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29 Marzo 2012 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 14:29

Frodi alimentari. Sequestrati 90mila prosciutti e stabilimento a Modena

24,5 milioni di cosce italiane e 67 milioni importate dall'estero nel 2011. Sta nel confronto di questi due numeri il refrain del venditore accorto:
Frodi alimentari. Sequestrati 90mila prosciutti e stabilimento a Modena

24,5 milioni di cosce italiane e 67 milioni importate dall’estero nel 2011. Sta nel confronto di questi due numeri il refrain del venditore accorto: prosciutto nazionale o prosciutto di montagna per finire a prosciutto tagliato a coltello. Diciture da accompagnare da un prezzo sotto soglia psicologica e convincersi che la corona con la scritta Parma o lo zampino con le iniziali SD, San Daniele, sono soltanto stratagemmi per far costare di più il prosciutto.

Mica vero. Il marchio Dop assicura la tracciabilità, cioè la certezza della filiera e l’origine del prodotto. Quelli, 90 mila tra freschi e stagionati, sequestrati dai Nas di Parma in un prosciuttificio modenese sono di provenienza estera – Belgio, Olanda e Germania – e mancano dei bolli sanitari prescritti per legge. La titolare è stata segnalata all’autorità sanitaria e il sequestro è stato salutato con soddisfazione dalla Coldiretti che auspica la necessità di applicare la legge sull’etichettatura.

Tra le spiacevoli “sorprese” che hanno varcato le frontiere ci sono fiumi di latte in decine di container provenienti da mezza Europa diventati italiani dopo la frontiere, cosce olandesi di maiale “taglio parma” destinate a diventare prosciutti n Emilia, pesto tedesco venduto con marchi italiani, mele argentine e kiwi cileni mentre continua ad arrivare la mozzarella tedesca nonostante lo scandalo di quella blu.

Il sospetto è sempre lo stesso: che semilavorati come cosce di maiale, bidoni di pomodoro (arrivati anche nella zona di Reggio Emilia), cagliate di latte acquistino cittadinanza italiana diventando prodotti di eccellenza, come la mozzarella di bufala, nelle parole di qualche produttore o venditore poco cristallino nel comportamento. O che cibi “normali” possano fregiarsi dell’agognata dicitura Bio.

Nulla a che vedere con i migliori prosciutti, italiani e no, a disposizione sul mercato.

 

[link: ansa.it, repubblica.it]

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