Foodsharing. Meglio condividere il cibo nella realtà che instagrammarlo
Dopo la fuga dai ristoranti, le ricette degli avanzi e i supermercati che li cucinano, il take away natalizio e gli acquisti di gruppo, anche in rete, arriva il foodsharing, l’ultimo ritrovato anticrisi. Perché ogni soluzione è buona se fa risparmiare e quella di condividere gli avanzi ha tutta l’aria di esserlo.
A dare i natali all’iniziativa una Germania appena sfiorata dalla crisi ma i due ideatori, Valentin Thurn e Stefan Kreutzberger, ne fanno anche una questione di principio: “Non vogliamo solo salvare il destino di una lattuga, ma anche cambiare la mente delle persone, affinché il cibo torni ad avere l’importanza e il rispetto che aveva un tempo”, ha detto Thurn.
Da Colonia, dove il progetto è nato con il contributo dei finanziamenti raccolti sulla rete (crowd funding), l’abitudine di mettere a disposizione gli avanzi del frigorifero a chi ne ha bisogno (non necessariamente famiglie in difficoltà) si è diffusa in molte altre città tedesche e ha già affiliato 2500 cittadini. Per chi offre e per chi cerca basta connettersi al sito o consultare la app. Troverà, in questi tempi di festa, resti di salumi e torta rustica accanto ad avanzi “senza tempo” come crauti e cavolo bollito. Un po’ come trovare, in queste settimane e a queste latitudini, panettoni e teglie di pasta al forno, confezioni di frutta secca e tortellini.
Una goccia nel mare degli avanzi prodotti solo in Europa (179 milioni di chili pro capite l’anno) che ha lanciato l’offensiva contro un’abitudine dura a morire.
E voi che cosa mettereste su un sito di foodsharing in questi giorni?
[Link: wired.it Immagine: ilfattoalimentare.it]