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Vino
2 Ottobre 2020 Aggiornato il 2 Ottobre 2020 alle ore 12:47

Orange Wine. Cosa sono i vini più antichi del mondo in arrivo dalla Georgia

Dalla Georgia, cinque cantine in degustazione per scoprire gli orange wine e i rossi in anfora secondo un metodo millenario
Orange Wine. Cosa sono i vini più antichi del mondo in arrivo dalla Georgia

Se a Italia e Francia va il primato della produzione del vino nel mondo, alla Georgia ne va riconosciuta la paternità.

Scavi archeologici hanno restituito semi di vite vecchi di 7/8000 anni. Un’epoca perfino anteriore a quella del patriarca Noè, noto oltre che per la biblica arca, anche per il consumo dell’inebriante bevanda fermentata.

Per questa ragione la Georgia viene anche chiamata la culla del vino. La regione da cui poi si è diffuso nell’Asia Minore, in Grecia e a Roma.

E proprio a Roma abbiamo assaggiati i vini della Georgia. I distributori Tamar Tchitchiboshvili e 8Millennium, con il supporto dell’Ambasciata della Georgia, hanno organizzato una degustazione con Riserva Grande, che ne è anche rivenditore.

Orange wine e le anfore di terracotta

qvevri tradizionali interrati in Georgia per la produzione di orange wine

Mentre Italia e Francia nei secoli hanno studiato, modificato, implementato, selezionato tecniche e metodi di produzione, in Georgia si sono trovati da subito bene con i qvevri.

I Qvevri sono grandi anfore di terracotta ancora oggi sono utilizzate per le varie fasi di fermentazione, vinificazione e affinamento. Questo metodo antico dal 2013 è Patrimonio dell’Unesco

Le anfore sono costruite a mano, da poche famiglie di vasai che si tramandano da secoli i segreti della tradizione, e arrivano a contenere anche 1000-1200 litri di vino.

Le anfore sono foderate con cera d’api all’interno e sono interrate. Un’esigenza nata per preservare il vino dalle razzie e rivelatasi un fattore decisivo per la sua conservazione e maturazione.

Abbandonati durante gli anni del regime sovietico, i qvevri caratterizzano di nuovo la produzione del vino in Georgia, insieme alla conduzione biologica dei terreni, la frammentarietà degli appezzamenti, la gestione per lo più ancora contadina e manuale, e i tempi lunghi.

Sono poche le bottiglie disponibili molto legate all’andamento delle stagioni. Il mercato è composto per lo più da appassionati e intenditori, alla ricerca di vini dal bouquet non comune.

Curiosi di sapere com’è il vino più antico del mondo?

Orange wine ma non solo

vigne di rkatsisteli in Georgia per produrre orange wine

Rkatsiteli, Mtsvane, Kisi, Chinuri, Saperavi sono tra le specie più coltivate. Uve dai nomi difficili da ricordare a meno di non associarli alle sensazioni che arrivano dai calici.

In Georgia si contano oltre 500 vitigni autoctoni, bianchi e rossi. Va da sé che non è solo orange wine quello che si produce nei qvevri.

Come da noi, anche in Georgia le regioni del vino sono varie. Ma il 70% della produzione viene dal Kakheti, territorio ad est della capitale, Tbilisi, a ridosso delle montagne.

1. Vellino

 Cantina Vellino in Georgia

Questo produttore ha scelto uno stile più morbido e ‘occidentale’ per le sue bottiglie, e ha lasciato l’anfora solo per il rosso, il Saperavi. Macerazioni comunque lunghe per 4-6 mesi anche per il bianco e il rosato, solo in acciaio anziché in terracotta.

Mtsvane & Rkatsiteli 2017 (50% e 50%). 4 mesi di macerazione sulle bucce si traducono nei sentori di albicocca secca e kaki. Pensereste a un passito, invece è un vino assolutamente asciutto. Bocca piena e intensa, dalla componente acida evidente, lievemente tannica e con ricordi di miele nel finale. È un modo di pensare il vino molto diverso dall’occidente, che da noi può trovare confronti plausibili solo con orange wine di grande livello. Come quelli di Josco Gravner, Stanko Radikon e cantine Bressan. Al pubblico costa 29 €.

vino tavkveri rosato Vellino

Tavkveri 2019 rosato – vitigno a bacca rossa originario della Georgia centrale (nel Kartli), ma frequente nel Kakheti. Il mosto macera 4 ore sulle bucce per ottenere un bellissimo colore rosa lampone chiaro e trasparente. Separate le bucce per gravità, il succo inizia la fermentazione. Al naso arrivano con una certa intensità note di frutta di bosco e humus, con delle sfumature fungine. Profilo complessivo più scuro di quanto farebbe sospettare il colore, mentre la bocca è pulita, fresca, dalla beva abbastanza immediata. Al pubblico costa 27 €.

