Il food porn di Julia Roberts è a Roma
Tutti pronti per il grande evento cine-gastronomico dell’anno? L’attrice Julia Roberts sarà a Roma giovedì 16 settembre per l’anteprima europea del film Mangia prega ama (Eat, Pray, Love) tratto da una storia vera raccontata dalla protagonista Elizabeth Gilbert in un libro che negli States ha venduto 6,2 milioni (!) di copie. Venerdì il film sarà nelle sale italiane, distribuito dalla Sony, per i fan della Roberts. E i gastrofanatici cosa dovranno attendersi? Qualche scoperta di tavola da star come è avvenuto a Napoli con conseguente sorpasso delle più titolate guide grazie all’audience a suon di milioni di spettatori? Oppure cocenti delusioni?
Ormai sappiamo tutto sulla pizza considerata nel film la più buona nel mondo e sfornata a Napoli Da Michele. Una bontà che ha indotto l’attrice americana ad andare oltre il morso scenografico e a farne fuori quantità cospicue.
Ma la prima tappa del viaggio gastronomico è a Roma con Julia/Elisabeth abbacinata dalla semplicità di un piatto di spaghetti con il pomodoro che lei ordina in un italiano non troppo sicuro e con un sorriso malizioso. Un’esperienza gastronomica tra ghirigori di fili rossi che assume connotati di trionfo per la protagonista reduce da una batosta sentimentale. Il tutto al tavolo nel patio dell’Osteria dell’Antiquario. Sarà il piatto dell’anno?
La sceneggiatrice Jennifer Sale parla di questo momento come esaltazione della gioia di Julia/Elisabeth per un atto gastronomico che ridà il piacere di mangiare fregandosene della taglia dei jeans: “Può mangiare un piatto di pasta senza agitare il dito in segno di diniego” (cosa che invece non farà Alec Baldwin, preoccupato della sua forma fisica, che sostituisce la pasta con le mele). Nulla al confronto con le porzioni di pizza trangugiate e più gradite degli asparagi e del melone proposti da Susan Spungen. (e le abbuffate di trippa raccontate a Tv Sorrisi e Canzoni – e riportate dal Corriere – dal giovane attore italiano Luca Argentero che ha recitato accanto alla Roberts nel film: “Di Julia Roberts – racconta Argentero – ho avuto solo il meglio. Confesso che mi aspettavo divismo e distanza, invece ho trovato una grande professionista, che ha obbedito al regista senza batter ciglio, persino quando ha dovuto mangiarsi chili di trippa al sugo bollente alle otto di mattina”).
Eh, sì, perché dietro alle scelte gastronomiche di Mangia prega ama c’è la mano di questa food stylist che ha preparato le scene di Julie&Julia e di E’ complicato. Nell’ultimo film si è occupata solo del cibo a Roma. Il regista Ryan Murphy le scrisse che cercava un “food porn” e lei si è messa alla ricerca nelle strade di Roma di un cibo sensuale e protagonista del film. Ma come si rende un cibo pornografico? “Abbiamo girato un sacco di primi piani del cibo. E sarete colpiti da questi effetti”, spiega Susan Spugen.
Primi piani, ma tanti trucchi. Ad esempio, in una scena è previsto che Julia tagliasse un fiore di zucca e uscisse della mozzarella. Ma al posto della mozzarella la food stylist ha utilizzato del taleggio per controllare l’effetto della fuoriuscita del formaggio fuso che pare sia una delle cose più difficili da gestire su un set cinematografico.
Tutte vere le scene che riprendono Julia/Elisabeth ordinare al Santa Lucia a Largo Febo in un italiano più deciso una lista di piatti tipicamente romani: carciofi alla giudia, bucatini all’amatriciana, trippa alla romana, cui si aggiungono linguine con le vongole e le pappardelle al coniglio. Il tutto innaffiato da un paio di litri di vino di Genzano….
Qui Susan Spugen si è fatta dare una mano da un cuoco indigeno per abbinamenti e assemblaggi degli ingredienti culturalmente corretti. E per dare le giuste tonalità in una calda giornata di agosto romano a pomodori, carciofi e pecorini i cui colori cambiavano nelle telecamere, i piatti sono stati rifatti anche una dozzina di volte. Per essere sicuri di poter rifare una sequenza gastronomica anche più volte, la Spugen normalmente parcheggia un camion refrigeratore accanto al set per conservare ingredienti e piatti. Ma le strette strade di Roma hanno avuto la meglio sull’organizzazione del camion che è stato abbandonato per lavorare in tante cucine sparpagliate per la città. Una logistica difficile considerato che in ogni ripresa ogni piatto deve essere sempre uguale a quello del ciak precedente. Una complicazione per la freschezza dei cibi nel torrido agosto di Roma.
Questi americani “so’ troppo forti”. Anche quando maneggiano i cliché! (Io intanto di trippa mangio questa qui sotto).
[Fonti: Ansa, Corriere, Eater, Journalstar]