sul versante spumante che ha registrato una crescita dell’1,1%, quota forse in parte ‘rosicata’ a quel -5,2% di vendite dello Champagne francese.

Foto: ennevi, 100vino.it

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