Roma. Dao si conferma ristorante cinese diverso e non solo per prezzi
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Dao, il ristorante cinese di viale Jonio a Roma cambia ancora.
Una ristrutturazione ha permesso la creazione di un Dim Sum bar sottraendo qualche posto a tavola.
Nel nuovo corso annunciato da Jianguo Shu, patron del ristorante, c’è anche l’incontro tra alta cucina cinese e alta cucina italiana.
Dao non è una nuova apertura, lavora da più di otto anni, ma si distingue nettamente per concetto e preparazioni dai suoi diretti competitor.
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Mai nessuna concessione all’all-you-can-eat, né ai low cost estremi, niente draghi ruggenti o lanterne di carta di riso, Dao oggi non solo si presenta con un design raffinato e riposante, ma è riuscito a coniugare un fenomeno tutto occidentale come quello dell’aperitivo con una tradizione antica e diffusa in Cina, quella del Dim Sum.
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Lo spazio, dopo la ristrutturazione, è diversificato in aree funzionali.
C’è il Dim Sum Bar vero, un’area lounge e un salottino elegante dedicati alla degustazione di piattini, accompagnati da vini di pregio e signature cocktail a cura della sommelier Hiromi Nakayama che ha selezionato prodotti particolari come il Moutai, antica grappa di sorgo molto profumata.
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Dim Sum Bar, per richiamare un modo di gustare il cibo curando la convivialità e la condivisione, proprio come accade in Cina, tra amici e famiglie. Si tratta di piccoli bocconi ed assaggini, dolci e salati, a base di carne, pesce, verdure e crostacei, ognuno ben codificato nella forma e nel colore.
Un piccolo alfabeto virtuale per esprimere il ‘lieto stare’, il claim di Dao.
Cosa si mangia
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Ravioli, fagottini, wonton, baozi, ma anche assaggi dei piatti in carta, opera dello chef Lan Haijie e da Wang Pingjiao, una signora dalle dita fatate che realizza uno ad uno ogni bocconcino di pasta ripiena.
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Niente preparati in scatola, ma cucina vera, autentica, nella migliore e più antica tradizione cinese, pur concedendosi alle materie prime italiane, da distributori come Hqf e Longino&Cardenal e piccoli produttori locali selezionati personalmente dal proprietario.
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Il riso cantonese non c’è, ma il menu comprende i classici, come l’anatra alla pechinese, il pollo al curry e gli spaghetti con verdure, oltre a ricette originali come il cesto di rombo o il Duo Jiao, il branzino al vapore con zenzero porri e salsa piccante.
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Non cercate nemmeno il gelato fritto, o la frutta caramellata; piuttosto vale la pena assaggiare i dolcetti di riso (simil mochi) e sesamo, davvero ben fatti, scioglievoli e privi del frequente effetto gommoso; interessante anche la cheesecake di mango e kumqat e originale il budino al litchi.
4 mani con chef stellati e osti
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Ma le sorprese migliori stanno per arrivare, perché a breve inizieranno anche le ‘ospitate’, come si dice in tv. Sono in programma cene a quattro mani, e che mani: quattro appuntamenti di altissimo livello, in cui chef Lan Haijie dialogherà con la cucina italiana stellata rappresentata da Iside de Cesare (La Parolina), Salvatore Tassa (Colline Ciociare) e Roy Caceres (Metamorfosi), e quel meraviglioso mondo delle ‘osterie’ di qualità, che ha in Dino de Bellis (Vyta – Enoteca regionale del Lazio) un formidabile campione.
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Il ristorante è aperto tutti i giorni dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 23.00. Il Dim Sum Bar è aperto tutti i giorni a partire dalle 18.00.
Dovrebbe essere chiaro che Dao non è il solito cinese; per una cena si spende – e si riceve – di più: sui 30 – 40€ a persona, ma si esce soddisfatti, sazi, e soprattutto lieti.
Dao. Viale Jonio, 328 -330. Roma. Tel. +39 06 87197573