Molti si chiedono se è il caso mettersi in fila per visitarlo o se è meglio cercare un’offerta per un volo che dura quasi lo stesso tempo.
\n\nL’attesa è tale che sui cubetti di legno sono stati incisi messaggi ironici in stile condannato all’ergastolo – “Cosa hai visto di Expo? Il legno del padiglione Giappone” – che hanno sostituito l’avvertenza di non scalare il muro.
\n\n
Potrebbe essere il vostro caso – scrivere un messaggio, non scalare per scavalcare la fila che state facendo. E mentre vi chiedete perché tutto questo legno e non avete risposta se non siete arrivati all’altezza della tabella di spiegazione (o al contrario, l’avete già imparata a memoria), forse vi è venuta voglia di sapere cosa vedrete e perché state utilizzando così il vostro tempo a Expo.
\n\nNon è la stessa fila con il numeretto per prenotare una visita medica. Quella la farete dopo.
\n\n
Ora dovete capire che qui è tutto interattivo e multimediale. Vi spiegano tutto e avete anche un’App di guida.
\n\n
Non è solo tecnologia. È estetica, è bellezza.
\n\n
Rimarrete affascinati dal racconto della storia dell’alimentazione nipponica. Letteralmente immersi dentro.
\nProvo a mettervi il video.
\n\nÈ girato con il telefonino, ma dovrebbe rendere l’idea anche del modo in cui è stata cercata l’interattività con gli spettatori. Probabilmente l’arma vincente e virale che ha spinto così tante persone a mettersi in fila per seguire il percorso. Che dura circa 50 minuti. Un niente rispetto alle ore di fila (a proposito, a che punto siete?).
\n\n
Mi ha affascinato di meno la grande “libreria” con tutti i piatti. Sì, c’è anche il pesce palla. Ma forse perché inizia a venire fame. Soprattutto se siete in piedi da tempo.
\n\n\t\t\n\t\t- \n\t\t\t
- \n\t\t\t
- \n\t\t\t
\n\t\t
Su manga e fumetti impossibile pronunciarsi. Dipende da quanti eroi preferiti ritrovate.
\n\n
Un tavolo obliquo con le sedie fuori misura sono un’installazione artistica che vi creerà un dubbio: ma in Giappone non si mangia inginocchiati? Evidentemente qualcosa è cambiato.
\n\nOk, vi manca la parte appetitosa, quella che vi predispone a un’immediata richiesta di cibo. Si sono inventati un ristorante multimediale che fa da palcoscenico allo spettacolino stile “mai dire Banzai”.
\nNon vi piacerà perché la fame salirà a livelli intollerabili. E peggiorerà quando all’uscita vedrete la (altra) fila per entrare nel ristorante. Non c’è solo quello costosissimo buono per pubblicare indignati uno scontrino.
\nÈ l’unico posto dove non sono riuscito ad entrare perché la mia filetta l’ho fatta. Un po’ più di mezz’ora.
\n\nMa era il 1 maggio, giorno di apertura.
\nDopo nulla sarebbe stato più come prima. Il seme della fila mostruosa era già germinato nell’Expo delle meraviglie che – come detto – è (era) un gigantesco parco giochi del cibo e non una sessione straordinaria della FAO.
\nBuona visione.
\n[Immagini: Manuela Vanni, iPhone Vincenzo Pagano]
\n","description":"Voglio affondare il coltello nella piaga delle code che anche oggi si stanno consumando a Expo 2015 in vista della chiusura dell'ultimo giorno di ottobre."}]}Expo. Il padiglione del Giappone come non l’avete visto mai. E come non lo vedrete più
Voglio affondare il coltello nella piaga delle code che anche oggi si stanno consumando a Expo 2015 in vista della chiusura dell’ultimo giorno di ottobre.
Il padiglione più gettonato, più cercato, più sospirato e con la coda che è riuscita ad arrivare a 10 ore (!) è quello del Giappone.
Molti si chiedono se è il caso mettersi in fila per visitarlo o se è meglio cercare un’offerta per un volo che dura quasi lo stesso tempo.
L’attesa è tale che sui cubetti di legno sono stati incisi messaggi ironici in stile condannato all’ergastolo – “Cosa hai visto di Expo? Il legno del padiglione Giappone” – che hanno sostituito l’avvertenza di non scalare il muro.
Potrebbe essere il vostro caso – scrivere un messaggio, non scalare per scavalcare la fila che state facendo. E mentre vi chiedete perché tutto questo legno e non avete risposta se non siete arrivati all’altezza della tabella di spiegazione (o al contrario, l’avete già imparata a memoria), forse vi è venuta voglia di sapere cosa vedrete e perché state utilizzando così il vostro tempo a Expo.
Non è la stessa fila con il numeretto per prenotare una visita medica. Quella la farete dopo.
Ora dovete capire che qui è tutto interattivo e multimediale. Vi spiegano tutto e avete anche un’App di guida.
Non è solo tecnologia. È estetica, è bellezza.
Rimarrete affascinati dal racconto della storia dell’alimentazione nipponica. Letteralmente immersi dentro.
Provo a mettervi il video.
È girato con il telefonino, ma dovrebbe rendere l’idea anche del modo in cui è stata cercata l’interattività con gli spettatori. Probabilmente l’arma vincente e virale che ha spinto così tante persone a mettersi in fila per seguire il percorso. Che dura circa 50 minuti. Un niente rispetto alle ore di fila (a proposito, a che punto siete?).
Mi ha affascinato di meno la grande “libreria” con tutti i piatti. Sì, c’è anche il pesce palla. Ma forse perché inizia a venire fame. Soprattutto se siete in piedi da tempo.
Su manga e fumetti impossibile pronunciarsi. Dipende da quanti eroi preferiti ritrovate.
Un tavolo obliquo con le sedie fuori misura sono un’installazione artistica che vi creerà un dubbio: ma in Giappone non si mangia inginocchiati? Evidentemente qualcosa è cambiato.
Ok, vi manca la parte appetitosa, quella che vi predispone a un’immediata richiesta di cibo. Si sono inventati un ristorante multimediale che fa da palcoscenico allo spettacolino stile “mai dire Banzai”.
Non vi piacerà perché la fame salirà a livelli intollerabili. E peggiorerà quando all’uscita vedrete la (altra) fila per entrare nel ristorante. Non c’è solo quello costosissimo buono per pubblicare indignati uno scontrino.
È l’unico posto dove non sono riuscito ad entrare perché la mia filetta l’ho fatta. Un po’ più di mezz’ora.
Ma era il 1 maggio, giorno di apertura.
Dopo nulla sarebbe stato più come prima. Il seme della fila mostruosa era già germinato nell’Expo delle meraviglie che – come detto – è (era) un gigantesco parco giochi del cibo e non una sessione straordinaria della FAO.
Buona visione.
[Immagini: Manuela Vanni, iPhone Vincenzo Pagano]