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7 Settembre 2017 Aggiornato il 25 Dicembre 2023 alle ore 22:33

Brusaporto. Perché lo street food prende tre stelle con i Cerea

Il giardino delle Esperidi l'ho trovato a Brusaporto, provincia stellata di Bergamo, che per gli appassionati di gastronomia ha un solo indirizzo: Da
Brusaporto. Perché lo street food prende tre stelle con i Cerea

Il giardino delle Esperidi l’ho trovato a Brusaporto, provincia stellata di Bergamo, che per gli appassionati di gastronomia ha un solo indirizzo: Da Vittorio.

Benvenuti, lettori e lettrici, nel regno della famiglia Cerea che custodisce l’albero delle tre stelle d’oro e della solida cucina italiana affidandosi al manico di Chicco e Bobo in cucina, a Rossella per l’ospitalità e a Francesco per la cantina, mentre Barbara è al Caffè di Bergamo Alta. Un po’ più delle tre esperidi, ma la cura degli ospiti è titanica.

Una macchina da guerra è la definizione che spesso si associa all’organizzazione dei Cerea e un evento come gli Artisti dello Street Food, giunto alla quarta edizione, spiega bene come si possa connettere il catering della Cantalupa e la cura maniacale del ristorante tristellato che riverbera i suoi effetti dal parcheggio alla piscina fin dentro le camere del relais o alla incredibile colazione.

Aneddoto dell’edizione 2017: un forno per un pasticcere ha smesso di funzionare dopo averlo posizionato. Quindici minuti dopo era stato rimpiazzato. Organizzazione da macchina da guerra, appunto.

Il giardino a balconate sormontato da terrazze e chiuso dai campi da tennis è scenografia efficace per il paese dei balocchi dello street food.

Tutti i partecipanti, 36 (+ 3 postazioni allestite dai Cerea), sono stati selezionati per qualità e capacità di sostenere grande afflusso. Più di 1200 ospiti che hanno elegantemente preso d’assalto le postazioni.

I 39 chioschi li vedete in elenco.

C’era anche un concorso con la giuria tecnica che ha votato il migliore street food. L’anno scorso il premio è andato a Zibo con la pasta ripiena alla carbonara (che a breve aprirà un Campo Base, cioè un ristorante fisso a Milano). Quest’anno ha vinto l’agriturismo Il Vecchio Carro con il suino nero dei Nebrodi cotto a legna. Onore alla giuria che è riuscita ad assaggiare tutto.

L’offerta è stata a dir poco ciclopica ed equamente suddivisa tra primi, pesce, carne, dolci e gelati con incursioni di artisti dello spettacolo che si sono esibiti sul palcoscenico e per i viali (compresa la banda musicale come nelle feste di paese).

Il blocco napoletano è ben rappresentato dai partecipanti di lunga data con i Piccirillo della Masardona (pizza fritta, qui al baccalà), Capparelli (con le sfogliatelle in luogo del tradizionale babà), un Mario Avallone in versione slim (cozze e brodo di polpo con fila lunghissima) e con la new entry di Luciano e Nando Bifulco mattatori della carne con le lunghe frollature (una oltre 200 giorni per gradire) e il Come un Tonno, consistenza del pesce e piacere carnale accolto con un dito like anche da Chicco Cerea che ha apprezzato.

Il tonno del mare lo ha messo in scena proprio Da Vittorio con un esemplare sfilettato sul momento per una tartare e un sashimi per palati forti.

E la carne da bollito in un’altra terrazza.

Anche la pizza ha avuto il suo alter ego nella Pizzeria dei Sette Ponti con due proposte a testimoniare che il big bang dell’impasto c’è stato bello forte a coprire la periferia dell’impero napoletano con realizzazioni di ottima fattura.

O con pezzi storici come la focaccia di Manuelina, attenzione con lo stracchino che altri formaggi sono vietati.

Ci sono i grandi nomi dello street food come Giuseppe Zen di Mangiari di Strada e di Macelleria Popolare che qui ha portato un aglio, olio e peperoncino di tecnica consona ai luoghi tristellati.

E anche quelli che un po’ più sconosciuti forse lo sono come la Ravioleria Sarpi con gli strepitosi dim sum che sanno di curcuma e di zenzero.

Dalla Sicilia, ecco la pasta con le sarde dei Pupi di Bagheria e il cannolo cornucopia della Madia di Pino Cuttaia, due stelle Michelin prestato allo street food come il collega Marco Sacco che in questo passaggio al lago ha portato una gigantesca pentola per preparare 15 chili (!) di risotto.

Ancora carne dal Piemonte che fa da contrappunto a quella della Campania e lampredotto dalla Toscana o porchetta dall’Abruzzo.

Il giro d’Italia è completato da bomboloni e zucchero filato.

E non mancano i fuochi d’artificio che salgono da banchetti e food truck innaffiati dal Trento DOC Ferrari. 

Bisogna solo mettere in agenda la manifestazione 2018. L’edizione di quest’anno era prevista a giugno ma gli unici giorni di burrasca hanno costretto a rimandarla a fine estate. Si vede che le Esperidi si sono messe d’accordo con Zeus: anche il meteo è stato perfetto.

Cosa chiedere di più?

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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