Saperavi 2018 – Tra le uve a bacca rossa più diffuse nel paese, il Saperavi è tra le varietà più antiche e ricche di antociani. Questa espressione macera in anfora e poi riposa in acciaio per 6 mesi. Si presenta con un colore rubino scuro e intenso. I profumi sono di frutta sotto spirito e chiodi di garofano, note balsamiche che ricordano la china e il mirto. Bocca intensa, persistente, ancora tannica. Vinificato secco, in patria si beve anche dolce e semidolce. Il Saperavi può restare a riposare e affinare in bottiglia ancora qualche anno senza perdere mordente. Al pubblico costa 29 €.

2. Khutsishvili Brothers

orange wine in qvevri in Georgia

Rimaniamo nel Kakheti anche con la famiglia Khutsishvili, che coltiva uva e fa vino da generazioni. Strenui difensori del metodo tradizionale, i fratelli Khutsishvili utilizzano qvevri vecchi di ben 200 anni, sopravvissuti alla massificazione imposta dal regime sovietico.

Rkatsiteli 2018 – macerazione di 6 mesi in anfora e affinamento in acciaio per altri 6 mesi. Orange wine dal naso molto intenso, come è da aspettarsi da una lunga macerazione, rotondo e carezzevole. Miele e frutta dolce, scorza di arancia candita e zucchero d’orzo preparano a un sorso pieno e gratificante, glicerico e avvolgente, lungo sul finale e molto equilibrato. Una bottiglia che si fa apprezzare piano piano. Costa 27 €.

Saperavi vino rosso di Georgia

Saperavi 2018 – macerazione di 6 mesi in anfora e 6 in acciaio. Espressione diversa rispetto alla precedente di Vellino, dalla componente fruttata più acidula, sentori mentolati e note di terra bagnata, che rievocano il tartufo. Beva piacevole, sostenuta da un tannino già ben risolto e la spalla acida, che è la nota distintiva di tutti i vini della serata. Costa 30 €.

3. Abdushelishvili Wine Cellar

Rkatsisteli orange wine di Georgia

Il giovane produttore di 32 anni è convinto della necessità di coniugare tradizione e bevibilità. Ha scelto il qvevri come strumento di vinificazione e maturazione per i suoi vini.

Rkatsiteli 2019 – 10 mesi di affinamento in anfora. Ecco un’espressione di orange wine dai contorni più snelli rispetto agli assaggi di Rkatsiteli precedenti, nonostante il lungo affinamento in anfora. Naso molto ricco e pulito, equilibrato tra note dolci della frutta secca e dell’uva passa, ricordi di fichi infornati con l’alloro, che resta anche al palato a chiusura di un sorso deciso, lungo, e lievemente tannico. Costa 27 €.

Orange wine di Georgia

Rkatsiteli 2018 – 18 mesi di affinamento in anfora. Annata più calda, esiti diversi rispetto al precedente, questo è decisamente ‘orange’. L’anfora esalta le caratteristiche della stagione e restituisce un vino coerente. Già dal bouquet spiccano le note più calde, di albicocca secca, mandorla tostata, uvetta e miele. Una bocca piena, intensa, tannica come la precedente, ma forse complessivamente meno intrigante. Costa 29 €.

saperavi vino rosso di georgia

Saperavi 2017 – 24 mesi di affinamento in anfora. Per la vinificazione di questo Saperavi vengono utilizzati anche i raspi, ricchi di sostanze antiossidanti, in grado di proteggere il vino per lunghi riposi. Questa bottiglia avrebbe bisogno di altro tempo per ingentilirsi. I tannini sono ancora scalpitanti e, mentre l’olfatto apprezza le note fruttate di bosco e l’humus tipico, al palato si percepisce ancora una certa immaturità. Costa 30 €.

