Assalto ai Forni e striscione antifascista ad Ascoli: cosa è successo

Il 25 aprile 2025, durante le celebrazioni della Festa della Liberazione in Italia, un evento ad Ascoli Piceno ha acceso un dibattito sulla libertà di espressione e sul significato dell’antifascismo. Un semplice striscione esposto dal panificio “L’assalto ai forni” ha portato all’intervento della polizia.
Intervento che ha sollevato interrogativi sulla proporzionalità della risposta delle forze dell’ordine in occasione di una giornata commemorativa così importante.
La cronaca dei fatti: il 25 Aprile al panificio “L’assalto ai forni”
La mattina del 25 aprile, uno striscione chiaro e conciso è apparso sulla facciata del panificio “L’assalto ai forni”, in Piazza Arringo, nel cuore di Ascoli Piceno.
Il testo dello striscione recitava: “25 aprile, buono come il pane, bello come l’antifascismo”. Lorenza Roiati, titolare del rinomato panificio, ha visto la sua iniziativa attirare rapidamente l’attenzione. Non solo dei passanti ma anche delle forze dell’ordine.
Poco dopo l’affissione dello striscione, una pattuglia della Polizia di Stato si è fermata al forno. Gli agenti hanno identificato la signora Roiati e si sono informati sul contenuto e sulla responsabilità dell’esposizione del messaggio. La titolare del panificio ha espresso stupore e disappunto per essere stata identificata per un messaggio che considerava un’innocua celebrazione della fine del nazifascismo.
Intorno a mezzogiorno, si è verificato un secondo intervento, questa volta ad opera di tre agenti in borghese della Polizia Locale. Anche in questa occasione, gli agenti hanno posto le stesse domande riguardo alla paternità dello striscione davanti al forno. Lorenza Roiati ha deciso di riprendere con il suo smartphone questa seconda interazione.
Il Messaggio dello striscione del forno di Ascoli Piceno

Lorenza Roiati ha descritto il messaggio dello striscione a lato dell’ingresso del forno come “semplice e gioioso”, volto a commemorare la fine del nazifascismo. L’accostamento tra l’essere “buono come il pane” e la bellezza dell’antifascismo intende celebrare i valori positivi della Liberazione in un modo immediato e comprensibile. Il 25 aprile rappresenta un momento fondamentale nella storia italiana, l’anniversario della liberazione dall’occupazione nazi-fascista e la fine di un regime oppressivo. Esiste un’intrinseca connessione tra la celebrazione di questa giornata e l’espressione di sentimenti antifascisti, che riaffermano i valori di libertà e democrazia conquistati con la Resistenza.
Un elemento significativo della questione striscione davanti al forno è il legame familiare di Lorenza Roiati con la Resistenza. Lei è infatti la nipote di due partigiani decorati, Renzo e Vittorio Roiati. Un dettaglio che sottolinea come la scelta di esporre lo striscione non sia solo una presa di posizione politica. Ma anche un atto personale di memoria e di adesione ai valori tramandati dalla sua famiglia.
Ascoli Piceno, inoltre, è una città insignita della medaglia d’oro al valor militare per la sua attività partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. L’intervento della polizia, in questo contesto, potrebbe essere percepito come una mancanza di sensibilità verso questa storia e questi valori.
La versione della polizia: controlli di routine o intimidazione?
Il Questore di Ascoli, Aldo Fusco, ha dichiarato che l’intervento della Polizia di Stato si è limitato a un “controllo di routine del territorio” e a un’osservazione da parte di una pattuglia. Secondo quanto riferito, l’agente che ha notato lo striscione davanti al forno ha informato i superiori. E ha ricevuto l’indicazione di non intervenire, poiché il contenuto non presentava elementi che giustificassero un’azione da parte della Polizia di Stato.
Il Questore ha definito lo striscione “molto normale, collegato all’iniziativa della giornata” e non motivo di intervento. Ha inoltre chiarito che non c’è stata alcuna azione repressiva da parte della Polizia di Stato. E che l’interazione con la titolare è stata un “normale scambio senza conseguenze operative”.
Fusco ha poi preso le distanze dall’operato della Polizia Locale, affermando di aver appreso del loro intervento dai media e di non esserne stato informato o coinvolto.
