Grano Nostrum resiste ai cambiamenti climatici con semine tardive
Gianbologna, Rebelde, Artek, ACA 360, Giorgione, Bologna, Nefertari, Drusilla e KVS Criterium. Sono le varietà del Grano Nostrum, che compongono la farina da grani 100% del Sud Italia, chiamato a resistere ai cambiamenti climatici. Sono lì, allineate in strisce colorate, nel campo di Francesco D’Amore a Frignano in provincia di Caserta.
Il rosso bruno del grano Rebelde spicca e attira lo sguardo che si allunga fino alla mietitrebbiatrice pronta ad entrare in azione. La festa è quella, ormai tradizionale, del Capodanno del Mugnaio del Mulino Caputo giunta all’8a edizione. Cade nel centenario del mulino di Napoli e proprio lo stesso 1 luglio in cui per la prima volta i protagonisti firmarono l’accordo di filiera.
1 luglio 2016, sempre Frignano con il casaletto avvolto dalla vegetazione e il pranzo all’ombra del salice accompagnati da mozzarella e pomodori. L’embrione del Capodanno del Mugnaio e del Grano Nostrum all’epoca circoscritto in pochi ettari di sperimentazione.
Perché il Grano Nostrum è capace di resistere ai cambiamenti climatici
In otto anni è cambiato mezzo mondo. Il caldo sembra sempre lo stesso sui campi assolati. Ma non è così. In questo 2024 la data del 1 luglio era ipotetica. Il Capodanno del grano e della farina non ha data fissa perché segue l’andamento del raccolto. Ma quest’anno durante Tuttopizza lo scambio di battute con Francesco D’Amore e Antimo Caputo sembrava l’interrogazione della Pizia. Con una situazione meteo avversa, il tempo della mietitura pareva molto lontano. E invece il repentino cambiamento della situazione con la siccità dell’ultimo periodo ha fatto recuperare 20 giorni in pochissimo tempo.
Non c’è da stare allegri perché i cambiamenti climatici non sono allarmismi un tot al chilo per il grano. Pesano sulla conduzione delle colture e il grano tenero ne fa le spese. Il raccolto in Campania si è mantenuto sui livelli normali, ma in Puglia è drasticamente ridotto con perdite inimmaginabili fino a qualche anno fa.
Quindi festa sì – con contadini, pizzaioli, pasticceri, panificatori – ma con giudizio. Che è quello dello studio e delle soluzioni possibili individuate dal Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinato dal professor Mauro Mori. Il docente di Agronomia e coltivazioni erbacee punta su due elementi essenziali di ricerca per il grano: la sostenibilità ambientale e i cambiamenti climatici.
Lo studio e la ricerca
“Con Antimo Caputo l’obiettivo della sostenibilità è prioritario”, ha precisato Mauro Mori. “Assieme al mio staff, stiamo studiando l’utilizzo di elementi naturali come i biostimolanti, microrganismi e alghe. Sul tema dei cambiamenti climatici, stiamo sperimentando la semina del grano a febbraio, con l’obiettivo di minimizzare i rischi della coltivazione”.
I 3.000 ettari dei Campi Caputo in pratica sono diventati il luogo di studio delle varietà di grano tenero utilizzate per il Grano Nostrum e la farina del Sud Italia prodotta da Mulino Caputo. Le strisce di Frignano sono quindi l’esemplificazione sei risultati di una semina. Che sempre più ha necessità di essere tardiva per non esporre i campi a burrasche invernali. E cercare di mantenere il rigoglio delle piantine attraverso le sequenze pioggia – siccità che sembrano quelle dei paesi tropicali.
Prive agronomiche incassano dati su sostenibilità, resistenza del grano ai cambiamenti climatici, altitudini e terreni. Aiuta la tecnologia, il controllo satellitare, i modelli che diventano preziosi suggerimenti per i contadini. Una sfida che va combattuta con tutte le armi possibili e giorno dopo giorno. Aggiornando e modificando percorsi e strategie sul campo.
Il contratto di filiera e la festa
Questo il senso della firma dell’accordo annuale di filera. Con Francesco D’Amore in rappresentanza dei contadini, Carmine e Antimo Caputo dell’omonimo mulino (nato 100 anni fa proprio dalle parti di Frignano) e Michele Meninno della Green Farm che assiste gli agricoltori.
La festa beneaugurante con il lancio dei cappelli, i pizzaioli a sfornare pizze e i pasticcieri ad accompagnare il brindisi, non può fare a meno della ricerca. Affidarsi al caso sperando in un ritorno ai valori meteo di anni addietro è la strada sbagliata.
La necessità di un grano resistente ai cambiamenti climatici la spiega Antimo Caputo in questa intervista dal truck che accompagna gli eventi.
L’unica concessione vintage a una strategia che vuole mettere all’angolo fake news e parole in libertà.