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1 Novembre 2017 Aggiornato il 2 Novembre 2017 alle ore 11:17

Antonino Cannavacciuolo da Gennaro Esposito a La Torre del Saracino

Prima Massimo Bottura, poi Antonino Cannavacciuolo. L'ordine è puramente cronologico, ma voi potete assecondarlo guardando alle stelle Michelin o alla 50
Antonino Cannavacciuolo da Gennaro Esposito a La Torre del Saracino

Prima Massimo Bottura, poi Antonino Cannavacciuolo. L’ordine è puramente cronologico, ma voi potete assecondarlo guardando alle stelle Michelin o alla 50 Best. O invertirlo per perforazione mediatica contando like e condivisioni sulla pagina Facebook di Scatti di Gusto. L’incontro tra super chef è pari all’incontro/scontro tra supereroi.

Chi ha la meglio tra l’Uomo Ragno e la Torcia Umana, tra Hulk e Iron Man?

Le due serate organizzate da Gennaro Esposito alla Torre del Saracino, terreno d’incontro con il profeta di Modena e il gemello di Vico Equense in trasferta sul Lago d’Orta, sono di quegli eventi da incorniciare.

No, non vi dirò chi è il più forte dei fantastici tre. Ognuno ha la sua alabarda spaziale in un piatto che zittisce, fa chiudere gli occhi e sognare e in questi epici scontri le tifoserie si dividono.

È stato Gimmo Cuomo, giornalista del Corriere della Sera a Napoli reduce dal successo di Cibo a Regola d’Arte che lo ha visto protagonista di alcuni incontri, a spargere un po’ di benzina al tavolo al termine della cena.

Sono andato in cucina per cogliere le differenze con le preparazioni nel quattro mani della sera precedente di Massimo Bottura. Precisione, cura del dettaglio sono comuni denominatori.

È il messaggio complessivo che è diverso: raziocinante per il leader Maximo, di pancia per il gigante dalla mano pesante.

Il risultato non cambia.

La seppia, inchiostro e fegato con salsa verde e limone candito (che non era quella avanzata dal giorno prima) è buonissima.

Le lumache di Cherasco, drittissime mi fa notare Antonino Cannavacciuolo, si mescolano ai garusoli (che da queste parti, cioè Vico Equense, sono gli scuncigli), crema di aglio dolce e terra di grano arso spiegano alla perfezione il mare e monti e i territori dello chef.

Il classico dei classici della Torre è il risotto con cipolla ramata di Montoro, sauro bianco leggermente affumicato ed alghe croccanti al profumo di limone e peperoncino. Un pezzo da antologia che non potrete far mancare nel vostro percorso.

Antonino Cannavacciuolo mette insieme Piemonte, Campania e Francia in uno dei suoi piatti di immediata comunicazione in cui è maestro indiscutibile: plin di anatra, zuppetta di fegato grasso e latte di bufala.

L’agnello Laticauda con vellutata di pastinaca, funghi finferli e prugne ci sta benissimo in sequenza.

Chiude il sempre performante Carmine Di Donna con il suo dolce autunnale di castagne e cachi.

O meglio chiude la video-domanda si Gimmo Cuomo che da navigato cronista di quotidiano, lui che è juventino, chiede ai due amici di Vico Equense il pronostico della partita di Champions Napoli – Manchester.

1 -1 per il prudente Gennaro Esposito. 3 – 1 per l’attaccante Antonino Cannavacciuolo.

Si ritorna a casa dopo l’incursione del minions Peppe Di Martino, braccio destro della Torre del Saracino.

E stasera sapremo chi ha vinto tra i due contendenti.

Per i giudici di scommessa potrebbe scapparci un calice di….

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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