D’altra parte Patrizia Celani, Comandante della Polizia Locale di Ascoli Piceno, ha sostenuto che il proprio intervento rientrava nei compiti istituzionali. La stessa Polizia Locale ha negato comportamenti intimidatori, definendo il caso come una strumentalizzazione mediatica. Il comandante della Polizia Locale ha difeso l’operato come un “controllo amministrativo” svolto con “sobrietà e rispetto”. Sottolineando che le azioni intraprese rientrano pienamente nelle attribuzioni di legge.
La versione fornita dalle forze dell’ordine insomma contrasta con il racconto di Lorenza Roiati che ha percepito l’accaduto come un “sopruso”. Arrivando a sentirsi trattata come una “potenziale criminale”.
Le reazioni per lo striscione del panificio L’Assalto ai Forni
L’episodio dello striscione del panificio L’Assalto ai Forni ha suscitato un’ondata di solidarietà nei confronti di Lorenza Roiati. Piazza Arringo si è riempita di persone che sono accorse per manifestare il loro sostegno alla titolare del panificio. Anche il collettivo “Caciara” ha espresso la propria solidarietà. Matteo Ricci, candidato alla presidenza della Regione Marche, ha invitato la cittadinanza a recarsi presso il forno per acquistare il suo “pane antifascista” in segno di vicinanza.
Anche le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Francesco Ameli, segretario provinciale del PD, ha definito “incomprensibile” l’identificazione di un’imprenditrice che porta lustro alla città. Italia Viva Marche ha richiamato l’importanza di mantenere vivo il ricordo dei sacrifici per la giustizia, la libertà e l’uguaglianza. La vicenda è giunta fino in Parlamento con l’annuncio di un’interrogazione parlamentare. Esponenti politici come l’europarlamentare Ricci e l’onorevole Curti hanno espresso la loro solidarietà a Lorenza Roiati. I deputati del PD hanno richiesto al Ministro Piantedosi di chiarire se esistano disposizioni o direttive che giustifichino interventi di questo tipo.
Il caso di Orbetello per l’evento commemorativo dell’ANPI
Un altro episodio avvenuto sempre il 25 aprile ha visto protagonista l’ANPI di Orbetello, multata per occupazione di suolo pubblico dopo che il Comune aveva revocato l’autorizzazione per un evento commemorativo della Festa della Liberazione. L’ANPI ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro la sanzione. Questo caso presenta un parallelismo significativo con l’incidente di Ascoli. Sebbene le specificità siano diverse (una multa per occupazione di suolo pubblico contro un’identificazione per l’esposizione di uno striscione davanti a un forno), entrambi gli eventi vedono le autorità locali intervenire in iniziative legate all’antifascismo nel giorno della Liberazione. Questo solleva un interrogativo più ampio sull’esistenza di una possibile tendenza da parte delle amministrazioni locali a limitare o controllare le modalità di commemorazione del 25 aprile, in particolare per quanto riguarda le espressioni di antifascismo.
Libertà di espressione e limiti legali in Italia
L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce il diritto di tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Questo diritto include la possibilità di esprimere opinioni anche attraverso striscioni e cartelli. Tuttavia, la libertà di espressione non è illimitata e trova dei limiti legali in caso di incitamento alla violenza, all’odio o di violazione del buon costume. Il messaggio esposto sul panificio di Ascoli, con la sua natura semplice e positiva, non sembra rientrare in queste categorie restrittive.
L’intervento della polizia, di fronte a uno striscione apparentemente innocuo, solleva quindi interrogativi sulla proporzionalità dell’azione e sulla possibile lesione del diritto alla libertà di espressione della titolare del forno. L’applicazione della libertà di espressione, specialmente nel contesto di messaggi politici e commemorazioni storiche, è spesso soggetta a interpretazioni e può diventare motivo di controversia.
L’incidente di Ascoli evidenzia il delicato equilibrio tra il diritto di esprimere le proprie opinioni e le responsabilità delle forze dell’ordine nel mantenimento dell’ordine pubblico. Il fatto che un messaggio antifascista apparentemente inoffensivo abbia portato all’intervento della polizia suggerisce una possibile interpretazione restrittiva delle forme di espressione accettabili durante le celebrazioni della Festa della Liberazione da parte delle autorità locali.