Un marziano a Roma/19 Buona e poco costosa. E’ l’Osteria Fernanda!
La mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita. (Goffredo Parise)
Inizia a diventare difficile sfamare il nostro amico verde. Arriva ogni settimana sul suo disco d’argento e pretende di mangiare una cucina romana, sempre differente e divertente. È sempre più esigente e anche un filo scassapalle. Bisogna che gli dica di darsi una calmata, oppure di andarsene in giro con il giovane Linguini… intanto quello è più marziano di lui!
Oramai dalla domenica sera entro in ansia, interrogandomi su dove portarlo il martedì, quando lui puntuale come una gabella, plana sul terrazzo della mia casa di monteverde. E poi che diamine fa freddo, ho comprato l’apple TV e vorrei godermela. Dove lo porto? Pensa che di ripensa, poi un lampo. Una trattoria tra Porta Portese e Marconi, quartieri che furono popolari ma che oggi con i prezzi romani stanno cambiando volto.
L’Osteria Fernanda è il classico posto, assai amato dal pubblico e relativamente poco filato da blog e guide. Una rapida consultazione in rete e salta subito agli occhi che gli articoli sono pochi, le segnalazioni sulle guide ancora meno (la mia guida del Gambero Rosso gli assegna un ingeneroso gambero). Mah, io me lo ricordo un localino interessante, un poco dilettantesco ma in un senso buono e nobile, molto goloso e dal prezzo piccolo piccolo. Insomma un post-buiaccaro ma gourmet semplice negli spazi, ma curato e piacevole per cucina.
Ho deciso porterò Qwerty lì e non se ne parli più. Arriviamo alle 20.30 di una serata invernale, già alcuni tavoli all’opera, il locale si riempirà completamente. Gli arredi sono semplicissimi, senza alcuna ambizione e cura particolare. I tavoli di legno apparecchiati con semplici runner di stoffa e tovagliette di carta. Tutto sa di casa e di precario, anche la carta dei vini è migliorabile e un poco confusa. Qualche buona etichetta qui e lì e molto vino da consumo semplice e senza troppo impegno.
La cucina invece ci sembra, sin dal menù, interessante e ambiziosa. Forse anche troppo, con piatti ricchi di ingredienti e intenzioni. Chissa se riusciranno a mantenerli? Il servizio è semplice, senza troppe smancerie ma efficace e cortese, persino caldo nel suo piacevole tono informale. Come al solito con il nostro extraterreste ordiniamo troppi piatti: si, debbo proprio mollarlo a Lorenzo sono in sintonia…
Torcione di foie gras. Oramai un dilagare tutto romano la carta del fegato grasso, iniziò Arcangelo e ora tutti. Il torcione è interpretato con una corroborante salsa al fico d’india e una intensa crosta all’albicocca, bello il contrappunto acido sul dolce. Modaiolo
Cannolo ripieno di baccalà, con olive, bottarga e cipolla rossa. Odio i mixer, sarei per una moratoria internazionale che ne mettesse al bando l’uso indiscriminato. La consistenza supercremosa del baccalà rovina un piatto dai contrappunti interessanti ed intensi. Cremoso
Capesante lardellate con schiacciatina di patate ed emulsione di asparagi. Le Capesante hanno una cottura spaziale. Croccante ed insieme fondente. Lo zenzero gli da un piacevole tono esotico che sa di vacanza e mare d’inverno. Goloso
Coniglio fondente alla senape con rotolino di zucca e salsa alla bieta. Bella la cottura soffice del coniglio, un piatto giocato tra il fondente della carne, il vegetalle pungente della bieta concentrata e il sapido del cappero. Dinamico
Polpo rosticciato. Un grande classico di Fernanda, molto ordinato e assai goloso. Una cottura tutta di pancia e pochissimo cervello, che ti prende e non ti lascia fino all’ultimo boccone. Guascone
Ravioli al rosso d’uovo con carne cruda, asparagi e consomè leggero al parmigiano. Dico subito che il consomè era una fonduta ed il solo elemento squilibrato in un grandissimo piatto, segnato da un eccesso di voglia di fare. I ravioli sono impeccabili e tecnici, vestono con il rosso crudo la carne in maniera deliziosa, l’asparago lo rinfresca. Peccato
Tubetti di kamut ripieni di burro e alici, salsa di burrata e ricci di mare. Un primo ad alto tasso di gastrofichettume, che sa di iodio e di mare. Tutto giocato sui contrappunti e sulle dolcezze e acidità improvvise e vestito dalla morbidezza del kamut. Moderno
Matriciana con guanciale croccante. Un altro evergreen, in carta dagli inizi dell’osteria ed irrinunciabile. Il sugo è gagliardo e intenso, senza troppe smancerie. Sa di serate tra amici e allegria. Efficace
“Zuppa di pesce” cotto crudo. Il piatto della serata, ha tutto: intuizione, gola e cervello. Bella l’idea della doppia cottura del pesce, senza mezze misure: o croccante di padella o crudo di rete, la varietà è interessante e la presentazione contemporanea. La salsa di ceci e Curcuma rinfresca e lega gli ingredienti tra loro. Gourmet
Tiramisu espresso. Immancabile e intenso, buonissimo nella sua crema impalpabile e nell’aroma del caffè caldo. Romano
Spuma calda di cioccolato, pane croccante, ganache al caffè, sorbetto al whisky. Tutto funziona a leggerlo e a vederlo, meno in bocca. L’intuizione è giusta ma sapori e consistenze non dialogano mai. Da registrare
Qwerty esce molto contento di questa scoperta, io lo conoscevo già e apprezzavo. Solo un poco di amaro in bocca nella notte romana, con la sensazione che se solo ci credessero di più e semplificassero un poco i piatti sarebbe veramente un gran bel posto… così è solo un indirizzo sicuro, e non è poco!
Conto sui 35 € stramangiando e bevendo come abbiamo fatto noi, volendo anche molto meno. Chapeau!
Osteria Fernanda. Via Ettore Rolli, 1. Roma. Tel. +39 06.5894333
Foto: Andrea Sponzilli