Ristoranti e mare di Acciaroli: cosa non va a Pollica e dintorni
Ritorno a scrivere dei ristoranti (e del mare) di Acciaroli dopo che mi è andato di traverso il cappuccino freddo. Questa estate 2023 la ricorderemo per gli scontrini esagerati (un cliché di ogni estate a dire il vero), il prezzo delle pizze Catanzaro, la fuga dei vacanzieri in Albania. E, a livello locale, per il minore afflusso di turisti italiani sulle spiagge patrie. Effetto caro lidi, caro affitti, caro alberghi declinato secondo le caratteristiche dei mercati locali. Tradotto, ogni località turistica – una volta di villeggiatura – ha i suoi problemi.
Dovuti nella quasi totalità dei casi dall’essere una realtà stagionale. Semi deserta per 11 mesi l’anno, affollatissima nei canonici 15 giorni di agosto. Non c’è spiaggia che riesca a resistere ai lemming bipedi che ululano alla vista del mare. Non c’è acqua cristallina che possa fronteggiare il diluvio di creme abbronzanti e lo “stile natatorio” di cui tutti, grandi e piccini, sono campioni. Ci si può affidare solo ai fulmini di Zeus e al tridente di Poseidone per rimescolare le acque.
E dunque dicevo del cappuccino freddo del bar Il Muretto in combo con il cornetto crema e amarena. E la lettura dell’articolo fortemente critico del Corriere. Tema: Acciaroli, le spiagge, il mare, i problemi, i ristoranti.
Ecco i ristoranti. Ce ne sarebbero 3 o 4 “di livello” per l’autore dell’articolo che frequenta il Cilento da mezzo secolo. Generoso o preciso (?) saltando Casal Velino mentre calcolo i miei anni di permanenza ad Acciaroli spesi tra spiaggia e anche ristoranti. Sono sotto, 43 anni.
Cosa c’è che non va nei ristoranti di Acciaroli
Sorvolo sulle bolle a mare (fenomeno già conosciuto dai tempi del sindaco Angelo Vassallo). Sui lidi c’è poco da dire almeno fino a quando la riorganizzazione prevista dalla direttiva Bolkestein sui balneari non andrà in porto. Il modello di turismo balneare italiano cerca da sempre la de-stagionalizzazione. Fino a quando i redditi degli esercizi commerciali saranno assicurati da nemmeno 40 giorni di attività, sarà dura vedere prezzi moderati. E questo vale soprattutto per gli alimentari, vera croce – non citata – di Acciaroli. Altra cosa è il rapporto qualità – prezzo, ma basta vedere cosa succede a Gallipoli per rendersi conto del lavoro che c’è da fare. Non è che mal comune mezzo gaudio faccia piacere. Tutt’altro.
Ma torniamo ai ristoranti. “I tre, forse quattro ristoranti di livello tra Acciaroli e Pioppi hanno chef giovani di formazione internazionale capaci di manomettere gli ingredienti in modi artificiosi e giusti, altrove anche in collina la cucina è modesta se non dozzinale quando mai mediterranea”.
Manomettere. Qui usato come mettere mano forse per evitare di scrivere il plebeo “cucinare”. Altrimenti saremmo all’aprire indebitamente, forzare o, peggio, al porre mano a qualcosa con lo scopo di alterarla o danneggiarla. Non il massimo per un commensale che si siede al tavolo di un ristorante di Acciaroli o di Pioppi.
Gli chef dei ristoranti di Acciaroli e Pioppi
Mi viene in mente l’immagine di Luigi Iapigio, lo chef del ristorante Il Veliero sul porto di Acciaroli non proprio giovane e di formazione internazionale tra San Mauro Cilento e Salerno. Che guida e supervisiona le cucine di 2 – 3 ristoranti di successo. Mentre mostra soddisfatto la sua spesa. Scampi di Punta Licosa, gamberi rossi di Acciaroli, tonno palinuri, alici di menaica, aragoste della secca di fronte al Caleo che nessuno ti dirà qual è. “Scusa, come li manometti oggi?”. Al massimo di scampi e gamberi taglia il carapace per farteli mangiare con più agio. Manco li cucina. Ovviamente li abbatte. E le aragoste sono ottima base per la catalana o le linguine.
Ma considerazioni simili varrebbero per Stefano Luongo del ristorante Suscettibile a Pioppi o per Costantino Pezzuti chef del ristorante Suscettibile ma ad Acciaroli.
O per lo chef di Crudart, sempre ad Acciaroli.
