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25 Agosto 2020 Aggiornato il 25 Agosto 2020 alle ore 10:44

Genova. Come cambia il ristorante Il Genovese sul mare a Boccadasse

Il Genovese ha aperto sul mare a Boccadasse: fritture, pesto, minestrone e gli altri piatti della tradizione: da asporto o da mangiare subito
Genova. Come cambia il ristorante Il Genovese sul mare a Boccadasse

Il Genovese, il ristorante di cucina ligure di Roberto Panizza, il Signore del pesto al mortaio, ha aperto un fast food da asporto a Boccadasse.

Lo avevamo annunciato qualche settimana fa.

E abbiamo fatto un salto per provarlo.

Diciamo subito che termini come fast food e take away suonano un po’ strani, ma fanno molto contemporaneo per questo locale. In realtà, il concetto di ristorazione applicato da Panizza qui a Boccadasse è quello della rosticceria. Ovvero, piatti e cibi pronti, o da cucinare al momento, disponibili per l’asporto.

Ci sono una mensola e qualche sedia all’interno, ma siamo praticamente in riva al mare: perché mai uno dovrebbe mangiare dentro?

All’esterno c’è comunque un tavolino, alto, d’appoggio.

boccadasse genova

Boccadasse è un antico borgo marinaro, compreso nel territorio del comune di Genova. È fatto di antiche casette strette e colorate, stradine e scalinate che salgono e scendono, una spiaggia con una vista che spazia sul Mar Ligure. Attorno, Genova moderna: Boccadasse è alla fine di corso Italia, lato Levante, la passeggiata sul mare della città. Subito dopo, Vernazzola, un altro caratteristico borgo marinaro. 

Una scalinata scende da corso Italia, dalla chiesa di Sant’Antonio a Boccadasse, fino alla spiaggia; sul lato opposto, Il Genovese.

Il Genovese a Boccadasse banco fritti

All’esterno, il menu, che è una summa della cucina ligure di pronto consumo.

All’interno – gli ingressi sono contingentati come da regolamentazioni anti-Covid – l’esposizione dei cibi, sul fondo la cucina. Le varie fritture, ad esempio, vengono preparate al momento. 

Il menu e i prezzi del Genovese a Boccadasse

il genovese boccadasse  menu

Il menu, come ci si può aspettare da Roberto Panizza, e da un locale che si chiama Il Genovese, è un’epitome di tutto quello che è ligure. E che è qualificabile come cibo da strada, o meglio consumabile in strada, o da portare a casa.

Il menu si apre con tre tipologie di frittura mista, chiamate Superfritto. Che ovviamente non mi sono lasciato scappare. 

I fritti

il genovese boccadasse superfritto
  • Sfrisceu (frittelle, delle palline di pasta salate), panissa (una specie di farinata fatta senza olio), fiori di zucca, latte dolce, gattafin (ravioli ripieni di verdura e fritti), trippa fritta, 8 €
  • M – gli stessi ingredienti, più lo stecco fritto (una fetta di prosciutto ripiena avvolta attorno a uno stecco e fritta), 15 €
  • L – tutti gli ingredienti di M, più le acciughe fritte, 21 €
  • X – la versione dessert, con latte dolce, frisceu all’uvetta, frutta dolce (mela, banana, e a sorpresa) pastellata, 5 €.
il genovese boccadasse fritto

Tanta roba, vero? Ottima, fritta bene, non unta. Tutte specialità liguri che ritroviamo, con varianti, anche in altre cucine. 

Così, i frisceu, che sono appunto delle palline di pasta, sono abbastanza comuni anche in altre cucine regionali. Una preparazione semplice, buona proprio per questo (e perché è fritta…). La panissa ricorda da vicino le panelle siciliane (dove mi sembra ci vada anche del prezzemolo). Non so se ci siano altri che friggono i ravioli ripieni di verdura – ma i gattafin mi sono piaciuti molto.

Tutto questo si trova in carta in versione singola e in formato cono da passeggio, a un prezzo che va dai 4 ai 6 €. Le acciughe impanate vengono 10 €; quelle ripiene, 2,50 € l’una. Ci sono anche facaccette, al formaggio e al pesto. 

I piatti

trofie con il pesto
pesto genovese Roberto Panizza

Ci sono poi i primi piatti classici, trofie al pesto, pansoti in salsa di noci, ravioli al tuccu (sugo di carne), e il minestrone (da 7 a 8 €). Penso sia inutile ricordarvelo, ma per voi che siete lontani da Boccadesse e da Genova potete sempre attingere dallo shop online Palatifini per rifornirvi.

E i secondi, da 7,50 a 9,50 €: frittelle di baccalà, polpette al tuccu, stoccafisso.

C’è anche la capunadda (non c’entra con la caponata siciliana, è ‘sorella’ piuttosto di quella di Carloforte) del pescatore, una specie di insalata di mare povera servita su una galletta.

E il cundiggiun, “condiglione” in italiano, un’insalata di verdure miste con uovo sodo, acciughe, tonno e altri ingredienti.

Il minestrone ligure de Il Genovese

il genovese boccadasse minestrone

Se qualcuno avesse pensato che il Superfritto era un po’ poco per me, lo rassicuro subito. Mi sono preso anche il minestrone. Alla ligure, servito con una cucchiaiata di pesto in mezzo. E con lo scrucuzzun, un formato di pasta che ricorda un po’ il cuscus (l’etimo è quello) e la fregola sarda. 

Amo molto minestre, brodi e minestroni, e quando sono in Liguria cerco sempre di mangiare il minestrone locale. Non sempre con risultati esaltanti, ahimé. Questo, invece, era veramente esaltante – servito caldo, l’ho lasciato intiepidire mentre mangiavo il Superfritto.

Il nuovo dessert Caffelatte

Il menu si conclude con il caffelatte – che tradizionalmente in Liguria viene servito e consumato con la focaccia a colazione. Mi sembra di vedere rabbrividire i miei lettori: ma in realtà le due cose stanno benissimo assieme. Qui, però, diventa un dessert, un tiramisù (4 €).

Lo aveva assaggiato in anteprima il Direttore Vincenzo Pagano partecipando alla presentazione streaming con altri colleghi e Roberto Panizza. Giudizio unanime: buonissimo anche a centinaia di chilometri (lui stava in Cilento e gli aveva fatto fare anche il percorso aggiuntivo Napoli – Acciaroli). Come d’altronde accade con il suo Pesto Rossi.

Seduto su uno sgabello fuori dal Genovese, con la vista sulla spiaggia e sulla piazzetta di Boccadasse. Il brusio della gente, il sole, il passeggio – un’aria dolce di vacanza, di tranquillità. Con un po’ di spleen, di malinconia da fine estate, ovvero da fine della mia vacanza ligure. 

Il Genovese a Boccadasse. Genova.

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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