20 cose da sapere prima di andare al Napoli Pizza Village 2014
Il Napoli Pizza Village è partito con la pizzeria più grande della città costruita con i forni di 50 pizzerie che si snodano sul lungomare.
Probabilmente la più alta concentrazione di pizzaioli e di pizze che mente e pancia di un appassionato possa desiderare.
Ecco cosa si è visto nella prima serata di apertura e una lista della spesa per quanti vorranno partecipare a questa manifestazione che si chiude domenica 7 settembre.
1. Come assaggiare tutte le pizze
Dimenticate di poter assaggiare tutte le pizzerie del villaggio (che sono 48 in fila + una dedicata al gluten free e un’altra a rotazione nello spazio retrostante i forni del Campionato Mondiale) a meno di non usare uno stratagemma: andare in comitiva e procedere a micro degustazioni.
2. Combattere la sete
Una pizza per essere dichiarata buona non deve far venire sete. Ma mica potete restare all’asciutto mangiandola. Quest’anno l’organizzazione ha inserito i chioschi delle bevande tra un forno e l’altro. Applausi.
3. Stadio della Pizza
Il Napoli Pizza Village ha un main sponsor (che è anche lo sponsor del nostro campionato): e il suo nome è sul titolo mondiale cui ambiscono i pizzaioli che arrivano da mezzo mondo per contenderselo. Chi lo vince ha il trampolino perfetto per acquisire notorietà. Oggi c’è l’atto conclusivo allo Stadio della Pizza e intorno alle 23 dovrebbe essere proclamato il vincitore. Portate pazienza se volete assistere: si fa sempre più tardi di quanto annunciato (vediamo se verrò clamorosamente smentito).
4. Tipologie di pizza
I concorrenti possono gareggiare in diverse specialità (comprese juniores e gare acrobatiche). Che corrispondono alle declinazioni delle pizze universalmente riconosciute:
- Pizza Napoletana s.t.g. Trofeo Caputo
- Pizza classica
- Pizza in teglia
- Pizza al metro/pala
- Pizza di “Stagione”
- Pizza senza glutine
5. Pizza napoletana patrimonio dell’Unesco
A volte ritornano è il commento che ho ascoltato alla presentazione della petizione di Alfonso Pecoraro Scanio che vuole fare iscrivere l’arte del fare la pizza nella lista dei beni immateriali tutelati dall’Unesco. Ha sorvolato sulla mancata attuazione dell’Stg che dovrebbe garantire la tutela del nome e si è destreggiato tra gli scogli delle correnti dei pizzaioli da politico navigato qual è. Come testimone della battaglia c’è Jimmy Ghione di Striscia la Notizia (i due hanno già vinto la scommessa sulla tutela della spiaggia di Budelli). Metterete la vostra firma?
6. Il sindaco vuole la vera pizza napoletana a New York
Il sindaco De Magistris spacca spesso la città in due con le sue decisioni impopolari. È l’argomento preferito di discussione in taxi per stato dei lavori della metropolitana e soprattutto chiusura del lungomare al traffico veicolare. Ma unisce tutti sotto la bandiera della vera pizza napoletana all’estero che vorrebbe far sbarcare con tutti il villaggio a New York. Molti lettori, sono sicuro, si accontenterebbero di vederla in altre città italiane.
7. La pizza e la Francia
Se la pizza napoletana entrerà nella lista dell’Unesco, Pecoraro Scanio vorrebbe un Pizza Village a Parigi (sede dell’Unesco) sugli Champs-Élysées. All’eventualità si prepara France Presse che ha seguito con attenzione i mille risvolti della pizza durante la prima serata.
8. Totò
Restiamo all’estero con il concorrente n. 1 della categoria Pizza Classica. Viene dalla Corea e ha deciso di regalare un omaggio alla città che ha inventato la pizza attraverso uno dei suoi più illustri rappresentanti di tutti i tempi: Totò. Giuria in delirio e selva di macchine fotografiche e telefonini a immortalare l’idea. La pizza è diventata freddissima.
9. Fiordilatte
Meglio il fiordilatte vaccino o la mozzarella di bufala? Discussioni infinite tra tradizionalisti, innovatori, ostenitori della Dop, eccellentisti. Basta che sia buona (e a voi scoprire se quella in foto è fiordilatte o mozzarella).