4. 8 Millennium

L’agenzia di distribuzione con sede nei Paesi Bassi, è fondata da tre giovani viticoltori georgiani che nel loro paese di origine continuano a produrre secondo il metodo tradizionale. Quindi senza aggiunta di solfiti e in regime biodinamico.
Tutti i vini di questi produttori prevedono fermentazione spontanea, 6/7 mesi in anfora, poi separazione delle fecce e altri 12/14 mesi di affinamento in anfora.

8Millennium distributore di vini georgiani

Rkatsiteli 2018 – Profumi molto suadenti, non troppo opulenti, con una componente balsamica più accentuata. Erbe profumate come la citronella e l’incenso e sentori ferrosi tornano anche al sorso, che si chiude con su note amaricanti piacevoli. Pulizia e carattere per questa bottiglia che si acquista per 30 €.

Rkatsisteli orange wine di Georgia

Rkatsiteli 2017 – Come volevasi dimostrare, estate calda fa il vino rotondo. Il naso di questo 2017 è più maturo e più simile agli altri Rkatsisteli assaggiati finora, anche con qualche nota più delicata, di confettura di pere. Sorso molto coerente, glicerico, lungo e sostenuto dall’ormai ben nota acidità di questi vini. Prezzo identico al precedente: 30 €.

Saperavi 8 Millennium vino rosso di Georgia

Saperavi 2017 e 2018 – Due annate anche per il Saperavi, che risente evidentemente di meno delle fluttuazioni stagionali. Pur con i dovuti distinguo, anche la 2018 non ha perso il suo charme fruttato, virato sui toni più scuri rispetto all’annata precedente, ma pur sempre ben definiti. A paragone con gli altri Saperavi, noto una componente speziata più accentuata, di pepe nero e noce moscata, che si aggiunge alle note terrose in coda al bouquet, come già riscontrato in precedenza. Bocca asciutta, tannica, fresca, con corpo snello e buona persistenza. Entrambe le annate si acquistano per 29 €.

5. Napheri

Cantina Napheri in Georgia

E’ l’azienda di Levan Kbiltsetskhlashvili, altro vignaiolo trentenne. Il nome “napheri” in georgiano indica una carezza, una cura attenta, con riferimento alle vigne e al vino e al rispetto dei metodi tradizionali. Niente solfiti aggiunti, macerazioni lunghe, fermentazioni spontanee e riposo nei qvevri per tanti mesi.

Tsarapi 2019 – Da due cloni di Rktatsiteli, si affaccia dal calice con intensità e opulenza. Arrivano chiare note di nocciola, mandorle tostate e miele, che ricordano il torrone artigianale, di biscotto e arancia candita. La bocca attacca calda e avvolgente. Ma la consueta acidità di questi vini si affaccia subito e ricorda che siamo in presenza di un vino decisamente asciutto, con sentori di tannino, e amaricante sul finale, che si fa apprezzare a lungo. Si acquista per 29 €.

Chinuri orange wine in anfora dalla Georgia

Chinuri 2019. Il chinuri è un vitigno a bacca bianca tipico della regione del Kartli, utilizzato sia per le basi spumanti che per produrre vino fermo. Si presenta con un bouquet più delicato e sottile, in cui spiccano note di fiori dolci, su tutte la camomilla. Frutta estiva e mela essiccata si ritrovano anche nel sorso, più snello rispetto al precedente, ma come quello asciutto e teso, di buona persistenza. Costa 30 €.

Orange wine. Com’è il vino più antico del mondo?

orange wine Napheri

Devo dire di essere rimasta favorevolmente colpita, sono stati assaggi per niente banali o scontati. Mi aspettavo ossidazioni e asperità molto più pronunciate. L’appellativo “estremi” con cui vengono definiti spesso sarebbe invece più calzante per alcune espressioni di vino naturale squisitamente nostrano.

Sono ricchi, sono intensi, probabilmente troppo per il consumo giornaliero con il nostro palato. Non di meno per bevute fuori dal consueto o come abbinamento per piatti strutturati e aromatici sono una certezza. Provateli con i formaggi a latte crudo, di malga, gli affinati, gli stagionati, e fateci sapere.

scatti di gusto
Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
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