Stelle Michelin 2013. Spiegare perché Magorabin prenderebbe la prima, la più erotica
Magorabin, Torino. Che più Torino non si può a due passi dalla Mole Antonelliana che è lì a ricordartelo. Marcello Trentini è lo chef dal capello rasta che lo vedi subito si diverte. L’occhio è di quelli abbastanza pazzi per ritenere che ti servirà dei plin (mai fidarsi delle apparenze, lo farà) e ti immagini qualche percorso divertente. Me lo ha caldamente raccomandato Doctor Gourmeta aka Carlo Spinelli che in cucina si è pure fatto fotografare in mutande per tuffarsi in un piatto.
Te lo chiede subito se vuoi divertirti, Trentini. E se ti piace il tartufo. E cavolo che sì, mentre al tavolo rimettono a fuoco il rito dell’aperitivo con vermouth e mangalitza. Se sarà politically uncorrect potresti capirlo dalla prima spennellata di barolo chinato sulla mano. Serve per esaltare il sapore. Non della mano, ma del tartufo che la giudiziosa fanciulla fa nevicare avvertendoti di fare gnam in un solo boccone. Non sarà la complessità del Cyber Eggs di Davide Scabin ma potrebbe essere questo andare di assoluto il motivo per cui al Magorabin di Torino andrà la prima stella Michelin nel 2013, cioè a quasi 10 anni dalla sua nascita? Era tra le stelle promesse direte voi, ma c’era anche chi metteva in evidenza una scarsa compostezza dei suoi piatti l’anno scorso.
Un po’ scomposto lo troverete Marcello Trentini (che per inciso è apprezzatissimo da Guido Falaschi, macellaio in San Miniato che durante il Salone del Gusto fa sempre tappa qui), ma sa farsi perdonare. Il sempre su di giri Doctor Gourmeta parla di cucina erotica. Probabilmente vi sedurrà il foie gras liquido con porcini e nocciole. Molto poco politically correct con la nuova lotta al cibo non etico. Ma se ti mette insieme tre ingredienti che profumano di terra e ti piacciono un apprezzamento lo fai. E anche Immaginando il club sandwich, burroso e scomposto – di concetto, che lo ha preceduto gioca ad andare contro l’alienazione del viaggiatore in preda ai ritmi aereo-hotel (solo a tavola, il pensiero ti viene).
Ben più accogliente risuona l’Oyster Steack Tartare di Black Angus e foglia d’ostrica con ostrica. Che profuma tantissimo e non resisti a dargli subito il primo colpo di forchetta. Se fate rientrare l’ostrica nei cibi erotici siete a cavallo, altrimenti va bene lo stesso: a piedi non restate. Porcini erotici? Nella versione con capasanta appena scottata e ricci di mare a fare splash strizzano l’occhio. Ti fai sedurre. E inizi a pensare che questo menu sia azzeccato soprattutto per la biondissima che sta azzerando le difese del suo commensale due tavoli più in là (a proposito, il locale è molto più convenzionale con la sua aria da taverna chic). La Vichyssoise di porri, animelle e caviale affumicato (Trentini, hai deciso di ricostruire il dizionario alla voce cibi da corteggiamento?) in cui a tirare è soprattutto l’animella.
Ormai siamo ai preliminari spinti: Lingua, gamberi e gel di mandarino è un piatto acuto. “Perversione perversione pura, davvero eccezionale, un alibi per ogni eventuale pazzia d’amore” (cit. dal solito Spinelli). Mi interrogo se una pazzia potrebbero valere anche gli spaghetti al nero di seppia e uova di trota. Una sapidità intensa, anzi, procace.
Ma Trentini è un bravo ragazzo. In mezzo a questo scoppiettare di citazioni erotiche, spunta l’anima italianissima con i Plin di Nonna Lucia. Un ripieno brasatissimo, gaudente e lunghissimo. Non so se qualche torinese potrebbe stilare una classifica dei migliori plin del mondo come siamo adusi a Roma a fare con carbonara (lo so, lo so che già sapete) o una cacio e pepe tipo quella a due stelle Michelin, ma questi plin le posizioni alte della classifica le vanno a occupare di sicuro.
Ritorniamo sull’otto volante con la ventresca di maialino in fortunato e gustoso abbinamento con gli scampi e chiudiamo con Tutta la dolcezza del limone.
E ora ve lo state chiedendo cosa sta rimirando Marcello Trentini in questa pioggia di desideri che cadono dal cielo?
Magorabin. Corso San Maurizio, 61. 10124 Torino. Tel. +39 011 8126808