Copenaghen sempre avanti nella sfida al ristorante migliore del mondo?
C’è poco da fare, quando nelle cose ci metti anche il cervello e hai davanti a te una prateria di primati da conquistare, i risultati spesso arrivano. Metti Copenaghen, capitale un po’ defilata dalle rotte più battute dai turisti, sacrificata da un clima ingeneroso, un ruolo non di primo piano nei libri di storia, arte e letteratura. E quella cucina “non (molto) pervenuta”, che faceva della capitale danese un nome assente dai carnet dei viaggiatori gourmet.
Ma le cose cambiano, soprattutto se del mondo che ti rotea intorno acchiappi l’air du temps. Tempi di riscoperta dell’ambiente, segnati dall’avvento del biologico come tentativo estremo di riportare la natura in tavola. E dal territorio, senza condizioni.
E’ così che una piccola provincia dei fornelli diventa una grande “New Nordic Cuisine“. E’ anche per questo che nella città delle biciclette che ha dichiarato guerra (vera) al CO2, uno dei suoi suoi cuochi, René Redzepi, di ritorno da una formazione nelle grandi cucine europee, si piazza per due anni in cima alla graduatoria della più innovativa delle guide.
Ecco, appunto, la World’s 50 Best Restaurants, altro segno dei tempi nuovi, l’anti-Michelin che ha sconvolto gli antichi equilibri geo-gastronomici, attesa per stasera con il suo verdetto annuale sui migliori ristoranti del mondo.
Non stupisce quindi che, alla vigilia di uno degli eventi clou della ristorazione, la Cnn ci ricordi che è Copenaghen la nuova capitale europea della cucina. A decretarlo, del resto, ci sono i numeri della Guida verde, che a novembre ha distribuito 14 stelle alla capitale danese (l’elenco è qui).
Si va dal bistellato Noma, vocazione agricola spinta in un design rustico, tutto radici, muschi, alghe, germogli, petali e piante selvatiche, al 100% bio del Den Økologiske Pølsemand, frequentatissimo dai residenti; dai locali “multisensoriali” Mielcke & Hurtigkarl e AOC a Herman, una stella Michelin già a 7 mesi dall’apertura; dalla cucina fusion di The Paul e di MR a quella thai di Kiin Kiin.
Fino all’italiano Era Ora, cucina umbra tra i fiordi e passando per gli eccentrici interni del Royal Café, regno dello “Smushie”, lo smørrebrød (panino tradizionale danese) con il sushi.
Redzepi (e Copenaghen) vincerà anche stasera? Brillerà ancora la New Nordic Cuisine nel firmamento delle cucine per cui vale la pena prendere un aereo? Che inquina, è vero, ma intanto Copenaghen conta di abbattere i Co2 entro il 2025. La sfida continua.
[Fonte: cnn.com, ilturista.info Foto: Andrea Sponzilli, cnn.com, travel.ripley.za.net]