Classifiche. 50 Top Pizza e il caso che scotta della foto ingannevole della pizzeria Piedigrotta
50 Top Pizza è la classifica delle pizzerie in Italia nata da uno spin off de Le Strade della Mozzarella e Formamentis.
Prendendo spunto dalla The World’s 50 Best Restaurants, la classifica dei migliori ristoranti al mondo che ha visto Massimo Bottura sul gradino più alto del podio, fonda la sua ragion d’essere sulla convinzione che la recensione in anonimato sia la panacea di tutti i mali della critica gastronomica. E che il pagamento del conto sia l’antidoto alla marchetta.
100 ispettori coordinati a livello regionale da persone esperte (si suppone, quindi, che gli ispettori non siano per forza persone esperte di cose di pizza) e la formulazione di un sondaggio permettono la costruzione della classifica.
Abbiamo poi lanciato, tra gli ispettori, un sondaggio che rispetteremo fedelmente dal quale emerge una bella mappa della eccellenza italiana. Non siamo infallibili, certo, ma siamo sicuri che in questo modo, visitando in anonimato e pagando il conto, abbiamo costruito un quadro attendibile e soprattutto non condizionato da nessuno.
Un quadro non è una classifica e quindi si suppone che il sistema debba tener conto che non tutti i 100 ispettori vadano nelle 150 pizzerie di cui è composta la graduatoria. Come voterann? Forse, sulla base delle affinità gustative con gli altri ispettori (“ehi, scusa, chi voto in Campania che sai cosa mi piace?”).
Una classifica votata in segreto senza vincoli pubblicitari è il grido di battaglia per assicurare l’indipendenza dagli ispettori dagli inserzionisti grazie all’editore che garantisce la barriera contro le marchette.
La pretesa autarchica ovviamente si infrange un po’ sulla triade dei main sponsor Olitalia, Così Com’è e Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop che, ovviamente, sono ingredienti che entrano nella composizione di alcune pizze giudicate (e la tentazione di un ispettore di conoscere gli ingredienti utilizzati è lì dietro l’angolo).
E si infrange sul peccato originario della voglia enunciata in più occasioni pubbliche che le classifiche siano da declassare a strumento surrettizio della voglia di emergere di recensori e blogger. Prima tra tutte le occasioni pubbliche è l’ormai mitico raduno di Acerra che ha chiarito l’esistenza di un sottobosco della pizza (ricordate la richiesta dei nomi dei collusi a seguito dell’inchiesta di Report?). Un incontro che alla fine ha promosso la cittadina di Pulcinella a caso nazionale con solo pizzerie buone e buonissime.
La pretesa autarchica ha già ucciso nella culla il neonato dell’autarchia linguistica – altro moloch della territorialità a km 0 – con il nome che si genuflette all’anglicismo necessario per attirare più lettori possibili. Una Topp(izz)a a colori.
Deduzioni (o illazioni) che potrebbero – sia chiaro – trovare smentite con la messa a disposizione dell’elenco dei 100 ispettori (e così scoprire che 99 sono esperti di pizza) o dell’algoritmo in grado di stilare una classifica sulla base degli scontrini e dell’acidità della pasta.
Ma su un punto siamo sicuri: anche 50 Top Pizza non riesce a fare a meno dell’italico vizio di prendere le foto “a giro” senza citare fonte e credit.
Ecco la foto del n° 91 della classifica: la pizzeria Piedigrotta a Varese.
La foto ingannevole è stata “recuperata” dal Campionato della Pizza di Scatti di Gusto.
Sapete cosa è seccante oltre alla mancata citazione di Luca Formenti che l’ha scattata?
Il fatto che sia stata ruotata (e tagliata) per cercare di nascondere la provenienza.
Per chi si dichiara paladino dei poveri consumatori vessati dai blogger non è bello. A prescindere da quale posizione occupi in classifica la pizzeria Piedigrotta di Varese.
Non siete d’accordo?
P.S. La pizza Napoli con la ricotta non è in carta (la chiede sempre Luca Formenti che ne è ghiotto), mentre la pizza Capuzzella da assaggiare assolutamente dovrebbe essere questa. La trovate sempre su Scatti di Gusto.