Un marziano a Roma/28 Che buona la pollastrella da Primo al Pigneto!
Qwerty è un tipo festaiolo come lo sono molti su Alpha Centauri. Due persone c’è folla, tre siamo alla sagra, quattro c’è ressa. Quando gli ho spiegato che se voleva accodarsi per una festa di compleanno ristretta con moglie e figlio, mi ha chiesto dove si sarebbe mai andati di domenica che è (quasi) tutto chiuso. Nella movida romana del Pigneto. Ha drizzato le antenne e sul suo oled da 50 pollici ripiegabili ha interrogato la mappa per concludere: in questo posto c’è casino, confusione.
Non gli si può dar torto all’amico che però non ha voluto cambiare parere e andarsene un po’ in orbita quando gli ho detto che la meta era Primo e la cucina di Marco Gallotta.
E così, dopo qualche giro tra piloni di tangenziale est e strade e stradine intasatissime siamo sbarcati in uno dei locali gastrofighetti della Capitale. Occupazione per metro quadro elevatissima e il leggero brivido che ti assale quando vedi un posto riempito in ogni ordine di palchi. L’assistente di sala ci indica il nostro tavolo e io saluto Marco intento ad affettare salami. Faccio un rapido calcolo e mi rendo conto che manco da parecchie primavere a questa tavola giovanile. Il neo-quattordicenne è molto contento dell’ambiente e osserva la mise degli avventori inanellando le differenze con qualche locale che conosce.
Il segno della romanità è ormai chiaro: non è più l’aquila delle insegne pretoriane ma il baccalà che ci arriva in forma di crema con patate come amuse bocche. Non banale, anzi. Mi fa ben sperare per la crocchetta di baccalà mantecato con insalata di cipolle in agrodolce che guardato in carta tra gli altri antipasti mi era sembrato il più audace. Bingo! Panatura da manuale e interno soffice e saporoso. Una vera delizia.
Sui primi ci siamo divisi. Io ho il mio benchmark di riferimento e non posso fare a meno di chiedere le mezze maniche alla amatriciana con guanciale di Norcia. Lancio una battuta scontata a Marco che è di turno in sala: cucina migliorata per sua assenza. Mezze maniche Gerardo Di Nola con una buona tenuta della pasta ma soprattutto una mantecatura piacevole.
All’altro lato arrivano gli spaghettoni Verrigni con baccalà (arindanga) e peperoni cruschi. Bell’equilibrio in un piatto raffinato e dalle movenze femminili. Chiedete di scolare 30 secondi prima se siete “chiodasti” e assaporerete una delle migliori interpretazioni sul tema di questo pastificio abruzzese.
E se le paste secche piacciono, quella fresca è da applauso: le pappardelle fresche di un pastificio in zona con la pollastra di San Bartolomeo sono lunghe di sapore come non ti aspetteresti da un piatto semplice. Forse la migliore escursione della serata. Il piccolo della comitiva apprezza e spazzola sempre più convinto che il pollo sia alimento imprescindibile per raggiungere l’estasi papillare.
E come dargli torto anche dopo il galletto alla diavola con patate al forno che nel suo disarmante essere basic ti fa capire che c’è pollo e pollo. E patate e patate. Croccante e morbido ai punti giusti.
E si poteva restare indifferenti al richiamo del baccalà grigliato con tortino di cipolle e patate? No, ovvio. E non siamo stati delusi anche se il tortino aveva qualche difficoltà a dialogare e il baccalà mantecato nella crocchetta era ben più dinamico.
Chiusura da happy birthday con un millefoglie con crema pasticcera e lamponi sovrastato da candelina. Una buona conclusione per un locale da annotare in rubrica.
Primo copre tutti gli orari dalla colazione fino alla cena ed è possibile prendere un aperitivo al bancone. Per una cena completa e abbondante come la nostra il conto si assesta sui 55 € esclusi vini.
Primo. Via del Pigneto, 46. Roma. Tel. +39 06.7013827