Coronavirus. Riaperture con 4 metri tra tavoli nei ristoranti e pizzerie
La linea della massima prudenza del Governo nazionale in questa fase 2 della lotta al Coronavirus potrebbe costare cara ai ristoranti e alle pizzerie. E anche ai bar.
Gli scienziati hanno chiarito che il Covid-19 è facilitato nella diffusione quando si tratta l’argomento cibo e bevande perché è in questi casi che bisogna fare attenzione al droplet, le goccioline di saliva che possono essere contagiate e trasmettere l’infezione da persona a persona.
1. La distanza tra i tavoli sale a 4 metri
La corsa alla riapertura prima della data del 1° giugno, già messa in campo dalla Calabria e dall’Alto Adige, starebbe spingendo il Governo nazionale a mettere nero su bianco l’obbligo che fa più paura ai ristoratori: la distanza tra i tavoli che sarebbe stabilita in 4 metri tra un tavolo e l’altro.
Una misura che servirebbe a tenere i commensali di ristoranti e pizzerie a due metri di distanza gli uni dagli altri e ad assicurare una superficie di 4 metri quadri in cui muoversi e far muovere il personale di servizio a distanza di sicurezza dal droplet.
Lo scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera e sottolinea che una scelta di questo genere rischia di far chiudere il 60% dei locali.
2. Le misure di sicurezza anti Covid-19 al ristorante
Un bel rompicapo che manda in seconda linea gli altri obblighi:
- al tavolo non c’è obbligo di indossare le mascherine
- per andare in bagno il cliente dovrà indossare la mascheria
- egualmente c’è obbligo di indossare la mascherina per andare alla cassa
- all’ingresso e alla casse sarà obbligatorio il dispenser del disinfettante
- i locali dovranno essere sanificati e ventilati
- sarà necessaria la prenotazione per evitare file e assembramenti
- non si potrà sostare in attesa davanti ai locali
La regola della distanza a 4 metri dai tavoli e due da ciascuna persona a prescindere da spalla a spalla è ben più stringente di quella proposta dal tanto contestato protocollo elaborato dal gruppo di lavoro di Gennaro Esposito.
3. Come si andrà al bar
E anche al bar la situazione non sarà dissimile con l’obbligo di mantenere una distanza di 1 metro e 20 centimetri tra cliente e cliente al bancone.
Insieme all’obbligo per il personale di contingentare gli ingressi e di indossare guanti e mascherine.
4. Consigliati i tavoli all’aperto
L’unica nota positiva potrebbe arrivare dalla raccomandazione di favorire i tavoli all’aperto – concedendo ulteriore spazio ai dehors – che però non farebbe cadere l’obbligo di mantenere la distanza dei 4 metri tra i tavoli contrariamente a quella che potremmo definire la credenza popolare che all’aperto tutto è più semplice (d’altronde anche l’ultimatum del sindaco di Milano Beppe Sala si muove nella direzione del massimo distanziamento possibile).
Fughe in avanti insomma non sono previste. E alla distanza così lunga si può solo opporre il bel tempo dell’estate che permetterebbe alle attività di ristorazione di spostare i tavoli all’aperto.
Il futuro della fase 2 per ristoranti e pizzerie al momento non si può dire che sia roseo.