Nutri Score vs Nutrinform. Etichette sul cibo: differenze tra Francia e Italia
Nutri-Score, una forma di etichettatura dei prodotti alimentari proposta dalla Francia e già ammessa dall’Unione Europea, esprime il suo giudizio applicando sulla confezione lettere colorate dalla A (verde, cibo buono) alla D (rossa, cibo cattivo).
In Italia Nutri-Score, il cui “punteggio” espresso in lettere è frutto di un algoritmo, ha riscontrato non solo dubbi ma grandi polemiche perché danneggia le produzioni tradizionali italiane.
Secondo le regole di Nutri-Score, per esempio, un cucchiaio di olio extravergine è meno salutare di un piatto di patate fritte.
La polemica su Nutri-Score si è riaccesa nelle ultime ore per la denuncia dei suoi paradossi nutrizionali da parte di David Granieri, presidente di Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano. Le parole di Granieri arrivano dopo l’adozione della cosiddetta “etichetta a semaforo” francese da parte di alcune catene di fast food europee.
Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, si è affrettato a dire che la posizione italiana sul Nutri-Score non è mediabile. L’Italia rimane contro l’idea del semaforo francese che applica bollini rossi, verdi o arancioni al cibo.
Fin qui le schermaglie degli ultimi giorni (ma capitano spesso in sede di Comunità Europea, specie sull’origine degli alimenti in etichetta).
Adesso proviamo a capire come funziona Nutri-Score, e anche come funziona Nutrinform, l’etichetta dei prodotti alimentari alternativa a quella francese proposta dall’Italia.
Cos’è Nutri-Score?
Nutri-Score è un’etichetta nutrizionale basata su una scala di cinque colori che va dal verde scuro all’arancione scuro, associata alle lettere dalla A alla E.
Il verde scuro e la lettera A etichettano i prodotti con la migliore qualità nutrizionale, mentre il colore arancione e la lettera E segnalano i prodotti con la qualità nutrizionale più bassa.
Come funziona Nutri-Score: l’algoritmo
Nutri-Score fornisce ai consumatori informazioni sui prodotti nella parte anteriore della confezione. Il metodo di assegnazione del punteggio nutrizionale è stato sviluppato dalla British Food Standard Agency ed è noto come “punteggio FSA”.
Questo punteggio, che va da -15 a 40, intende valutare la qualità nutrizionale complessiva degli alimenti. Basato su 100g di prodotto, tiene conto di fattori sfavorevoli come calorie (kj), acidi grassi saturi (g), zuccheri (g) e sodio (mg); e fattori favorevoli come proteine (g) fibre (g) e frutta, verdura, legumi, noci e oli di oliva, noci e colza (%).
Nutri-Score assegna un punto ogni 80 calorie, un punto ogni grammo di grassi saturi, un punto ogni 4,5 grammi di zucchero. Sottrae un punto per ogni grammo di proteine o per quantità variabili di frutta e verdura. Ignora del tutto la presenza di vitamine antiossidanti e sali minerali.
Non sono poche le incongruenze del sistema di etichettatura francese, per esempio i profili nutrizionali che riguardano singoli alimenti e non l’intera dieta. Oltre alle valutazioni tarate sempre sui 100 grammi di prodotto, e non sulla porzione abitualmente consumata di un singolo alimento.
Nutri-Score: un po’ di storia
L’idea di un’etichetta nutrizionale sulla parte anteriore della confezione è stata proposta nel 2014 per dare nuovo slancio alla politica nutrizionale in Francia.
Nel gennaio 2016 la proposta è stata ripresa e integrata in una legge francese sulla modernizzazione del sistema sanitario. Per selezionare l’etichetta poi supportata dalle autorità pubbliche sono state confrontate quattro proposte diverse.
L’etichetta ufficiale è stata scelta con un decreto legge firmato il 31 ottobre 2017 anche se l’uso è ancora volontario.
In Francia, due anni dopo il lancio, nel progetto Nutri-Score erano coinvolti 250 marchi, vale a dire il 25% del mercato.
Nel maggio 2019, l’81% dei consumatori francesi ha dichiarato di aver riconosciuto Nutri-Score, mentre 4 francesi su 10 avevano acquistato un prodotto con l’etichetta.
Dopo la Francia, diversi paesi europei hanno aderito al progetto Nutri-Score.
