Camparino, l’aperitivo di Milano. Menù, prezzi e i 50 bar migliori del mondo
Due ritrovi imperdibili dell’aperitivo a Milano, il Camparino in Galleria e lo speakeasy segreto 1930, sono da martedì sera tra i 50 migliori bar al mondo.
500 giurati li hanno inclusi nella World’s 50 Best Bars 2021, la più importante competizione del settore, rispettivamente in posizione numero 27 e 20 della classifica (qui se interessa trovate i migliori bar del mondo nel 2020).
La premiazione, che si è svolta alla Roundhouse di Camden Town, nella capitale inglese, ha confermato il Connaught Bar di Londra come il miglior bar del mondo. Anche stavolta non mancano le sfumature italiane come lasciano intendere il nome di Ago Perrone, direttore del locale londinese, e del capo barman, il pisano Giorgio Bargiani.
Oggi, per i fissati della Milano da bere, che vive finalmente momenti di gloria (due bar in classifica come New York, mentre Parigi ne ha uno solo), ripercorriamo la storia del Camparino. Per capire come il bar all’angolo tra piazza Duomo e Galleria Vittorio Emanuele è diventato sinonimo di aperitivo a Milano. Vi parleremo del “1930” a tempo debito.
Camparino in Galleria a Milano: aperitivo liberty
Entrare al Camparino a fine giornata, per un bitter da bere in piedi conversando con gli amici, è come fare un salto indietro nel tempo. Fino a quel 1915 quando Davide Campari, a 48 anni, apre il bar dirimpetto alla grande sala dello storico caffè-ristorante Campari inaugurato lo stesso giorno della Galleria, il 15 settembre 1867.
Grande 40 metri quadri era un “bar di passo”, un “bar in piedi”, nel senso che le consumazioni avvenivano al bancone, rapidamente. Una soluzione che richiede poco spazio e poco personale, garantisce un flusso continuo di avventori, minori costi di gestione, maggiori introiti per il proprietario e prezzi più economici per la clientela.
Come il Camparino diventa simbolo dell’aperitivo a Milano
Il Camparino, anche se nato in tempo di guerra, diventa subito il tempio dell’aperitivo. Tra i motivi del successo internazionale ci sono sicuramente gli arredi Art Nouveau che rappresentano ancora oggi uno degli esempi più riusciti di liberty milanese. Il bancone in legno intarsiato da Eugenio Quarti, le lavorazioni in ferro battuto –in particolare i lampadari di Mazzuccotelli– i mosaici con motivi floreali di Angelo d’Andrea.
Nel 1919 Davide Campari cede Campari e Camparino alla famiglia Zucca. A parte il bitter, inventato nel 1860 dal padre di Davide –Gaspare– con il nome di “Bitter all’uso d’Hollanda” ma ormai semplicemente “il Campari”, i nuovi proprietari servono come aperitivo il prodotto che ha fatto le fortune della famiglia. Il rabarbaro unito a una spruzzata di seltz, innovazione dell’epoca.
L’idea è di Ettore Zucca, che prende spunto da una ricetta medica prescritta alla moglie per alleviare i disturbi digestivi.
Carlo Carrà, futurista e celebre pittore dell’epoca, ricorda nelle sue memorie la fama del bitter servito come aperitivo al Camparino di Milano. Il bitter con la B maiuscola, soprannominato dagli avventori storici del locale “Il Papa grande dell’aperitivo”, dal gusto amaro e assai migliore di quello servito in ogni altro bar.
Campari e Camparino continuano ad attrarre clienti esclusivi, milanesi o viaggiatori di passaggio in città, tra cadute e rinascite, bombe e ricostruzioni, scapigliati e futuristi, fin quando il Campari viene rilevato da Motta e completamente trasformato.
Invece, alla fine della guerra, Guglielmo Miani, pugliese e di mestiere sarto di successo, rileva la licenza del Camparino. La sua famiglia ingrandisce il bar e lo gestisce fino al 2018, quando torna in scena Campari, ormai diventato un gruppo internazionale.
Il Camparino oggi
Un riuscito restyling contemporaneo conferma il Camparino nel ruolo di icona dell’aperitivo a Milano. Il locale viene suddiviso in tre sale: il bar di Passo con dehors esterno, che rende il Camparino uno dei migliori per l’aperitivo all’aperto in centro a Milano. Spazi perfetti per i drink al banco e la caffetteria. La sala Spiritello al primo piano, ideale per consumare l’aperitivo, oltre alla cena e al dopo cena. Infine la sala Gaspare Campari, riservata agli eventi e alle feste esclusive.
Inizia la collaborazione con lo chef stellato Davide Oldani, che si occupa della cucina. Tommaso Cecca diventa capo barman e imprime la svolta che porta il
Camparino, icona dell’ happy hour alla milanese, nella classifica dei 50 Best Bars.
Gli orari di apertura
Il bar di Passo è aperto da lunedì a venerdì dalle 09.00 alle 23.00, mentre sabato e domenica dalle 09.30 alle 23.00. Il menù ne fa un locale multifunzionale per il consumo di colazioni, pranzi, aperitivi, cene e dopocena.
Camparino: il menù ideale del Bar di Passo per l’aperitivo a Milano
I cocktail sono il punto di forza del Camparino. Se siete cultori delle nostre Lezioni di cocktail vi piaceranno sicuramente. La sezione dedicata ai “Cocktail che hanno fatto la storia” prevede il Campari Seltz, ovviamente, icona del locale, come Negroni, Negroni Sbagliato o Americano.
Ma il Negroni ha un’intera sezione dedicata, quella dedicata all’interpretazione dei classici. Ecco allora Grand Negroni, Cask Negroni, affinato in barrique nel locale milanese, o il Negroni del Cardinale.
Ci sono poi classici della miscelazione moderna come Campari o Aperol Spritz, Garibaldi e Campari Tonic. Insomma, c’è la possibilità di sperimentare i cocktail più richiesti del mondo.
Il menù della cucina prevede spuntini veloci il pan’cot, letteralmente “pane arrostito” con zafferano alla milanese, un’invenzione di Davide Oldani. Oppure hamburger e Club Sandwich.
Tra i primi si segnala lo spaghetto cacio e pepe, il secondo più gettonato è il pescato del giorno mentre il Tiramisù Camparino è il dolce di punta.
L’aperitivo a Milano: i prezzi del Camparino
Cambiano, come prevedibile, se il consumo avviene al banco o ai tavoli all’interno o nel dehors esterno, uno dei più gradevoli di Milano. Per fare un esempio il caffè al banco costa 1,30 euro mentre servito al tavolo 3,50 euro.
I prezzi dell’aperitivo oscillano tra i 10 € per un drink servito al banco e i 15/18 € per i cocktail consumati al tavolo.
Lo spaghetto cacio e pepe costa 16 €, un piatto di pescato del giorno 19 € e il tiramisù 9 €. Per ogni piatto è consigliato un “pairing”, cioè una bevanda in abbinamento. Con lo spaghetto cacio e pepe con rafano e lime è consigliato l’Americano che costa 15 c’è.