Con Circe il caldo è scomparso. Vai con la crema di cioccolato al riso
“Tregua! Presto una tregua, ho una bandiera bianca in mano, non si vede ?”
Questo è ciò che ho pensato tra me e me ogni mattina rovente che salgo in macchina per recarmi all’adorato studio.
In fondo una volta barricatami dentro vivo in quel limbo, sospesa nel fresco dei climatizzatori. A mezz’aria senza sapere ne capire che clima fa fuori…. io. A capirlo bene sono i miei alunni che entrano sfranti-affranti e con torcicollo da condizionatore. Come entrano, le fronti si distendono nella rassicurante e fresca penombra dello studio, con sottofondo di musica soul-lounge. Mi immedesimo in loro solo ripensando ai week end passati a dribblare folate di vento africano e spiragli di sole prepotente in casa.
La tregua è dovuta, un po’ come l’intervallo tra il primo e il secondo tempo del film, quando si va in bagno e si compra la bomboniera (lo so sono antica… ma credo esista ancora).
Circe (ancora complimenti a chi sta coniando tutti questi nomi epici) ci ha raffreddato con una raffica di temporali e la sottoscritta continua a sognare coppe traboccanti di cioccolati e creme con panne incurante dei Minosse e dei Caronte appena passati.
Lo so non è da me, però sono quel tipo di cose di cui sento il bisogno della gratificazione durante tutto l’anno, tranne
però che con il caldo. Stranamente neanche il gelato di cioccolato mi seduce in estate.
Ora che il Generale Caldo ha preso un po’ di ferie possiamo abbandonarci a sconci sogni di dolci “calorosi”. Con il cioccolato, ovvio. E muovetevi che Ulisse da giovedì scaccia Circe e torna il caldo!
Crema di cioccolato al latte di riso
Ingredienti
2 tazze colme di latte di riso (la ricetta per farlo la trovi qui)
2 cucchiai colmi di cacao amaro in polvere
La punta di un cucchiaio di fecola di patate
Scalda con pazienza tutto sul fuoco.
Metti in una coppa e riponi in frigo.
Se la accompagni alle fragole non c’è nemmeno bisogno di dolcificarla la crema.
Lo stacco dolce amaro si compensa.
Ed ora rendiamo meno amara la visione delle vostre braccia mollicce e lanciamoci nei …
Slow Burn (Braccia-Tricipiti)
Abbiamo bisogno dell’aiuto di uno sgabello e di un manubrietto da 1 kg (per le donne) 2 kg (per gli uomini)
Appoggiati comodamente come vedi in foto .
Scarica bene il peso del corpo e quindi tieni le gambe tanto distanti quanto le spalle.
Ora impugna il manubrio tenendolo con scioltezza : il braccio deve essere a peso morto,
deve sembrare un pendolo.
Scarica bene i muscoli della schiena che non devono intervenire in nessun modo e in nessun momento.
Parti con i primi 3 battiti e primi 3 cm portando il braccio a flettersi facendoti portare il gomito indietro
in asse con la spalla e parallelo al corpo.
Continua finché la mano non raggiunge il livello dell’ascella.
Hai utilizzato i 7 secondi successivi per finire questo movimento.
Quindi un breve stop contraendo i muscoli del braccio e immaginando di toccare il
soffitto col gomito.
Inverti la direzione .
Continua come sai con le ripetizioni.
L’importante è che tu non lasci mai morto il braccio quando si distende completamente.
Spendi tutti i 90 secondi e poi cambia braccio.
Ok , bel lavoro.
Ed ora non ti resta che sederti comodo/a e farti imboccare la cremina bella fredda 😀
(se hai lavorato come devi non puoi fare altrimenti)
Hai visto mai che tu trovi qualche volontario molto avvenente …!!!!
[Immagini pilates: Marzia Ferrone]
Percorso consigliato: Fornelli in forma