Palazzo Petrucci in guerra a Posillipo per la spiaggia più buona di Napoli
Palazzo Petrucci e Bagno Elena sono in guerra per la spiaggia di Posillipo a Napoli.
Quella che si apre nella piccola baia racchiusa tra Palazzo Donn’Anna e dalla torretta di Palazzo Quercia.
Sono loro gli attori – famosi, famosissimi – di una contesa che si sta giocando nelle aule del Tribunale Amministrativo della Campania.
Palazzo Petrucci è la creatura di Edoardo Trotta, il ristorante guidato da Lino Scarallo che ha conquistato più di dieci anni fa la stella Michelin.
Il Bagno Elena è lo stabilimento balneare con il lungo pontile sempre affollato di lettini come la spiaggia servita dalla tavola calda del beach club.
Restituire il mare alla città
In mezzo c’è l’Autorità Portuale che ha recentemente cambiato management ed è chiamata a disegnare un nuovo assetto della fascia costiera della città. L’intento è restituire il mare ai napoletani. Uno dei primi effetti di questo nuovo corso è stato il ritiro della gara di progettazione delle vasche di colmata per la Darsena di Napoli Est indetta dalla gestione precedente dell’Autorità Portuale. L’obiettivo dichiarato “è indirizzare tutti gli sforzi per interventi di valorizzazione del litorale di San Giovanni, con particolare attenzione al recupero del paesaggio costiero e marino esistente, al ripristino della balneazione e al recupero del mare alla Città, nel rispetto delle previsioni del PRG vigente”. Un salvataggio in extremis del progetto di Alvaro Siza per raccordare la nuova stazione metropolitana di piazza Municipio e la Stazione Marittima. Bocciato dalla precedente gestione dell’Autorità Portuale.
Una visione che comprende anche la fruizione della diga foranea del Molo di San Vincenzo. Qui c’è la passeggiata di due chilometri che parte dai giardini del Molosiglio. Una vista spettacolare della città dall’opera, progettata da Domenico Fontana nel 1596, ora proibita.
La guerra dei lidi
E cosa c’entra la spiaggia di Palazzo Petrucci? Edoardo Trotta, dopo aver cercato un accordo con Mario Morra del Bagno Elena, ha presentato ricorso al Tar Campania avverso la decisione dell’Autorità Portuale di Napoli. Che a dicembre ha prorogato per altri 4 anni la concessione di oltre 10 mila metri quadrati a favore del Bagno Elena. E ha negato la possibilità di riqualificare il tratto antistante il ristorante attualmente utilizzata dal lido, scrive l’avvocato Gianluca Lemmo, come deposito e solarium. Tanto che “La presenza e la gestione di intere file di lettini nella zona antistante al ristorante arreca un notevole pregiudizio all’attività”.
Insomma, nella battaglia che vede contrapposti il Bagno Elena e il Lido Ideal per conquistare qualche metro di più a danno dell’altro per assiepare altri lettini e ombrelloni, si inserisce Palazzo Petrucci.
Che però ha una visione completamente diversa. Come testimoniano i render del progetto elaborato da ADadarchitect. “La spiaggia — si legge nel documento di progetto allegato — sarà allestita con venti lettoni prendisole con annesso tavolino. Le distanze minime calcolate tra i paletti degli ombrelloni saranno superiori a tre metri tra le file ed a due metri e mezzo tra ombrelloni della stessa fila”.
La guerra della spiaggia e il nuovo bistrot
“La nostra idea”, spiega Edoardo Trotta, “è di realizzare un progetto che faccia rivivere il fascino della Napoli del mare antecedente alle colmate, che hanno di fatto cassato le spiagge cittadine, e lo spirito del Grand Tour che aveva tra i suoi riferimenti il Grand Hotel. Ovviamente incentrato sulla nostra attività e cioè la buona cucina”.
La trasformazione, come si vede, è di stile contemporaneo con l’equilibrio garantito dall’arredo e dalla disposizione delle palme. Che circoscrivono un’area piccola rispetto a tutta la concessione dei lidi.
Ma l’elemento interessante, che non è contenuto nel ricorso al Tar, è l’ulteriore evoluzione di Palazzo Petrucci. Cui siamo stati abituati con il Malandrino e la formula tapas con pizze.
“Sposteremo il ristorante stellato al primo piano riallestendo e migliorando la cucina già esistente. Al piano spiaggia nascerà il bistrot di Palazzo Petrucci con la cucina. Riaperta a giugno scorso completamente rinnovata, sarà dedicata al nostro menu degustazione Napoli. Che amplieremo per offrire quella ricostruzione della cucina napoletana con una sintesi contemporanea”, continua Trotta. “E che sarà a servizio dei 20 clienti del tratto di spiaggia antistante il bistrot che speriamo di ottenere in concessione”.
Il menu di Lino Scarallo per vincere la guerra a tavola
La terza anima di Palazzo Petrucci beneficerà della mano magica di Lino Scarallo la cui cucina è intrisa profondamente di napoletanità.
La mente e il palato già galoppano in questa guerra. Il menu del bistrot prevede una sezione per accompagnare la giornata al mare degli ospiti con i Bocconi dei Monzù. Li chiameremmo finger food sotto l’ombrellone. Sono piatti che riprendono i miti della corte dei Borbone e le vettovaglie popolari di quando il mare napoletano era il companatico.
Così ci sarebbe il cuzzetiello con la parmigiana di melanzana e l’immancabile frittata di maccheroni di Palazzo Petrucci. Oppure, il boccone di peperone arrosto ripieno e l’anguria con sorbetto al limone e crema inglese al rosmarino. E c’è lo spirito contemporaneo del bun con porchetta, astice e provola. Dell’hosomaki di sartù di riso e del roll di verza cappuccia con scampi e pecorino. E il cult di Palazzo Petrucci: la lasagnetta di mozzarella e gamberi.
A tavola, il florilegio napoletano degli imprescindibili spaghetti a vongole (che hanno fatto sognare gli appassionati con la ricetta qui raccontata). E l’incredibile tagliolino di calamari con vongole veraci, le linguine con moscardini alla luciana. Ma anche gli spaghettoni con ricci di mare e limone, le candele con scarpariello.
E per secondo la quasi introvabile spigola fritta con zucchine alla scapece. In buona compagnia dell’astice arrostito con carpaccio di cuore di bue di Sorrento e pesto di basilico. Della frittura di gamberi e calamari e dell’orata alla pizzaiola.
E poi la pastiera scomposta e il babà con gelato al limoncello.
“Anche se il mio sogno è far assaggiare ai clienti con i piedi sulla sabbia i paccheri all’impiedi con ragù. Destagionalizziamo il ragù”, sorride Scarallo.
Non resta che attendere la decisione del Tar Campania per comprendere se Napoli avrà una nuova spiaggia bellissima. Ma, soprattutto, buonissima.