Il Belgio a marzo 2019, Svizzera e Germania a settembre 2019, i Paesi Bassi a novembre 2019. Essendo registrato come marchio europeo Nutri-Score viene utilizzato anche da alcuni marchi di supermercati, come Auchan in Portogallo e Eroski in Spagna.
La Francia non ha mai nascosto, fin dall’inizio, la speranza che l’etichetta a semaforo Nutri-Score diventi obbligatoria in Europa.
Cos’è Nutrinform, l’etichetta a batteria proposta dall’Italia
L’Italia, il più duro oppositore di Nutri-Score, a gennaio 2020 ha presentato alla Commissione Europea un proprio sistema di etichettatura chiamato “Nutrinform Battery“, ingaggiando con la Francia un braccio di ferro che potrebbe determinare il modo in cui centinaia di milioni di europei scelgono il cibo da consumare.
Il governo italiano ha rifiutato Nutri-Score perché sostiene che il sistema ideato dalla Francia semplifichi eccessivamente le scelte dei consumatori, penalizzando ingiustamente specialità tradizionali italiane come il parmigiano e l’olio d’oliva, a causa del contenuto di grassi.
Come funziona Nutrinform
La sua proposta alternativa di etichetta nutrizionale utilizza i simboli della batteria per indicare le percentuali di energia, grassi e zuccheri in una data porzione di cibo.
Secondo l’Italia l’approccio di Nutrinform inquadra il consumo in un contesto più logico e coerente di assunzione giornaliera. Un sistema che non penalizza, non dà voti buoni o cattivi.
Le differenze tra Nutri-Score e Nutrinform
Il principale pomo della discordia è il modo in cui i sistemi concorrenti Nutri-Score e Nutrinform registrano e promuovono i prodotti alimentari “sani”.
Come detto, Nutri-Score assegna punti negativi a grassi saturi, calorie, zucchero e sale. Allo stesso tempo, assegna punti positivi a frutta, verdura, proteine e fibre.
Tuttavia, non tiene conto dei benefici di un moderato consumo di grassi e proteine. In questo senso l’etichetta Nutrinform presenta uno sguardo più sfumato e completo sul valore nutrizionale di un alimento.
Piuttosto che classificare gli alimenti come rossi/cattivi rispetto a verdi/buoni, Nutrinform invita a considerare in modo più preciso il consumo degli alimenti a elevato contenuto di grassi come parmigiano o salame nel contesto di una dieta generale.
Grazie alla sua semplicità Nutri-Score è senza dubbio facile da leggere.
Eppure la semplicità potrebbe essere il tallone d’Achille del sistema, se induce i consumatori a evitare prodotti alimentari naturalmente sani come l’olio d’oliva, spingendoli ad abbracciare invece scelte meno salutari, ben lungi da una dieta equilibrata.
La dieta mediterranea: modello insuperato
E questo dovrebbe essere, in definitiva, l’obiettivo di entrambi i sistemi di etichettatura: far sì che le diete degli europei siano più sane, più nutrienti ed equilibrate, che migliorino la salute e il benessere generale.
Le autorità francesi vogliono migliorare le abitudini alimentari della popolazione alla luce di dati allarmanti sul sovrappeso, che riguardano più della metà dei suoi cittadini.
L’etichetta nutrizionale italiana offre un quadro completo, in base alle esigenze individuali, prima di decidere la propria dieta.
Alla base della proposta italiana c’è la dieta mediterranea, considerata una delle migliori al mondo. Ricca di frutta, verdura e pesce piuttosto che di carne rossa, la dieta mediterranea – simile a quella giapponese – è considerata benefica per la salute generale.
I tassi di obesità in Italia sono inferiori del 17% rispetto a quelli del Regno Unito, mentre numerosi studi hanno anche dimostrato che le persone a rischio di malattie cardiache possono migliorare le loro condizioni cardiovascolari sostituendo carne rossa con verdure, pesce e olio.
Mostrando anche come le malattie cardiache possono essere combattute più efficacemente con una dieta in stile mediterraneo che con i farmaci.
Giudicare male un prodotto alimentare e bene un altro non rende la dieta equilibrata. Ecco cosa i responsabili politici di Bruxelles dovrebbero considerare nella scelta del più efficace sistema di etichettatura del cibo.
Dovrebbero incoraggiare scelte informate da parte dei consumatori su ogni prodotto portato a tavola. Nutrinform, l’etichetta nutrizionale proposta dall’Italia, soddisfa questo obiettivo in modo più preciso.