Trippa a Milano: osteria, macchina da guerra e Bib Gourmand Michelin
Uno straordinario lavoro di marketing e comunicazione fuori dalla cucina e il talento esplosivo del carattere di chef Diego Rossi ai fornelli hanno fatto di Trippa una delle trattorie più “in” di Milano.
Una mente geniale, come quella dell’oste Pietro Caroli, e un cuore senza confini e presunzioni, come quello di chef Diego Rossi. E poi braccia, gambe e sorrisi come quelli di tutto lo staff di sala e di brigata, ed ecco questa macchina da guerra.
Quando ho azzardato l’idea di prenotare un tavolo per la settimana successiva, gli amici mi hanno presa per la solita illusa che viene dal sud. “Da Trippa per mangiare c’è la fila” e questo è vero. Qui i ragazzi hanno lavorato talmente bene da costruirsi una tale fama che non c’è fame che tenga. Da Trippa a Milano mangiare è un must, e per farlo sei disposto ad aspettare.
Cos’è Trippa Milano che è anche Bib Gourmand Michelin
E la novità è che, a fronte della incredibile richiesta e dalla promettente offerta, Trippa Milano è uno dei locali Bib Gourmand selezionati dalla Guida Michelin tra quelli dove si mangia meglio a prezzi competitivi.
È un’osteria, ma non sempre, soprattutto a Milano, in un’osteria si spende quanto e come si mangia.
Da Trippa Milano mantengono le promesse.
Ti raccontano di un’osteria, trattoria, chiamatela come volete, dove sentirsi a casa. Tra semplicità e informalità, è così che ti accolgono.
Il gusto è retrò. Si fa un viaggio tra sapori delle cucine casalinghe, rinnovati e alleggeriti per i nostri tempi veloci, e i ricordi di una Italia vintage.
Quadri, oggetti da arredamento e oggetti da cucina, ormai, da collezione fanno da contorno a un’atmosfera da antica locanda che avvolge e riscalda il cuore prima dello stomaco.
E il gusto retrò si rispecchia nella mise en place, ops, volevo dire nell’apparecchiamento della tavola.
Il menu racconta di piatti di cucina casalinga da ogni regione, senza manierismi ma anche senza tanti fronzoli che eludano la realtà della ricetta base.
Il coraggio di rinnovare la tradizione senza stravolgerla e senza confondere, come spesso accade per timore reverenziale.
Questo ha fatto Diego Rossi da Trippa Milano. Con prodotti stagionali e secondo la disponibilità. Non si forza la natura per soddisfare il cliente, semmai la si asseconda.
Va bene, ok come al solito mi dilungo, ma non avendo provato tutti i piatti del menu volevo prima passarvi il concept di Trippa Milano.
E ora, venite a mangiare con me tra foto e dintorni. E buon viaggio.
Il vino
Il nostro inizia con la scelta del vino. So che sceglierò un percorso gastronomico tra terra e mare e su tutto preferisco un bianco. Voglio provare qualcosa di nuovo e mi lascio consigliare. Si beve Erbaluce di Caluso Cieck Winery. Non conoscevo con dovizia di particolari questo vitigno. Prevale la nota erbacea, balsamica e fruttata sulla mineralità dei vini che io amo. È un vino più inteso, aspetto che si rivelerà vincente.
Come si mangia da Trippa a Milano
Mi faccio consigliare anche per il menu. Insalata di melone, barattiere, fagiolini, cipolla, basilico e agone del lago di Garda. Fresco, sapido, vagamente dolciastro nel melone, contrasto azzeccatissimo con la salinità rilasciata dall’agone. Il top è arrivato subito.
Indiscutibile per me provare le melanzane. Diego Rossi le propone alla romana con salsa cacio e pepe e menta. Ed è la menta la nota chiave di un piatto già di per sé ben fatto e piacevolissimo.
Mi faccio consigliare anche sulla pasta: mandilli de saea al pesto. Letteralmente “fazzoletti di seta”, una tipologia di lasagne tipiche della Liguria. Piatto semplice, interessante scoperta.
Da pugliese rompiscatole chiedo il refrain dell’estate. “C’è il polpo arrostito?”
È in menu e, infatti, c’è. È arrivato in giornata. “Così ci dici com’è”. E come vuoi che sia? Morbido e croccate. Pietro è pugliese, come me, figurati se si fa fregare sul polpo a Milano.
Diego Rossi lo propone con ricotta di pecora, crema di albicocche del Vesuvio, e friggitelli.
La trippa da Trippa a Milano
Sono da Trippa Milano e vuoi che non provi la trippa? Ma la porzione di quella “del giorno” è imbarazzante per una sola ragazza dopo un menu simile, anche se quella ragazza sono io.
Allora provo la trippa fritta con rosmarino, che solitamente è più uno stuzzichino di inizio pasto che un secondo.
Tra i dolci il tiramisù di Trippa è noto, ma lo sciroppo di carrube su yogurt con fragole mi incuriosisce di più. Vince e io ci abbino un marsala secco.
Il conto arriva in una scatolina vintage di dolciumi con dentro scontrino e caramella Rossana. Non le vedevo dagli anni ottanta, praticamente da quando sono nata. Che felicità anche nel momento di pagare.
Ora mi tocca tornare perché ho altre selezioni da opzionare.
In particolare la trippa stufata, il vitello tonnato e il tiramisù. Sono i must di Trippa Milano.
Se ci andate prima di me fatemi sapere come sono, che poi vi seguo a ruota.
I prezzi
Antipasti dai 12 ai 15 €
Minestre dai 12 ai 14 €
Secondi piatti 18 €,
Trippa fritta 11 €
Trippa del giorno 14 €
Piatti della casa e i fuori carta di Diego Rossi dai 10 ai 20 €.
Verdure di stagione: quello che vi passa il convento.
Vi ricordo anche che Diego Rossi ha aperto a Milano Alla Concorrenza, e Pietro Caroli il Fornello Pronto di Fratelli Torcinelli.
E negli ambienti milanesi si vocifera che i “ragazzi” siano pronti per sbarcare all’estero.
Trippa Milano. Via Giorgio Vasari, 1. Milano. Tel. +393276687908