La birra artigianale del Birrificio Lambrate, numero uno di Ratebeer
Dopo le classifiche torniamo a parlare di birra bevuta. La Taberna di Palestrina ha ospitato Il Birrificio Lambrate, il miglior Brewpub d’Italia secondo Ratebeer (meno male che avevo cassato le classifiche).
Cinque birre che hanno fatto la storia del birrificio abbinandole a 5 piatti tratte dal “Manuale pratico di cucina lambratese” di recente pubblicazione.
Chi conosce il Birrificio Lambrate sa che qui si respira l’aria popolare milanese, ma anche che se arrivi da Roma e entri per la prima volta in via Adelchi ti senti a casa.
Trenta le birre prodotte tra fisse, stagionali, bisestili (la Schwarz/Dunkel Weiss 366 ogni 4 anni negli anni “funesti”) e one shot; puntando ad una qualità sempre migliore.
Dal 2012 è operativo il Ristopub di Via Golgi dove (forse) non si respira l’aria del Brewpub originale, ma si sta egualmente bene e dove si può assaporare la cucina da cui nasce il manuale pratico.
In trasferta al Taberna di Palestrina a raccontarlo ci ha pensato Andrea Turco di Cronache di Birra (altra classifica). Ospiti Giampaolo Sangiorgi del Lambrate con Alessandra Brocca e Ivo Fumagalli, amministrazione e laboratorio del birrificio.
Siamo partiti con due antipasti/apripista, uno di mare e uno di montagna. Con la birra omonima, la Lambrate, Bock profumata e fruttata mai sbilanciata sul maltato, sono stati serviti involtini di gamberi al curry rosso. A seguire Ghisa accompagnata da una variazione di manzo alla birra. È una Smoked Stout bilanciatissima e bevibilissima. Io che non amo il genere la trovo divina e ho perso il conto di quante ne ho bevute, il nome è ispirato alla municipale meneghina.
Terza birra della serata, la Montestella abbinata a orecchiette al ragù bianco di salsiccia alla birra Magut (la loro pils pluripemiata all’IBF). Montestella prende il nome dalla collinetta artificiale in zona San Siro e Ivo ci fa notare come il lievito usato per questa Helles sia lo stesso della Lambrate con risultati opposti: amaricante a farla da padrone rispetto alle note fruttate.
Passiamo alla Porpora accostata a un agnello. Il nome identifica sì il colore della birra, ma è anche una delle vie di Lambrate famosa per le passeggiatrici.
Finale col botto: Imperial Ghisa con tortino di cioccolato e peperoncino. L’Imperial Ghisa è una produzione più recente di Lambrate, ma già fiore all’occhiello del birrificio. Si distingue dalla Ghisa per la bassa fermentazione. Ufficialmente Smoked Baltic Porter, più ostica per il mio palato ma sempre perfetta con un dolceal cioccolato.
Per chi volesse assaggiare il Birrificio Lambrate a Roma, mettere in agenda il weekend di sabato 22 e domenica 23 può essere un’idea.
Al Ma che siete venuti a fa in “un Weekend di (poca) ordinaria follia” ci saranno Lambrate, Pontino e Stavio. Manuele Colonna lascerà il banco ai tre birrifici che spilleranno quattro birre a testa.
A voi stavolta fare la classifica personale delle 12 birre che sgorgheranno.
[Immagini: Emanuela Marottoli, Marco Valente]