Fuori Scarchilli da Dol per il panino Nuovo Ciociaro di McDonald’s
Vabbè mettiamola così. McDonald’s un paio di anni fa ci credette e sulla scia della Ciociara(?!) di De Sica tirò fuori uno spot neorealista (?!) in cui una giovane signora del frusinate (?!) ha il compito di spiegare all’universo mondo dalla sua cucina in perfetto stile dopoguerra (ah tradizioni, veracità, campagna) che era il momento di dismettere il grembiule e andarsi a mangiare un bel panino Ciociaro da McDonald’s. Uno “sfizio ruspante” promosso con un improbabile dialetto che fece incazzare incavolare un’intera provincia. Almeno così raccontano in quelle zone che videro la loro territorialità (s)venduta in un panino al rosmarino da 1,90 euri.
Stavolta l’operazione è più fine, perché se, al tempo, di ciociaro nel panino Ciociaro c’era ben poco, in questa nuova versione del panino Nuovo Ciociaro (ah! il naming che bel mestiere) la specialità ciociara ce l’hanno messa. Trattasi della steccata di Morolo prodotta dalla Scarchilli, casari in Ciociaria dal 1933, conosciuta per il suo provolone, ops, Grancacio “Gran riserva” e per la ciambella di Morolo.
Tutto bene quel che finisce bene, direte voi anche se bisognerebbe chiedere le generalità al pollo, al panfocaccia, agli spinaci e forse alla crema ai funghi (tutti ciociari?).
E invece no, perché a questo giro si incazza incavola Vincenzo Mancino, in arte DOL, ovvero il Salvatore del Conciato. Che su Facebook ha detto: “ho sempre lavorato affinche le aziende del lazio diventassero solide, conservando allo stesso tempo la loro tradizione, importanti, tutelando però un modo di fare economia, giusta, equa… ma così è troppo!!! mio malgrado non avremo più i prodotti della Società Scarchilli di Morolo!!!”
Insomma, da scopritore ad affossatore, considerato che per scelta Mancino porta nella sua bottega solo prodotti rigorosamente laziali anche a scapito di una diversificazione che potrebbe essere più appetibile. Ma bisogna capire anche le ragioni di un’azienda che in un mese venderà circa 300 quintali di Steccata di Morolo incassando poco meno di 500 mila euro (con un ricavo di circa 300 mila euro).
Una scamorza d’oro più che affumicata. Anche se Vincenzo Mancino ha più di un dubbio che le capacità produttive del caseificio ciociaro siano in grado di soddisfare la richiesta della multinazionale.
“Con una capacità di affumicazione di soli 100 kg, la vedo dura affumicare 30.000 kg di scamorza nel tempo necessario per un evento che dura un mese”, riflette. Ci sarà un trucco, visto che il protagonista dello spot è il mago/comico Raul Cremona. O sarà soltanto fumo sulla scamorza, ops, negli occhi?