Burrata e polemiche: food writer americana vs formaggio italiano
La burrata è uno dei formaggi più amati della gastronomia italiana, status che non le impedisce di essere al centro di una furiosa polemica.
Perché c’è chi ha espresso un giudizio molto netto e tagliente sul prodotto tipico pugliese, definendolo noioso, costoso e sopravvalutato.
Si tratta di Tammie Teclemariam, food writer americana che scrive su Grub Street, sezione dedicata al cibo del New York Magazine.
Il suo articolo ha scatenato una vivace (eufemismo) reazione social, molti utenti hanno difeso la burrata parlando apertamente di blasfemia.
Ma chi ha ragione in questa polemica sulla burrata? È davvero solo un “grosso blob pieno di noia” al prezzo esagerato di 20 dollari (18 € e passa), come ha scritto con prosa snob Tammie Teclemariam?
Perché la food writer americana detesta la burrata
La giornalista americana ha scritto su Grub Street un articolo intitolato “Enough With the Burrata”, lamentando l’abuso da parte dei ristoratori newyorkesi americani, colpevoli di infilare il formaggio italiano in un numero eccessivo di piatti.
Teclemariam ha scritto di non voler criticare la burrata, ma si è lasciata scappare espressioni polemiche come “grosso blob pieno di noia” senza nulla di speciale o di originale.
La popolarità della burrata è dovuta solo al fatto che si mangia e si abbina con facilità, recita il pezzo di Grub Street, ma non è affatto un prodotto sfidante, né per la mente né per il palato.
Non basta. La burrata, secondo la food writer, è troppo costosa per quello che offre: una “predictable… dense mass of cold dairy” (una palla piena di latticini freddi dal gusto prevedibile).
Per rinfocolare la polemica Teclemariam sostiene che ci sono molti altri formaggi italiani più interessanti e saporiti della burrata, per esempio il pecorino romano, il gorgonzola o il taleggio.
Burrata e polemiche: la reazione social
L’articolo di Teclemariam ha scatenato una furiosa reazione social. Alcuni commenti hanno accusato la giornalista di essere invidiosa della cultura italiana o di avere un problema personale con la burrata.
Altri hanno cercato di spiegare le virtù di questo formaggio, sottolineandone la sua storia e la versatilità. Altri ancora hanno ironizzato sull’ignoranza di una simile provocazione.
Burrata is the new mozzarella
Polemiche a parte, la burrata è il formaggio del momento, protagonista di una crescita straordinaria.
In soli due anni, nei supermercati italiani, le confezioni di burrata a peso fisso hanno registrato un aumento del 40% delle vendite, con un giro d’affari di oltre 56 milioni di euro.
Significa che gli italiani hanno speso 16 milioni di euro in più per portare a casa questo delizioso prodotto caseario.
Ma non solo. Lentamente e senza polemiche, la burrata ha conquistato i palati dei consumatori esigenti, che la cercano nelle gastronomie e nei negozi specializzati, e dei buongustai che la apprezzano fuoricasa. Nella pizzeria come nel ristorante stellato.
Un successo che ha favorito anche la diffusione all’estero, dove il fomraggio è sempre più richiesto. Come da spot per la burrata, involontario e venato di polemica, della food writer americana.
Così, in meno di dieci anni, si stima che da specialità regionale pugliese la burrata diventerà una star mondiale con quasi 1 miliardo di euro di vendite.
Cos’è la burrata e come si fa
La burrata è un formaggio fresco di pasta filata, fatto con mozzarella e panna. Ha forma rotonda, consistenza cremosa, sapore delicato e burroso con una leggera acidità.
L’origine risale agli inizi del Novecento nella zona di Andria, in Puglia, dove ancora oggi molti caseifici la producono seguendo metodi artigianali.
Non ha avuto bisogno di particolari polemiche nel 2016 la burrata, quando ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) , che ne tutela qualità e origine.
Il formaggio originario di Andria si presenta come una sacca di pasta filata di mozzarella, chiusa a forma di nodo o di borsa, che racchiude al suo interno una crema di stracciatella (sfilacci di mozzarella) e panna.
La freschezza si riconosce dal colore verde delle foglie di asfodelo in cui viene avvolta, che devono essere ancora umide e intatte.
La burrata va consumata entro 24 ore dalla produzione, al massimo 48, per non perdere gusto e consistenza.
Come si mangia la burrata e con cosa si abbina
Si può mangiare da sola, con un filo di olio extravergine di oliva e un pizzico di sale, oppure accompagnata da pane, verdure, frutta o salumi.
È vero, come scritto nello spunto polemico della food writer americana, che la burrata è versatile. Si presta a molti abbinamenti e ricette, sia calde che fredde, sia semplici che elaborate.
Si può usare per farcire una pizza, per condire il riso o una pasta, per arricchire un’insalata, per creare un antipasto o un dessert. In Puglia si produce perfino la burrata con le orecchiette dentro.
L’importante è rispettare il suo equilibrio e la sua delicatezza, senza coprirla con sapori troppo forti o speziati.
Chi ha ragione nella polemica della burrata?
In definitiva la burrata è un altro capolavoro gastronomico italiano o un formaggio costoso e sopravvalutato?
Né uno né l’altro. È un formaggio buono anche se leggermente piacione. Non ha senso esaltarla o denigrarla a priori, senza tener conto delle caratteristiche e del contesto in cui viene consumata.
Chi la ama, la mangi. Chi non la ama, la lasci. Ma non facciamone una questione di vita o di morte. La burrata è solo un formaggio. Un formaggio buono.