Blanquette de Limoux, il più antico spumante di Francia, di Antech
Se Reims ed Epernay sono arcinote per aver dato al mondo lo champagne, non altrettanta fama sembrerebbe toccata a Limoux e alla sua Blanquette.
Siamo nel sudovest della Francia, nel territorio di Limoux nella Languedoc. A pochi chilometri da quella meraviglia che è il castello medievale di Carcassonne, in una zona verdissima sospesa tra il clima mediterraneo e le nevi dei Pirenei, che già si vedono e soprattutto si sentono.
È proprio qui, che nella prima metà del Cinquecento i monaci benedettini (e chi altrimenti?) dell’abbazia di Saint Hilaire scoprirono che il vino, da loro prodotto dal locale vitigno Mauzac, in bottiglia continuava a fermentare producendo piacevolissime bollicine.
È la blanquette, signori, e il suo primato sul fratello spumante più noto è attestato da un documento d’archivio datato 1544.
L’abbazia romanica di Saint Hilaire esiste ancora (e vale la visita), così come le grotte in cui veniva anticamente prodotta la blanquette de Limoux. I monaci sono andati via da diversi anni, ma l’eredità è stata raccolta dai viticoltori della zona, che continuano a portare avanti il metodo tradizionale di spumantizzazione, e i loro prodotti sono acquistabili nello shop dell’abbazia.
Il territorio della Blanquette de Limoux
La blanquette del Limoux è “doc” (AOC Appellation d’Origine Controlée) dal 1929, seguita dalla Blanquette metodo ancestrale nel 1938. Il territorio di Limoux e dintorni si divide idealmente in quattro grandi macroaree.
- Zona oceanica, a nordovest, con vigne tra i 200 e i 300 metri slm e una maturazione ritardata di circa 2 settimane rispetto alla
- Zona mediterranea, verso est, con vigne più basse, tra i 100 e i 200 metri slm e una vendemmia precoce
- Zona della Haute Vallée a sudovest mediamente più alta (sui 300 metri slm) e vocata anche per lo chardonnay e il merlot (da cui si producono ottimi vini fermi)
- Zona di Autan a sudest, caratterizzata da un clima asciutto e secco.
La Blanquette di Limoux si produce con almeno il 90% di Mauzac, vitigno che peraltro si trova esclusivamente in quest’area di Francia. La spumantizzazione segue il metodo classico (champenoise), con una permanenza sui lieviti di 9 mesi minimo, prima della sboccatura e della successiva commercializzazione.
La versione classica al naso è fresca, con note di yogurt e frutta bianca, tra cui spiccano mela cotogna e pera. Le bollicine sono fini e cremose, e si lasciano correre piacevolmente sul palato in un sorso acidulo che chiama il seguente. Davvero gradevole questa di Chateau Marco, Maelle 2019 (14 €), tra le referenze commercializzate direttamente dall’abbazia.
La blanquette di Limoux metodo ancestrale, come suggerisce il nome, salta la seconda presa di spuma e fermenta con gli zuccheri del mosto. Viene imbottigliata nel marzo successivo alla vendemmia, e il risultato è un vino delicatamente effervescente, dalle caratteristiche note di nettare di frutta, un residuo zuccherino evidente e una gradazione bassa, intorno ai 6%. Qui è amato soprattutto d’estate, quando il caldo si fa sentire e la gradazione non impegna.
Il Crémant e la Blanquette de Limoux
Vale la pena segnalare anche un altro spumante tipico di questa zona: il Crémant de Limoux, anche questo AOC dal 1998. Prodotto con vitigni coltivati in zona, il disciplinare ammette Chardonnay, Chenin, Pinot Nero e Mauzac. Si tratta di un metodo tradizionale, con la seconda fermentazione che può partire solo dopo il 1 dicembre e una permanenza sui lieviti di almeno 12 mesi prima della sboccatura.
Una visita ad Antech
Tra le aziende storiche di Limoux, la Maison Antech inizia a produrre vino alla fine dell’Ottocento, ed è sempre rimasta un’azienda a conduzione famigliare. Oggi è Françoise volto e mani di Antech e da autentica vinefille (l’equivalente locale delle Donne del Vino) porta avanti la tradizione nello spirito della Maison.
Antech è certificata TerraVitis, organizzazione che prevede criteri di sostenibilità ambientale, soiale ed economica, nonché l’unica riconosciuta in Francia per il settore della viticoltura. I vigneti, mediamente tra i 30 e i 40 anni, sono disposti in modo da godere della massima espressione dei suoli e dei climi della zona. Su quelli più ‘estremi’, a circa 400 metri sul livello del mare ed esposti alle escursioni termiche più forti, sono in corso nuove sperimentazioni.
I vini di Maison Antech
La produzione si incentra sulla Blanquette e sul Crémant de Limoux, cui sono dedicate diverse etichette. I nostri assaggi si sono concentrati su quelle che seguono, mentre per le altre rimandiamo alle pagine e al sito dell’azienda che offre anche le schede tecniche (in francese).
La blanquette metodo classico si articola in quattro referenze, Cuvée Tradition Demisec, Brut, Brut Vintage e Brut Nature. La versione Brut Tradition è un blend di Mauzac 90% e Chenin e Chardonnay per il restante 10, coltivati su suoli calcareo argillosi e in leggera pendenza. La raccolta è manuale e subito dopo si procede alla spremitura soffice. Solo il mosto fiore va nei fusti d’acciaio, dove effettua la prima fermentazione. Dopo il liqueur de tirage e la presa di spuma, le bottiglie sostano in cantina a temperatura costante per almeno 15 mesi prima della sboccatura. Bollicina intrigante, fresca, con i tipici sentori di frutta e fiori bianchi, e una leggera nota lattica. Al sorso e tonda ed equilibrata, raffinata e disimpegnata allo stesso tempo. Si fa bere che è un piacere.
Blanquette de Limoux M. Le Mauzac
La M. Le Mauzac 2016, smentisce chi pensava alla blanquette del Limoux come uno spumante da bere al massimo entro i 3-4 anni dalla sboccatura. Valeva la pena aspettare otto anni e godersi una bottiglia con le caratteristiche tipiche del Mauzac, quindi la rotondità e la freschezza, con in più l’evoluzione raffinata del riposo in bottiglia. Colore più intenso, bolla più cremosa, la crosta di pane che fa capolino. Ma soprattutto le note di crostata e croissant che giocano con una sapidità che allunga il sorso fino al successivo. Fa parte di una nuova linea voluta da Françoise, per esaltare le caratteristiche del Mauzac.
Blanquette de Limoux ancestrale
La Blanquette de Limoux metodo ancestrale è vino di tutt’altro profilo. Naso soprattutto fiorito, di camomilla e margheritine, mentre evidente al palato è il residuo zuccherino, che concentra le note fruttate. Mela, pera, lychees dolci e succose, come in una macedonia estiva. Una buona alternativa da accompagnare a una piccola pasticceria, bigne alla crema, paste di mandorla.
Monsieur le crémant
Con il territorio così vocato anche per lo chardonnay e il pinot nero, ottimi sono anche i crémant (cioè tutti gli spumanti metodo classico prodotti fuori dalla zona di Epernay).
Cuvée Eugenie è l’etichetta dedicata alla nonna, 96 anni, la seconda generazione di vignaioli Antech, nonché colei che ha impresso all’azienda il passo che l’ha condotta a noi a cavallo di due secoli. Classico, come ci si aspetta da una bottiglia che ricorda gli inizi: blend di chardonnay, chenin e mauzac raccolti a mano e subito spremuti per raccogliere il mosto fiore. Acciaio per la fermentazione, bottiglia per la presa di spuma, riposo per 18 mesi e poi sboccato. Equilibrato, tondo, sapido al punto giusto, conserva la delicatezza del mauzac e la struttura dello chardonnay. Decisamente trasversale.
Heritage 2020
Heritage millesimato 2020 però è il crémant de mon coeur. Blend di chardonnay, chenin e pinot noir (in bianco) coltivati su costoni e pendenze, con rese massime di 50 hl/ha gode delle migliori caratteristiche di chardonnaty e pinot. La permanenza sui lieviti è più evidente, e una lieve speziatura salta subito al naso, insieme a frutta secca, arachidi non tostate soprattutto. La nota lattica è presente ma in sottofondo, e un’acidità giocosa accompagna un sorso elegante e tondo fino alla sua naturale conclusione. Il successivo.
In loco tutte le bottiglie costano mediamente tra i 13 e i 20 €, mentre le degustazioni sono totalmente gratuite, volendo anche dell’intera gamma. Sul sito web del Syndicat des vins AOC de Limoux è disponibile l’elenco dei produttori associati con la possibilità di acquistare online.