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9 Gennaio 2012 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:44

I furbetti dello scontrino. Passatevi la pizza sulla coscienza. Voi lo chiedete a Princi?

Effetto Monti. Un trentenne a Milano denuncia la panetteria Princi per mancata emissione del suo e di 17 scontrini. Da Cortina, Guardia di Finanza a Corso Como
I furbetti dello scontrino. Passatevi la pizza sulla coscienza. Voi lo chiedete a Princi?

Italia salva. Sì, la manovra del Governo Monti che dovrebbe tirarci fuori dalle acque limacciose a suon di tasse e austerità è sulla bocca e sulle tasche di tuuti (o quasi). Non staremo qui a spiegare i motivi per cui è necessario contribuire al mantenimento dello Stato (cioè di tutti noi) anche perchè lo ha detto chiaramente lo stesso Presidente del Consiglio a Che tempo che fa e l’intervista potete ascoltarla come invita a fare il Post. Checchè abbia dichiarato di essere evasivo sui programmi del governo.

Un clima diverso? Sarà, ma quanti, per alleviare il peso delle tasse (quindi fare un piacere a se stessi) si comportano come Alessandro Rimassa che è andato a mangiare un pezzo di pizza a taglio (buonissima, riferisce) da Princi a Corso Como alle 4:13 del mattino e non solo chiede di ricevere il suo scontrino da 3,50 €, ma ohibò, anche di battere i 17 scontrini delle 17 persone che lo avevano preceduto.

Sono rimasti con gli occhi spalancati. In silenzio. Hanno tentato di far finta di niente.

Fa due calcoli il trentenne e dice ai due allibiti ragazzi cinesi alla cassa che mancano 17×3,50 = 59,50 €.

Il responsabile di Princi si infastidisce

È arrivato un ragazzo italiano intorno ai 30 anni, con le mani sporche di farina (direi che stava preparando le pizze successive).
“Hai avuto lo scontrino tu?” mi ha domandato.
“Sì certo, ma non le 17 persone davanti a me, dovete batterli tutti.”
“Ma se tu hai avuto il tuo, che vuoi?”
“Se non li battete, vi denuncio alla Finanza.”
“E denunciaci.”

Ecco, detto fatto. Senza nemmeno uscire, Alessandro chiama la Guardia di Finanza al 117 e denuncia. Aggiungendo anche le sue generalità che non era tenuto a dare.

Ma la parte più esplosiva della sua nota su Facebook riguarda i calcoli dell’evasione.

Poi ho fatto un veloce calcolo: c’erano circa 80 persone in panetteria. Nel corso di una notte festiva ne passeranno almeno un migliaio. Via, diciamo meno: 500.
500 pezzi di pizza da 3,50 euro sono un totale di 1.750 euro evasi.
Diciamo che Princi viaggia anche a medie più alte, ma facciamo finta che questa sia la media delle nottate in cui la zona di corso Como è particolarmente viva. Diciamo che le notti vive siano 4 a settimana, 16 al mese.
1.750 x 16 = 28.000 euro evasi al mese
Diciamo che non fanno proprio 12 mesi di pienone, ma 11…
28.000 x 11 = 308.000 euro evasi all’anno
Certo, magari è capitato solo ieri notte che non siano stati fatti gli scontrini… questo spetterà verificarlo alla Guardia di Finanza, io faccio soltanto ipotesi in base alla mia esperienza diretta.
Proseguiamo. Attenzione, il “gioco” non finisce qui. Se il titolare si tenesse per sé quei soldi, avremmo una evasione di 308.000 euro, che corrisponde a un mancato incasso di tasse di oltre 150.000 euro. Tanti, tantissimi.
Ma se il titolare con quei soldi ci paga straordinari, compra macchinari o materiali di consumo… Mettiamo (faccio un esempio di fantasia, ecco) che paghi i 100 euro netti ai tre dipendenti notturni in nero: ogni notte il personale gli costa 300 euro. Li pagasse in maniera regolare, spenderebbe 750 euro. Mettiamo poi che debba comprare un macchinario che costa 10.000 euro: pagandolo in nero si accorderà per un prezzo di 7.500 euro. Avrà il 25% di sconto.
Ma attenzione: l’azienda che gli vende il macchinario evaderà tasse per ulteriori 5/6.000 euro.
E così via.
L’evasione si propaga in maniera esponenziale e pressoché infinita.
Se di panetterie che evadono queste cifre ce ne fosse anche solo una per provincia, ne avremmo 110 in Italia. Per un totale di oltre 33 milioni evasi ogni anno.
Non bruscolotti, 33 milioni di euro!!!
Che genereranno altri milioni di euro di evasione derivata.

Molti hanno commentato, molti hanno condiviso la scelta di Alessandro Rimassa.

Ma voi, che alla pizza e al pane buono ci tenete, avete pensato che:

  • Alessandro Rimassa è un fake delle Fiamme Gialle
  • Alessandro Rimassa è un delatore
  • Alessandro Rimassa è un rompiscatole
  • Princi fa lo scontrino di giorno
  • I cinesi alla cassa non capiscono l’italiano
  • Il responsabile non capisce i cinesi
  • Il responsabile non capisce l’italiano
  • Gli Italiani non capiscono Monti
  • Il responsabile è Monti
  • Un pezzo di pizza a 3,50 € è un buon prezzo a Milano
  • Siamo a Corso Como, questa cosa non è elegante
  • Vi sta bene andare a mangiare la pizza alle 4:13
  • Ma non c’è l’esenzione per il lavoro notturno?
  • Me ne frego, la pizza al taglio la mangio da Spontini a Corso Buenos Aires a 5,50 € (trancio abbondante)
  • Si vede che non ci capite di pizza al taglio: io vado da Giuliano in via Paolo Sarpi
  • Giuliano vero sta in via Sarpi, Giuliano buono sta in via Mambretti
  • Io la pizza al taglio la mangio da Pizzarium di Bonci, ma a Roma
  • Io la pizza la mangio solo tonda da Tonda
  • Anche io la mangio tonda, ma a Napoli nella ZTL
  • Alessandro Rimassa (Generazione 1000 euro e Generazione S) fa la cosa giusta, avrebbe detto Spike Lee (cit.)

[Link: Facebook, lastampa.it]

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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