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2 Dicembre 2011 Aggiornato il 2 Dicembre 2011 alle ore 13:06

Bisfenolo, al bando in Francia nei contenitori alimentari. E in Italia?

E' allarme bisfenolo, composto organico già bandito dai biberon, ma ancora presente in molti contenitori per cibi e bevande come le lattine e bottiglie di
Bisfenolo, al bando in Francia nei contenitori alimentari. E in Italia?

E’ allarme bisfenolo, composto organico già bandito dai biberon, ma ancora presente in molti contenitori per cibi e bevande come le lattine e bottiglie di plastica.

A lanciarlo è stata l’Anses, l’attivissima autorità francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione che non ha dubbi: il bisfenolo è un pericolo per la salute umana, soprattutto per donne in gravidanza e bambini sotto i tre anni. Un parere che ha spinto il Parlamento francese, già in anticipo sull’Unione Europea nella messa al bando del bisfenolo nei biberon un anno fa, a vietarlo anche nei contenitori alimentari a partire dal 2014.

Più sfumato il parere espresso dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare: “Permangono incertezze sulla possibile rilevanza per la salute umana di alcuni effetti associati al bisfenolo, osservato a basse dosi nei roditori”. Ma intanto un suo nuovo parere è atteso alla luce di nuovi studi condotti negli Stati Uniti sulla nocività di questa sostanza presente in tantissimi oggetti della vita quotidiana come occhiali e lenti a contatto, CD, DVD, vernici, piatti, tazze, scontrino fiscale e giochi per l’infanzia.

Endometriosi e malattie dello sviluppo sessuale nelle donne e danni al feto e al sistema endocrino dei neonati le conseguenze di un’esposizione al bisfenolo in quantità superiori a quelle tollerate, pari a 0,05 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.

E l’Italia? Quando correrà ai ripari seguendo l’esempio dei cugini d’Oltralpe? Già piuttosto lenta sul bando del bisfenolo nei biberon, introdotto soltanto nel marzo scorso e impegnata in queste settimane in un salvataggio economico in extremis, c’è da scommettere che ignorerà il problema, magari attendendo nuovi pronunciamenti da parte dell’Efsa. Ma d’altra parte il 2014, fissato come deadline dai Francesi, è lontano. Possiamo sempre sperare in un recupero… in extremis.

[Fonte: helpconsumatori.it]

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