Per non parlare di Antonio Vassallo del ristorante Il Rosso e il Mare. O di Pietro detto il Boccaccio dell’omonimo ristorante, sempre ad Acciaroli.
La risposta del Sindaco di Pollica di cui Acciaroli è frazione
La risposta del Sindaco di Pollica, Stefano Pisani, ha riguardato soprattutto il mare cristallino. E l’utilizzo dell’immagine e dell’eredità di Angelo Vassallo, il sindaco – pescatore ucciso il 5 settembre del 2010. Un delitto ancora avvolto nel mistero che pesa non solo sui cittadini di Pollica ma anche su quanti frequentano da lungo tempo Acciaroli.
Il botta e risposta è continuato sull’edizione cartacea del Corriere del Mezzogiorno ed è rimbalzata su alcuni siti, ma con minore virulenza rispetto all’on line. E così negli esercizi commerciali è apparsa la lettera stampata a ciclostile. Un’abitudine che aveva proprio Angelo Vassalo per effettuare comunicazioni in un tempo in cui i social erano meno sviluppati.
Il dibattito
Sono seguiti un paio di interventi di Luisa Cavaliere, proprietaria di Giacaranda a San Marco di Castellabate, b&b con ristorante a circa 15 chilometri da Acciaroli. E un articolo di Antonio Bigo che invocava sorrisi da parte degli esercenti di attività commerciali (ma non ci sono i ristoranti) di Acciaroli.
Eduardo Cicelyn a sua volta ha risposto il 25 agosto con l’articolo “La Pollica (tutta) immaginaria del suo sindaco. Con un focus particolare sui ristoranti di Pollica ed Acciaroli riguardo l’emblema dei tre mandati del sindaco (“un tizio con la fascia tricolore”) Stefano Pisani, cioè la Dieta Mediterranea.
In breve, il flop della Dieta Mediterranea è riassunto in “Nei ristoranti della zona non c’è menu che ne abbia compreso il concetto”. Mi è suonato un po’ strana un’affermazione del genere. Visto che i menu se ne cadono di piatti tipici di costa e di collina. gamberi rossi di Acciaroli, salsicce paesane, olive ammaccate, pescato del giorno, alici di menaica, fichi del Cilento, olio di salella e pisciottana, cacioricotta di capra, alici mbuttunate, minestra sfritta, cavatielli e compagnia cantando.
E quindi ho inviato una lettera, ahimè non accolta, guardando al recente passato di 40 anni spesi tra la spiaggia e i ristoranti di Pollica e di Acciaroli. Un po’ datata (è del 25 agosto), ma ve la propongo visto che di Acciaroli, purtroppo, se ne parlerà nei giorni a venire. Ci sarà il trigesimo della morte di Angelo Vassallo, ma anche la festa del 15-16-17 settembre di Viviamo Cilento. E sarà l’occasione per cercare la Dieta Mediterranea nei ristoranti accompagnati dalla musica (non dal karaoke) che animerà Acciaroli.
Acciaroli o della nostalgia di un’epoca mai vissuta
Egregio Direttore,
ho seguito la polemica con botte e risposte scaturite dall’articolo di Eduardo Cicelyn sull’armonia perduta di Pollica, il borgo del sindaco-pescatore. Un articolo mi sembra tardivo rispetto a quanto accaduto nei precedenti tre anni post covid che ha rimescolato le carte del turismo italiano con mani di una partita che appare sfavorevole ai lidi nostrani. Almeno a leggere i primi dati e le molte lamentele in giro per l’Italia.
Ma già che si puntino i riflettori su Acciaroli significa che la cittadina sul mare del Cilento è meritevole di attenzione. Anche se nell’articolo è elevata a presunto prototipo negativo. Alimentato dalla maledetta nostalgia degli anni della giovinezza che sono l’Eldorado in cui tutti, non solo l’autore dell’invettiva, si rifugiano. Il si stava meglio quando si stava peggio è la coriacea corazza che oscura i sensi e pure la ragione.
Ho immaginato il buon Cicelyn disturbato dal gioco del pallone dei bambini che in piazza si godono le vacanze a modo loro. Fastidiosi da quando abbiamo coscienza dell’esistenza del re Erode. Per rifocillarsi da cotanto sgarbo avrà chiuso le finestre e acceso l’aria condizionata? O in maniera più sfigata, riprendendo il filo degli anni passati, ha fatto una doccia scaccia pensieri?
