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Vino
31 Maggio 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:26

Chi vince il confronto tra vino artigianale e convenzionale – parte 2

Ecco la seconda puntata del confronto tra vini tradizionali e convenzionali, altre quattro coppie di opposti e le sorprese non mancano nemmeno questa
Chi vince il confronto tra vino artigianale e convenzionale – parte 2

Ecco la seconda puntata del confronto tra vini tradizionali e convenzionali, altre quattro coppie di opposti e le sorprese non mancano nemmeno questa volta. La degustazione è stata molto interessante e ha messo in luce una netta prevalenza dei vini artigianali, esito che avevamo anticipato – rovinando suspense – nelle conclusioni del post precedente. Poche chiacchiere però, via con gli assaggi!

Malvasia (istriana)
L’esponente convenzionale è Picech, un brillante viticoltore del Collio che proprio con malvasia e pinot bianco raggiunge i suoi migliori risultati. Purtroppo avevamo a portata di mano solo l’annata 2007 della sua malvasia che si è mostrata un po’ affaticata dal passare del tempo: al naso la varietà si esprime con note fresche non particolarmente intense e all’assaggio si conferma la nota evolutiva. Nel complesso è pulita e ben realizzata.
La sfida però è con un vino decisamente speciale, la malvasia Carso doc 2009 di Skerk che si è confermata uno dei bianchi più interessanti assaggiati negli ultimi mesi. Un vino che amplifica le sensazioni varietali e le integra con un corpo ricco e un’ottima acidità. La bravura di Boris Skerk è tutta in questa bottiglia!

Sauvignon
Un gigante della categoria è il De La Tour di Villa Russiz e anche l’annata 2008 si conferma ricca e intensa come sempre. La gestione di una varietà scontrosa come il sauvignon è da libro di testo, frutto maturo e ricchezza alcolica con una bella rinfrescante acidità per un vino che ha notevole potenziale di affinamento.
Di fronte un altro vino di Skerk, il sauvignon Carso doc 2008 che conferma le sue capacità agronomiche e enologiche: il frutto è maturo e ben definito, il gusto è succoso anche se un po’ rustico.

Cesanese del Piglio docg
Torre del Piano è la selezione migliore dei vigneti del Casale della Ioria di Paolo Perinelli e l’annata 2008 è la prima prodotta col nuovo disciplinare. Il vino è ben fatto, speziato al naso e potente all’assaggio anche se non abbiamo trovato perfetta armonia tra la fresca e tagliente acidità e la pronunciata nota di legno.
Il cesanese artigianale è il Mozzatta 2009 di Piero Macciocca che già conoscevamo e che si conferma un vino estremamente interessante per la sua vibrante essenzialità: al naso è fresco e intenso come all’assaggio è fresco e ricco, molto molto piacevole. L’azienda è agli esordi e ha puntato tutto sull’individuazione di vigneti particolarmente vocati e su una rigorosa viticoltura biodinamica.

Toscana igt (a base sangiovese)
Tignanello è un nome importante per l’enologia italiana, un monumento della rinascita toscana degli anni ’70 e noi, con i nostri sei mesi di vita, non ci siamo fatti particolari problemi a tirargli il collo. L’annata è la 2007 che in Toscana si è rivelata, nel complesso, al di sotto delle aspettative e anche il nostro assaggio lo conferma. Dire che ci aspettavamo di più è riduttivo, il Tignanello si è rivelato uno scolare diligente che presenta un compitino ben fatto ma senza acuti, non brilla come dovrebbe, peccato.
Brilla invece il Veneroso 2007 della Tenuta di Ghizzano che del tigna-nello ricalca la composizione (sangiovese per circa l’80% e cabernet sauvignon) in una zona molto bella e vocata tra le colline pisane. Al naso il vino è austero e ancora un po’ chiuso, al gusto è composto con una bella nota di liquirizia.

Conclusa la carrellata si possono tirare le somme: non emerge dal nostro limitato campione di 14 vini un’indicazione univoca sul miglior modo di fare vino. Complessivamente ci sono piaciuti di più i vini artigianali ma i giudizi in scatti sono abbastanza omogenei e non evidenziano altro che una tendenza.
In particolare i giudizi di questa sessione, più severi della precedente, riflettono alcune differenze di interpretazione di alcuni vini e la minore fascinazione per certe tipologie condivisa da tutti noi.

L’ultima considerazione è sui prezzi, decisamente elevati di molti vini. Gli artigianali sono prodotti da aziende di piccole dimensioni che devono curare vigneti e cantine con maggior impiego di manodopera sia per le specifiche della loro impostazione sia perché sono spesso di piccole dimensioni e quindi meno efficienti dal punto di vista economico. Non vorremmo però che il prezzo diventi una variabile indipendente.

E ora tocca a voi commentare, criticare, giudicare.

 

I risultati

3 scatti
Skerk Malvasia Carso doc 2009 € 26,88

2 scatti
Villa Russiz De La Tour Sauvignon Collio doc 2008 € 24,90
La Visciola Priore Mozzatta Cesanese del Piglio docg 2009 € 21,00
Tenuta di Ghizzano Veneroso Toscana igt 2007 € 22,80

1 scatto
Picech Malvasia Collio doc 2007 € 14,88
Skerk Sauvignon Carso doc 2008 € 26,88
Casale della Ioria Torre del Piano Cesanese del Piglio docg 2008 € 17,88
Antinori Tignanello Toscana igt 2007 € 59,40

La commissione: Cristiana Lauro, Alessandro Bocchetti, Antonio Paolini, Jovica Todorovic, Paolo Trimani

scatti di gusto
Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
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