Coronavirus. Il caso dei panifici che diventano pizzerie in Campania
Ai tempi del Coronavirus, la pizza margherita è vietata a Roma. Spieghiamolo meglio: i panifici non possono preparare pizze se non quelle rosse con solo pomodoro o semplicemente condita con olio e rosmarino.
Perché?
Lo ha spiegato una circolare della Polizia Municipale (e un intervento del Vice Comandante): in sintesi, non possono fare concorrenza sleale alle pizzerie poiché i panifici sono considerati attività primaria e dunque sono sempre aperti. Cosa che non accade per le pizzerie che sono chiuse e possono effettuare solo consegne a domicilio.
Ma questa regola non è valida in tutta Italia.
In Campania, il Presidente della Regione Vincenzo De Luca ha vietato anche la consegna a domicilio delle pizze e dunque le pizzerie sono chiuse sempre. Di più, l’ordinanza del 28 marzo ha ristretto anche le possibilità di consegna a domicilio dei supermercati e degli alimentari: si possono consegnare solo cibi confezionati.
Quindi, niente pizza in tutti i comuni della Campania a meno di non prepararsela a casa.
Ma sui social corre l’indignazione di molti pizzaioli e pizzerie che denunciano la pratica scorretta dei panifici che sono aperti e che possono vendere al banco e fare le consegne a domicilio.
E che si sono messi a sfornare pizze la sera. Troppo forte è l’abitudine dei cittadini della Campania di mangiare pizza anche più di una volta alla settimana.
Segnalazioni a destra e a manca con conseguenti arrabbiature dei pizzaioli costretti a stare chiusi anche se in molti apprezzano la decisione della serrata imposta per evitare occasioni di contagio con la consegna a domicilio delle pizze.
Aniello Mansi, dell’omonima pizzeria di Pastena, popoloso quartiere di Salerno, non ci sta e denuncia la pratica scorretta con un post su Facebook pubblicato sabato 28 marzo alle 9 di sera.
i fodr combatt’n e i sciabb’l stann appes?????
stasera scendendo per controllare le attrezzature in pizzeria per via che possano succedere vari miracoli,
vedo persone con cartoni di pizze in mano fatte da panetterie ma stiamo scherzando! e nuj a cas a fa u pull c e fermi solo perché rientriamo nella categoria di ristorazione ma allora ci dobbiamo fermare tutti o l emergenza e solo per noi sta cos me mannat in bestia
I foderi combattono e le sciabole stanno a riposo per significare che chi dovrebbe fare per definizione una determinata attività non la fa viene utilizzata normalmente per dire che chi dovrebbe combattere se ne guarda dal farlo in un capovolgimento delle logiche.
In questo caso, il contrario della logica è vedere i cartoni delle pizze da asporto preparate dalle panetterie.
Un sasso lanciato nello stagno che subito si increspa di commenti. Interviene Daniele Sellami della pizzeria Macina a Pietra che sottolinea come dal primo giorno di chiusura delle pizzerie le panetterie abbiano iniziato a sfornare pizze.
A Cava de’ Tirreni, spiega una commentatrice, era accaduta la stessa cosa ma con i dolci: le panetterie avevano iniziato a sfornare dolci ma sono stati bloccati dalla Polizia Municipale.
Un’invasione di campo che promette nuovi strascichi. Si avvicina Pasqua e la ormai certa proroga del blocco totale di ristoranti, pizzerie, pasticcerie e bar. Ma anche la voglia di pastiera che prenderà un po’ tutti come è già accaduto con le zeppole di San Giuseppe.
La soluzione resta sempre quella: preparare la pizza e la pastiera a casa con le proprie mani.