Degustazioni. I vini di Colle Picchioni in attesa di Fontodi all’Osteria di Monteverde
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Uno dei locali scelti da Antonio Paolini, Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani per gli appuntamenti di degustazione dedicati a singole cantine è L’Osteria di Monteverde. Domani sarà di scena Fontodi con due verticali (Flaccianello della Pieve e Chianti Classico Riserva Vigna del Sorbo), mentre l’ultimo appuntamento che ha coinvolto una quarantina di enoappassionati è andato alla scoperta di un’azienda storica del Lazio, Colle Picchioni.
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Una serata in compagnia del produttore Armando Di Mauro e delle bottiglie che hanno consentito di ripercorrere il cammino dell’azienda nata quasi per caso da un’idea della madre (astemia) Paola Di Mauro cui è dedicato uno dei bianchi prodotti. Abbinamento con i piatti proposti da Roberto Campitelli, formazione al Convivio Troiani e al Glass Hostaria, per una serata di tradizione romana.
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Polpettina di bollito ad avviare la tavola cui ha fatto seguito la trippa romana ingentilita e un filino poco arrischiata nel prendere un carattere più deciso (per i no-trippa, un crostone cicoria e lardo). Bella la cacio e pepe con la chitarra, anche se al secondo tentativo (e con l’esimente di un sold out e di una degustazione molto serrata), leggera e convincente la coda che non mancherà di avere apprezzamenti trasversali e di catturare l’attenzione di coloro che la cercano più contemporanea. E per finire, zuppa inglese piacevole.
La degustazione dei vini di Colle Picchioni
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Donna Paola 2010 – Colle Picchioni
Giallo oro luminoso, con note di frutta secca, erbe aromatiche e miele di zagara; vino succoso e minerale, che invita al riassaggio nonostante un piccolo eccesso di alcool che non lo penalizza. Abbinamento di elezione con pesce bianco al forno.
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Le Vignole 2009 – Colle Picchioni
Questo vino si avvale di un passaggio in legno piccolo che lo caratterizza all’olfatto: note di frutta gialla matura, note dolci di pasticceria, in bocca è grasso e ricco ma bilanciato da una nota fresca e sapida donata dai terreni vulcanici dove sono posizionati i vigneti dell’azienda.
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Le Vignole 2005 – Colle Picchioni
Nonostante gli anni passati in bottiglia l’uso del legno è ancora evidente e segna sia il naso che la bocca: anche questa versione è ricca, glicerica, ancora in cerca di un equilibrio possibile visto che il vino è integro.
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Le Vignole 1998 – Colle Picchioni
L’integrità la ritroviamo esaltata nella versione più anziana che mostra un’invidiabile bilanciamento fra ricchezza e bevibilità: note di frutta secca, minerale, fiori appassiti, lunghezza fuori dall’usuale per un vino bianco laziale di quasi 15 anni che si esalta nell’abbinamento con un piatto di tonnarelli cacio e pepe.
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Il Vassallo 2009– Colle Picchioni
L’ultima annata del classico taglio bordolese (60% merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 10% Cabernet Franc) castellano è un vino ancora giovane al colore rubino con sfumature porpora, ma di cui si intravede il carattere e il potenziale di evoluzione: al gusto è intenso con note fruttate e di spezie dolci, con tannini fini, di media lunghezza e con una freschezza che gli dona una buona piacevolezza a tavola.
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Il Vassallo 2005– Colle Picchioni
L’annata in questione è stata felice e il vino è ancora a dimostrarlo dopo 5 anni dall’uscita: la freschezza e la sapidità non è stata ancora intaccata, il vino si dimostra ancora piacevole con in più l’equilibrio che ha acquisito con la permanenza in bottiglia che ha smussato qualche durezza giovanile.
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Vigna del Vassallo 1993– Colle Picchioni
Il salto di anni è importante anche perché nel 1993 l’enologo di casa a Colle Picchioni era ancora Giorgio Grai. Il vino è appena meno intenso nella tonalità di colore rubino con qualche accenno di granato, al naso è ricco di profumi di sottobosco, cuoio, frutti rossi in confettura e un accenno di speziatura (pepe in grani); in bocca è elegante ma ancora possente, un tannino fine e con un potenziale evolutivo ancora non completamente espresso; insomma una grande bottiglia!
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Vigna del Vassallo 1987 formato Magnum – – Colle Picchioni
Chi pensava di aver assaggiato il clou della serata è rimasto sorpreso da questa bottiglia in formato grande: al colore si apprezzano nuance molto delicate, al naso l’eleganza e la delicatezza di fiori secchi, minerale, spezie dolci e note di sottobosco. In bocca si presenta un liquido setoso ma non privo di personalità, con un tannino impalpabile, lungo e persistente che si abbina alla meraviglia con una versione “educata “ di coda alla Vaccinara.
Moscato d’Asti Ca’ del Re 2011 – Mauro Perrone
Note tipiche di salvia e muschio, agrume e fiori bianchi , si integrano per formare un sorprendente bouquet. Fresco e di grande bevibilità.
(Note di degustazione di Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani)