Mietitura: la festa del Grano Nostrum al Capodanno del Mugnaio
La mietitura e il raccolto del grano che diventa racconto. Antico eppure contemporaneo in un anno che lo ha visto protagonista di un ritorno alle origini della dispensa. Ingrediente essenziale, ricercato e introvabile per effetto della pandemia e del timore di restare a corto di provviste. Il grano che diventa farina indispensabile per lievitati, pane e pizza. Un bene rifugio soprattutto dell’anima.
La festa della mietitura era preceduta da quella dei fuochi di San Giovanni. Nel mondo contadino si accendevano per saltarli e propiziarsi il raccolto. Oggi si guarda al satellite, alla fotogrammetria, alle analisi del terreno e alla selezione del grano che non è antico ma piuttosto autoctono. Cioè in grado di dare il meglio di sé a quella latitudine, a quelle condizioni climatiche e morfologiche. L’innovazione tecnologica insomma premia il genius loci.
Anche quest’anno la filiera del grano si è ritrovata per la festa della mietitura al Capodanno del Mugnaio. Il rito lo ha inventato Antimo Caputo, AD e mugnaio dell’omonimo mulino, perché è a questa data che si festeggia il raccolto. E con esso lo sforzo degli agricoltori e di chi quel grano lo trasforma. Una data mobile come mobile è il tempo che fa maturare le spighe. L’occhio tecnologico aiuta ma non può sostituirsi a Madre Natura.
La storia della festa della mietitura
Si è ritornati a Frignano, provincia di Caserta, dopo la prima firma quasi carbonara del 2016 per suggellare il patto della filiera tra agricoltori e mulino. Certificata dalla mietitura. Il rito della firma era nato quasi per caso. Invece di firmare al fresco dell’aria condizionata di un ufficio, i firmatari si erano dati appuntamento al campo di grano di Frignano. La cellula primigenia del progetto Grano Nostrum. E un tavolino recuperato nel piccolo casolare era stato messo nel mezzo del campo di grano. Sole e spighe a testimoniare lo sforzo.
La colazione all’ombra e i progetti per il futuro. Piccoli gesti che diventano ancora più grandi non solo perché in questi anni sono stati centrati obiettivi con aiuto reciproco. Proprio come chiedevano i riti propiziatori del fuoco saltato mano nella mano. Ma per le limitazioni che un periodo lungo due capodanni del mugnaio hanno dovuto subire.
Ritrovare quei gesti nella loro interezza sarà il segnale che il peggio è passato. E in questa estate ha prevalso la prudenza che è cifra del fare contadino.
Il Capodanno del Mugnaio 2021
Il Capodanno del Mugnaio 2021 è stato celebrato in pochi ligi al rispetto delle regole. La tecnologia ha aiutato a diffonderne il messaggio e a coltivare il rito della mietitura. Ma è inutile nascondersi che la festa vera è quella con tanti agricoltori, pizzaioli, panettieri, pasticcieri, forni, musica e abbracci. Come i festeggiamenti delle mietiture del 2018 e del 2019.
Ritorneranno, ma ora prendiamoci il buono di questa mietitura 2021. Era un po’ di tempo che non si vedevano spighe di grano tenero così curve per il peso dei chicchi. Il tempo instabile della primavera non ha premiato la quantità, ma il caldo violento di inizio estate premierà la qualità. Terra e spighe perfettamente asciutte. Quello che ci vuole per officiare il rito della mietitura.
“Per la filiera Grano Nostrum abbiamo superato tremila ettari di grano seminato, tutti al Sud Italia, distribuiti tra basso Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, Basilicata e Puglia. Contribuendo a produrre Grani Italiani. L’annata agraria si presenta soddisfacente dal punto di vista quantitativo, nonostante le scarse piogge in alcune fasi fenologiche importanti, come il riempimento della spiga. Di contro, rileviamo un profilo qualitativo molto alto, infatti, il clima asciutto ha determinato incrementi della qualità della granella e, accentuando notevolmente la qualità del grano”. Così Antimo Caputo
A festeggiare il Capodanno del Mugnaio, Carmine e Antimo Caputo, l’inossidabile Francesco D’Amore di nome e di fatto per la terra, Michele Meninno di Green Farm, custode dei grani.
E con loro chi quel Grano Nostrum e quella farina trasforma per le nostre tavole.
Le pizze, il pane e i dolci della mietitura
Vincenzo Iannucci, pizzaiolo contemporaneo con la Margherita e la Pizza del Mugnaio.
Domenico Fioretti, panettiere di Carinaro, che con il Grano Nostrum ha confezionato il casatiello figliato. La versione salata della tipica pizza figliata ha avuto tale successo a Pasqua da diventare lievitato per tutte le stagioni. Basta assaggiarlo per certificare la bontà.
Ancora più buono, se possibile, il “pacco alla camorra” di Simmaco Perillo, Presidente di NCO, Nuova Cooperazione Organizzata, con le terre sottratte alla mafia. La farina da Grano Nostrum alimenterà l’iniziativa e la pizzeria Nuova Cucina Organizzata a Casal di Principe.
La chiusura della festa della mietitura affidata al dolce. A Poppella, l’inventore del celeberrimo fiocco di neve. È l’unica spruzzata invernale di questo Capodanno del Mugnaio che si celebra in estate.
Il brindisi e l’intervista a Antimo Caputo
Un brindisi beneaugurante lo abbiamo fatto per il 2022.
Il salto propiziatorio è in questa breve intervista ad Antimo Caputo con lo sguardo rivolto al futuro prossimo.
E qui avete il video realizzato in occasione della festa della mietitura.