Boom di Agraria. Alma Mater di Bologna e Perugia le facoltà migliori
Università, è tempo di iscrizioni e test di ingresso. Una delle facoltà più gettonate da qualche anno è Agraria. Ecco le migliori, secondo la classifica del Censis 2011: Bologna, Perugia, Modena e Reggio Emilia sul podio, seguono Padova, Tuscia, Teramo, Udine, Sassari, Torino e Parma.
Una conferma, rispetto all’anno scorso, per l’Alma Mater di Bologna (al 1° posto) e per Modena e Reggio Emilia (terza) mentre sale di un gradino Perugia (seconda) e scende dal 2* al 6* posto Teramo. Fanalini di coda l’Università del Molise, Catania, Basilicata, Pisa, Reggio Calabria, Palermo e Foggia, ultima in classifica. Il voto attribuito dalla guida Censis-Repubblica è la media delle valutazioni assegnate a quattro parametri: produttività, didattica, ricerca e rapporti internazionali.
Maschio (il 66%), proveniente da istituti tecnici e scientifici: ecco il profilo dello studente iscritto ad Agraria secondo Almalaurea, in aumento nonostante il calo generalizzato delle matricole (-9,2% negli atenei pubblici dal 2007 a oggi).
Uno dei motivi del successo è legato alle opportunità occupazionali che questo corso di laurea offre. Nonostante i segnali di sofferenza del settore (dal 2000 al 2010 il 32,2% delle aziende agricole ha chiuso i battenti), secondo Almalaurea il 50% degli studenti che escono dalle 23 facoltà di Agraria italiane (molte delle quali non prevedono un test d’ingresso vincolante) riesce a trovare un lavoro entro i primi 2-3 anni dopo la laurea triennale.
Sarà anche per questo che l’interesse dei giovani per le professioni legate alla terra è in crescita. Interesse confermato anche dal 6° censimento dell’agricoltura, che evidenzia un aumento delle aziende del comparto agricolo gestite da giovani (e da donne), e dalla crescita delle iscrizioni all’Albo degli Agronomi, in aumento al ritmo del 25% l’anno.
Dati che fanno ben sperare sulle possibilità di svecchiamento della categoria dove solo il 7% dei titolari di impresa ha meno di quarant’anni. “Sono 29 mila i giovani attualmente impegnati nelle imprese delle nostre campagne”, stima Andrea Barella, presidente di Agrofarma. “Il professionista dell’agricoltura di oggi è molto diverso dallo stereotipo comune: è un conoscitore profondo della natura e delle sue dinamiche ed è fortemente orientato all’innovazione e all’internazionalizzazione”.
Ma la fattoria non è l’unico sbocco professionale per il giovane laureato. A parte le organizzazioni internazionali e la Pubblica Amministrazione, mete attualmente non accessibilissime, una laurea in Agraria (triennale o magistrale) può tornare utile nelle aziende agroindustriali (vivai, industrie conserviere e di trasformazione alimentare, consorzi e cooperative di lavorazione, trasformazione e vendita dei prodotti, mangimifici, macelli, cantine), nelle biotecnologie, nelle scienze gastronomiche e nell’insegnamento (solo con laurea magistrale e previo concorso di abilitazione).
L’agricoltura si conferma anche come uno dei comparti più gettonati per il lavoro stagionale giovanile. 200 mila studenti universitari e liceali sono stati impegnati quest’estate nella raccolta di frutta, verdura e sono sui campi in questi giorni per la vendemmia. Un numero cospicuo, pari a un quarto del totale dei lavoratori stagionali che hanno usufruito dei voucher per il lavoro occasionale messi a disposizione dall’Inps, buoni lavoro che assicurano una copertura previdenziale e assicurativa ma non sono soggetti a ritenute fiscali.
[Fonte: Censis, Almalaurea, conipiediperterra.com, Istat, Confeuro, Ansa, impresalavoro.eu, coldiretti.it, universita.it Foto: panoramio.com, trapaninostra.it]