10. Mister Pizza
Chiedete di associare la pizza ad una persona e avrete il nome di un pizzaiolo famoso in risposta. Ma il Mister Pizza italiano dovrebbe essere Franco Manna di Rossopomodoro con le sue ennemila pizzerie in giro per il mondo. Che paghi lo scotto della serialità della sua idea imprenditoriale?
11. Pizza a casa
Uno dei nostri cavalli di battaglia è come fare la pizza a casa cui abbiamo dedicato una serie di Lezioni di Pizza. L’idea è piaciuta proprio a Rossopomodoro che ha utilizzato il nome per 12 appuntamenti con altrettanti famosi pizzaioli che insegnano i trucchi e dispensano le ricette per evitare palle gommose. Si fa pratica con un forno casalingo.
12. Birra o vino?
Siete convinti che non dovreste aggiungere altri lieviti mentre mangiate la pizza oppure parteggiate per quelli che il vino non si beve con la pizza? Argomento di discussione secondo solo a mozzarella vs fiordilatte e farina debole vs farina forte (solo per specialisti).
13. Bella di papà
Si sta facendo largo una piccola schiera di giovanissimi pizzaioli che rivendicano il diritto di continuare la tradizione e l’attività di famiglia. Tra loro c’è Martina Cacialli, cognome pesante a Napoli (il nonno Ernesto era il famoso “pizzaiolo del Presidente”, cioè Clinton), che a 15 anni ha deciso di fare la fornaia. Buon sangue non mente.
14. Nuove aperture
Restiamo in famiglia con Enzo Cacialli che ha dovuto lasciare la sede storica del Presidente di via Tribunali e migrare a Pozzuoli dove aprirà la prossima settimana “Dal Presidente”. Il nome lascia intendere che vuole restare ai piani alti delle pizzerie napoletane.
15. Nuova farina
Mi accuseranno di marchette, ma per il popolo dei fissati della pizza a casa è una notizia bomba: Antimo Caputo ha deciso di aumentare la produzione dei pacchi di farina da 1 kg che sono una bella comodità per chi non ha dove stivare il sacco da 25 chili. Viene meno un motivo di divorzio e di litigio (andate al punto 7) e per festeggiare il super conservatore mugnaio di Napoli ha anche varato grafiche nuove per la Rossa (che perdona – quasi – tutto) e la Blu (per quelli che hanno manico con l’impasto).
16. Recensioni
Sia che abbiate deciso di assaggiare tutto sia che avete messo in rubrica solo un paio di nomi di pizzerie, potreste avere bisogno di una scheda per annotare le vostre impressioni. Quella del Campionato di Scatti di Gusto può fare al caso vostro. Ecco i punti da annotare
- Aspetto visivo.
- Profumo.
- Cottura.
- Sapore.
- Leggerezza.
- Prezzi. (ma in questo caso il menu completo costa sempre 12 € e comprende pizza, acqua o bevanda, gelato o dolce, caffè)
17. Pizza alla moda
Lo smalto rosso si intona alla perfezione all’impasto della pizza (cit.)
18. Pizzaioli poco conosciuti
Il Napoli Pizza Village è l’occasione soprattutto per i non napoletani di scoprire pizzaioli che non amano troppo i riflettori. Alzi la mano chi conosce Salvatore Urzitelli della pizzeria Add’o’ guaglione, per dirne una.
19. Pizza come dolce
Dulcis in fundo, sono previsti anche i dolci a chiusura del menu. Sabatino Sirica ha deciso di sostenere la causa della pizza all’Unesco con una torta a forma di pizza. Giudizio: più buona che bella.
20. Pioggia
Fa caldo ma pioviggina (sono gli effetti dell’aumento della temperatura globale, ha ammonito con giudizio Pecoraro Scanio). Validissimo fare una danza contro la pioggia, ma è meglio armarsi di ombrello che, oltre a fungere da talismano per la nota Legge di Murphy (Portare un ombrello quando è previsto che piova rende la pioggia meno probabile), vi permetterà di assaggiare la pizza evitando di tenere il naso all’insù. La preoccupazione è piuttosto dei pizzaioli che devono evitare che l’impasto si attacchi.
Tutti pronti per un assaggio? E per dichiarare le vostre preferenze?