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8 Marzo 2015 Aggiornato il 31 Marzo 2019 alle ore 12:53

Taste 10. Tutto quello che dovreste assaggiare a Firenze

Il gusto si fa strada attraverso 5 porte e l'edizione numero 10 di Taste a Firenze. Come sempre, alla Stazione Leopolda. Dove andrà il gusto sembra
Taste 10. Tutto quello che dovreste assaggiare a Firenze

Taste porte del gusto

Il gusto si fa strada attraverso 5 porte e l’edizione numero 10 di Taste a Firenze. Come sempre, alla Stazione Leopolda.

Dove andrà il gusto sembra chiedere la vettura che si arrampica sul muro all’ingresso.

Taste Firenze anno 10

Punta al blu e noi puntiamo agli stand. Per dirvi cosa assaggiare in diretta. Seguiteci e aggiornate la pagina per scoprire la strada di Scatti di Gusto.

1. Si può iniziare con una ventricina dolce condita con miele di acacia e stagionata tre mesi da Fracassa Salumi in provincia di Teramo.

Firenze chiama Napoli e andiamo OT. La nuova avventura di Antonio Lucisano a Napoli funziona benissimo. A Gourmeet sono previsti incontri e cene con chef stellati. Ogni lunedì il calendario propone cucine come quella di Niko Romito, Rosanna Marziale, Pepoe Guida. Da non mancare.

2. Sei mesi o tre mesi per il Salame di Varzi Dop di Thogan Porri in provincia di Pavia? Scegliete la stagionatura più lunga e non ve ne pentirete.

3. Tutto il mondo vuole la colatura di alici di Cetara. Segnatevi il nome di Gennaro e di Acquapazza Gourmet, il ristorante in Costiera Amalfitana. Da preferire il 36 mesi che è sapido ma meno strong di quanto si possa pensare. 40 chili di alici servono per il “terzo” che vedete. E quest’anno niente alici sotto sale. I tonni hanno fatto incetta e ognuno ne mangia quanto il proprio peso. A Cetara stanno pensando alla Dop ma le maglie del disciplinare sembrano un po’ troppo larghe.

vodka toscanaLuca Pecorini

4. La prima vodka con grano tenero bio Toscano con prevalenza del Mugello è questa. Si chiama VKA e la assaggiamo. Mi dicono che l’abbinamento perfetto è con bottarga di muggine. Prendete nota della nuova avventura di Luca Pecorini che chiude Maga Magò a Barberino del Mugello e aprirà a Firenze un nuovo locale.

Noi intanto andiamo con i salumi. Operazione con ricadute sul territorio grazie alla rivalutazione di terreni incolti, alle accise, al quantitativo di vodka consumato nel mondo (Pecorini stima il 63% dei superalcolici). Per ora  è distillata a Cuneo ma prossimamente la distilleria sarà nel Mugello. 40 gradi e note di liquirizia in lontananza.

Guardate cosa vuol dire  il nome nei simboli sulla bottiglia: uomo, donna, terra ed equilibrio che la Toscana vuole. Non so se chiamarla semplicemente vodka.

5. Cioccolato di questi tempi chiama Pasqua. E sia con l’uovo sotto vetro, in box di vetro e sorpresa di gianduia, le uova di Riccardo Fattori. Ma visto l’orario, i Fringes, cioccolatini disegnati dall’artista americana Rita Linzt, sono golosi appetizer. La versione cioccolato fondente e peperoncino mi piace. Come la novità della crema di gianduia salata. Per aprire invece che chiudere un pranzo. Tutto da La Molina.

6. Il Dok Dall’Ava Numero 10 stagionato 24 mesi è sempre presente alla voce certezze.

7. Bello stabile anche per il 28 mesi S. Ilario. “Facciamo sempre la stessa cosa”. Meno male.

8. Villani festeggia 130 anni. Il suo Prelibato, assicurano, ha tempi di lavorazione lunghi un mese. Come un tempo, sottolineano, e viste le candeline va ricordato.

9. Il salmone affumicato di Coda Nera è tra quelli che preferisco.

10. Dolciarte è diventata famosa per il panettone, per il PanRamata con cipolla e per la colomba (con canditi all’arancia), ma in fiera ha anche i biscotti senza latte e derivati.

11. Il Frantoio Franci sapeva della mosca già da dicembre 2013 e ha fatto molta attenzione. È riuscito a produrre il 20% in più rispetto all’anno precedente e a mantenere ti lo standard per il suo Grand Cru Frantoio e il Moraiolo. Poco base con le olive acquistate che in pratica non c’erano.

12. Lo spaghettoalvolo e lo spaghettoalvolo Plus promette di aiutare gli chef con tempi di cottura rapidi: 3 e 4 minuti. Trafilatura in bronzo. Lo trovate da Ettore Bocchia a Villa Serbelloni a Bellagio e da Marcello Spadone alla Bandiera. Il suggerimento di Bocchia lo ha messo in pratica Gaetano Verrigni dell’omonimo pastificio abruzzese.

13. Per la mortadella si va da Bonfatti. Un classico.

14. Alcune ricette non cambiano accada quel che accada. Il Pesto Rossi di Roberto Panizza resta da campionato mondiale. Anche senza burro.

15. Un packaging elegante, una coratina strong, una peranzana delicata che nella nuova linea Essenza è affumicata. Da provare.

Una piccola selezione. Speriamo vi sia sufficiente.

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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