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7 Maggio 2013 Aggiornato il 20 Agosto 2017 alle ore 15:23

YAFI: Ancora un altro fottuto Italiano. Ehi, si parla solo di ristorante!

Ancora un altro fottuto italiano! “Yet Another Fucking Italian!”, cioè l'acronimo YAFI appena coniato. Così tuona, risentito, il Manchester Confidential, 
YAFI: Ancora un altro fottuto Italiano. Ehi, si parla solo di ristorante!

spaghetti-puttanesca

Ancora un altro fottuto italiano! “Yet Another Fucking Italian!”, cioè l’acronimo YAFI appena coniato. Così tuona, risentito, il Manchester Confidential,  davanti alla nuova (ma perché non dire sempiterna?) tendenza gastronomica di aprire ristoranti italiani che sta letteralmente travolgendo la Gran Bretagna.

Un boom,  un’ossessione, un’epidemia: l’Italian food  torna, imperterrito, a conquistare le papille e gli stomaci esterofili dei britannici. Paella spagnola, kebab turco, klefitko greco non mancano di certo nella lista delle preferenze. Ma un piatto di tagliatelle al ragù è evidentemente, per gli anglosassoni, puro visibilio.

Pur in tempi di crisi come questi, l’irriducibile binomio pasta-pizza torna a vincere e conquista le high streets delle città d’Oltremanica, ormai disseminate di una miriade di localini dall’insegna tricolore e da grandi catene di ristorazione a tema che, combinando il brand Italia a prezzi competitivi, cercano di far rivivere il mito gastronomico (e non solo) del Bel Paese. E ci riescono. Gruppi come Prezzo e Carluccio’s hanno registrato quest’anno, in netta controtendenza, notevoli profitti, mentre altre aziende, come  Papa Tony’s ,hanno annunciato nuovi, ambiziosi piani d’espansione.

Ma se è vero che, in molti di questi posti, piatti come  gnocchi al pesto, penne alla puttanesca, spaghetti alla carbonara, a parte il nome, di  italiano hanno ben poco, è anche vero che la gastronomia nostrana è in grado di vantare, in Gran Bretagna, delle vere punte d’eccellenza. Nomi come Locanda Locatelli  o Anima, non possono non essere annotati sull’agendina di qualsiasi enogastroamante  in trasferta a Londra. Così come non posso essere ignorate le aperture de il Cotidie di Bruno Barbieri o il Brunello di Moreno Cedroni.

Sarà dunque una mera questione di fascino, di  mitologia, o semplicemente un sintomo di indiscusso pregio, ma, acronimi velenosi a parte, bisognerà pur ammetterlo:  per gli inglesi sempre e comunque italians do it better! (amano, adorano , follemente, mangiare italiano).

[Daniela Dioguardi. Guardian]

 

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