Napoli. L’ultima cena di Palazzo Petrucci e le prime foto a Posillipo dove si trasferisce
Il ristorante stella Michelin Palazzo Petrucci, con lo chef Lino Scarallo e tutta la sua brigata, chiude e lascia il centro storico e piazza San Domenico Maggiore.
Un arrivederci ai clienti e agli appassionati della buona cucina in un’altra splendida location, in via Posillipo.
Il 21 gennaio Palazzo Petrucci riapre praticamente sulla spiaggia e vicino a Palazzo Donn’Anna. Posto fantastico.
Ma ieri sera è stata l’occasione per una “ultima cena” nella sede storica con un menu degustazione di 5 portate scelte fra le creazioni che hanno animato le carte di questi anni.
Iniziamo a festeggiare con un aperitivo: polpa di scorfano, timo e emulsione di olio extra vergine di oliva.
Un classico di Lino Scarallo è il raviolo di lingua di vitello, ripieno di gamberi crudi su zuppetta di bucce di limone di Sorrento, sconcigli e polvere di cozze (2008). Sembra molto un omaggio alla “carnecotta”, ma qui è in una versione ben più aristocratica.
In una cucina napoletana non può mai mancare una zuppa di patate (2009). La assaggiamo arricchita di sentori di trota affumicata e alghe croccanti con un aroma di zenzero.
Andiamo in estasi con gli spaghettoni di Gragnano con quinto quarto di astice e mozzarella di bufala (2010) a tocchetti che non è cotta o trattata in alcun modo. Spaghettone da Champions e salsa da raddoppio immediato.
Arriva il piatto che probabilmente non avrei scelto dalla carta e che invece si è rivelato star della serata: la triglia (2010). Un piatto di qualche tempo fa che è sempre attuale. Delicata nell’impanatura con erba cipollina che sposa il pesce, la leggera farcitura di provola e la salsina allo yougurt. Supera nella mia scala lo spaghettone.
Il piccolo pre dessert, una crema di yogurt e e di arance non stucchevolmente dolce, apre la strada al classico dei classici di Lino: la stratificazione di pastiera napoletana (2007).
Sono contento: una cena pirotecnica che ha ripercorso il cammino di Palazzo Petrucci e di Lino Scarallo in 9 anni in buona parte stellati.
Un po’ di malinconia per questo trasferimento. Mi spiace perdere uno dei migliori panorami del mio terrazzo. Ma ho guardato la nuova sede e vi assicuro che Palazzo Petrucci sarà ancora più bello.
E, ne sono sicuro, ancora più buono.
Non mi credete se vi dico che le novità saranno tante?
O davanti a questo paradiso siete disposti a credere ancora “che Palazzo Petrucci a Napoli ha un destino incerto… “? (cit.)
[Immagini: Luciano Furia, Vincenzo Pagano]