Bap a Roma, recensione del ristorante 3 in 1 con caffè e pasticceria
Bap, la nuova apertura in via Cadorna a Roma, riesce a coniugare in un unico locale alta pasticceria, specialty coffee e fine dining. Ma anche una proposta del mezzogiorno con piatti più rassicuranti e adatti ad una pausa veloce, senza per questo risultare banali o scontati.
Risveglio a suon di caffè di ricerca (della Torrefazione 68, Civitavecchia), lievitati d’autore, proposte salate internazionali, offerta serale sapientemente gourmet, bistronomia ineccepibile. Il leit motiv resta la selezione spasmodica della materia prima e lo studio maniacale della tecnica e dei dettagli.
Il chi è chi del nuovo locale 3 in 1
Bap a Roma è un luogo fortemente identitario dove si percepisce sin da subito il certosino lavoro di progettazione dei soci. Marianna Gallo in sala, cresciuta tra i sacchi di caffè della Torrefazione di famiglia. Matteo Anselmi, lo chef che annovera nel curriculum esperienze stellate da Acquolina e Convivio Troiani. Giulia Mauceri responsabile marketing della Torrefazione 68. In tre hanno saputo plasmare la loro idea di ristorazione dando centralità al cliente. Impossibile, infatti, non sentirsi coccolati dal savoir-faire del personale, dalle attenzioni ricevute e da un sorriso disinteressato, quintessenza di una profonda quanto rara umanità.
Un credo che in cucina si declina nell’intelligenza creativa mossa dalla mano sapiente di Matteo. Capace di rileggere la cucina classica con cognizione ed un tocco decisamente personale. Il menu della sera è, quindi, uno spaccato di piatti iconici e abbinamenti simbolo della gastronomia nazionale, riletti con inusuale senso critico e visione d’insieme. Un concetto chiaro che si disegna nella mente dello chef per poi prendere forme, consistenze, sfumature cromatiche e gustative in preparazioni dalla sintonia d’indubbia riuscita. Preparazioni che diventano appieno espressione di una “tradizione dei tempi moderni”, per il loro essere una piacevole liaison passato-presente-futuro, dando continuità al patrimonio dei ricettari di famiglia.
Bap a Roma, come si mangia a cena
Della carta serale, giustamente contenuta, lo sgombro, fagioli e sedano (18 €) è l’esempio lampante di come il binomio tecnica e conoscenza dell’ingrediente possa nobilitare anche ricette nazional-popolari. Interessante il gioco di consistenze tra sedano croccante e variazione di fagioli del purgatorio (dressing e chips) che in bocca riesce a smussare il carattere e la grassezza del pesce azzurro.
Il risotto pollo e peperoni (20 €) colpisce per l’elegante veracità, con un equilibrio ragionato che stuzzica il palato tra rimandi alla tradizione, abbrivi balsamici della crema all’aglio nero e una cottura del chicco da manuale per un boccone pieno, ma mai eccessivo.
Divertente, per genesi ed esecuzione, il rombo alla Wellington (26 €), che ricorda sin dalla vista la “versione originale”. La sfoglia, ben fragrante, conferisce quel crunch indispensabile a creare un gioco d’ensemble con la morbidezza del pesce. Rinvigorita altresì dalla verve aromatica del battuto di funghi disidratati e cecina di Leon, per un morso intenso e persistente.
Chiusura golosa e rinfrescante con l’Esotica (8 €). Perfetta per armonia complessiva e contrasti dolci/acidi tra crema pasticcera Grolet, pesca, vaniglia ed una esecuzione che nulla ha da invidiare agli amici d’Oltralpe.
Completa l’esperienza una carta dei vini ben strutturata con una peculiare attenzione a vini di piccoli vigneron ed etichette non scontate.
Quanto costa mangiare da Bap a Roma
Due i menu degustazione della cena.
Ricognizione (65 €; 3 calici in abbinamento: 25 €)
Sgombro – fagioli e sedano
Manzo e ostriche
Risotto pollo e peperoni
Quaglia e radici
Cioccolato bianco e limone
Avanscoperta con 7 portate a mano libera e 4 calici di vino (110 €)
Ora è disponibile anche il brunch domenicale.