L’acqua, non solo del mare, ora c’è
Ecco, fare una doccia. Pratica non impossibile ma abbastanza difficile nei favolosi anni dell’Eldorado. Quando alla fontanella vicino alla chiesa si riempivano le taniche. O si andava al lavatoio di Cannicchio. Il segno della modernità al tempo era l’autoclave, altro che acqua corrente disponibile in questo millennio a tutte le ore a Pollica come ad Acciaroli.
Confesso che sono arrivato ad Acciaroli solo nel ’79, 4 anni dopo la nascita dell’attuale sindaco (che brutto scrivere tizio con la fascia tricolore). Quindi mi sono perso il piccolo porticciolo, la torre saracena diroccata, la scogliera – quella della famosa foto con il calice di acqua di mare da bere – in luogo del breve tratto di lungomare. Li ho visti solo in foto.
Ma non mi sono perso la torre cementizia dell’allora ristorante Scoglio dei Cesari di Acciaroli che Angelo Vassallo voleva far comprare al Comune per abbatterla e restituire un panorama più genuino. Cicelyn invece era per salvare quell’elemento topico, a suo dire il vero Genius Loci di Acciaroli. Che una volta aveva i fichi nella Passolara e dagli anni ’60 le palazzine che proprio da sogno non sono. E non mi sono perso i ferragosto con 30 ombrelloni sulla spiaggia da Acciaroli a Mezzatorre. Come penso Cicelyn non abbia perso le concessioni date da Angelo Vassallo per la realizzazione dei nuovi stabilimenti balneari. E l’abbattimento dello storico chalet “centrale” per salvare i gigli di mare. Una mia mezza gioventù balneare scomparsa tra le dune.
Chi era Angelo Vassallo
E no, Angelo Vassallo non è un santino da sfoderare per certificare decisioni amministrative postume. Ne ero amico, ma non l’ho mai considerato santo quanto abile amministratore della cosa pubblica e intelligente moderatore di conflitti tra residenti e “villeggianti”. Non deifichiamo, ma stiamo ai fatti.
L’importanza dell’isola ecologica, per dirne una, e del depuratore molto più grande di quello che sarebbe servito alla sola Pollica-Acciaroli. Felice intuizione poiché il mare non ha confini amministrativi tra Comune e Comune. E a fine dicembre anche la più lontana casa delle frazioni di Pollica, a quanto annunciato, sarà agganciata alla rete fognaria. In questo solco possiamo mettere l’accorta gestione dei rifiuti organizzata dall’attuale sindaco Stefano Pisani. Segno di continuità ed evoluzione. Pensiamo quanto sarebbe terribile farsi un bagno nel mare blu circondati da sacchi di immondizia. D’altronde, sul luogo dell’improvvida rottura di un tubo privato a Mezzatorre, c’era anche Pisani ad accertarsi che tutto ritornasse al suo posto. Analisi incluse.
E potremmo parlare della linea bus che collega collina e mare, degli sforzi per mantenere operativa la rete viaria. O di quello per cui Pisani era stato investito insieme alla nomina a vice sindaco: cablare Pollica e frazioni. Ora la mia linea dati sta viaggiando a 168 Mbps mentre scrivo. Nell’era dell’Eldorado avevamo la fila alla cabina telefonica della Lucciola e per vedere un Gran Premio o una partita occorreva andare nella casa in quel momento a favore di vento e del riflesso del mare.
La Dieta Mediterranea e i ristoranti di Acciaroli
Nel mezzo acqua ne è passata sotto il ponte della Variante (e sono stati eliminati i serbatoi). Dalla pedonalizzazione all’eliminazione delle superfetazioni, dalla rimozione delle pompe di benzina al nuovo assetto del porto. Ogni anno un piccolo aggiustamento che un Comune come Pollica – che ha 2.000 abitanti e non 30.000 che sono turisti e villeggianti – può permettersi. Cercando di variare la dieta turistica. Non solo famiglie, ma anche giovani, villeggianti di lunga data, innamorati che l’hanno lasciata per ritornarci con i figli.
Un ciclo accompagnato anche dalla Dieta Mediterranea, bene condiviso con altre comunità del bacino del Mediterraneo, di cui giustamente Pollica vuole essere riconosciuta come Capitale anche per fatto storico. Certo se Cicelyn cerca nei menu dei ristoranti il menu degustazione Dieta Mediterranea, resterà deluso. I piatti ci sono, basta non avere a che fare con chef “capaci di manomettere gli ingredienti in modi artificiosi e giusti”.