Green pass e vaccini salveranno il Natale al ristorante. L’Austria insegna
C’è un piano per salvare il Natale al ristorante e nelle altre attività commerciali e si chiama green pass e vaccini. L’arma per affrontare la quarta ondata del Covid è legata a queste due parole. La recrudescenza dei contagi ha il suo focolaio in Europa e tocca correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Lo scenario rispetto all’anno scorso, il primo con il Natale blindato, è diverso proprio grazie al green pass e ai vaccini. Ma è meglio ricordare che di questi tempi lo scacchiere dei colori delle zone aveva prodotto la chiusura dei ristoranti.
La storia del Natale senza vaccini e green pass
Dapprima a cena e poi tutto il giorno con le zone rosse durante le feste comandate. Niente ristorante e niente cenoni in famiglia. Se giriamo lo sguardo al passato, il Covid ha azzerato due Pasqua (2020 e 2021) e un Natale (2020) cui mancavano appunto vaccini e green pass.
La storia non dovrebbe ripetersi in questo Natale anche se l’indice di contagio oltre i 50 casi per 100 mila abitanti con le vecchie regole avrebbe spedito l’Italia in zona gialla. Resistiamo in zona bianca con un Rt a 1,5 perché i due dati ulteriori al fine del passaggio nella zona peggiore è legata a ricoveri in reparti intensivi e ordinari. La barriera alla crescita dei ricoveri (su base nazionale rispettivamente 4% e 5,3%) è al momento garantita dai vaccini.
Siamo ancora lontani dai valori di allarme per la pressione sugli ospedali. Il passaggio in zona gialla avviene con un tasso di occupazione delle terapie intensive superiore al 10%. O con un tasso di occupazione dei reparti ordinari. La zona arancione è fissata a 150 casi ogni 100 mila abitanti, più del 20% delle rianimazioni e più del 30% dei reparti ordinari. Zona rossa quando si superano i 150 casi, reparti ordinari occupati oltre il 40% e terapia intensiva oltre il 30%.
Senza vaccini non si entra al ristorante in Austria e Sassonia
Non è terrorismo, sia chiaro, ma è meglio tenere a mente questa tabella per comprendere la decisione dell’Austria. Da lunedì 8 novembre nel Paese ai nostri confini andranno in lockdown i non vaccinati. Cioè chi non ha i vaccini non può accedere a ristoranti, locali, hotel, sport, eventi culturali e da qualsiasi iniziative di tempo libero. E senza vaccini praticamente per loro non ci sarà Natale. Il governo austriaco guidato da Alexander Schallenberg ha previsto un periodo di transizione di quattro settimane, durante il quale basterà la prima dose abbinata a un tampone pcr, spiega il Corriere. Cioè esattamente quello che ha chiesto Matteo Bassetti polemizzando sull’Italia diventata un enorme tamponificio.
In Germania hanno l’eguale problema di affrontare la quarta ondata. Il presidente della Turingia, Bodo Ramelow, ha minacciato di non curare più i non vaccinati negli ospedali, se dovesse salire eccessivamente la pressione sulle strutture sanitarie. Una “minaccia” estrema. Ma da lunedì 8 novembre in Sassonia senza vaccini o senza essere guariti dal Covid non è possibile entrare in ristoranti e bar o partecipare ad eventi culturali.
Cioè il green pass non sarà rilasciato a chi effettua il tampone e risulta negativo.
Il Natale con i vaccini e il green pass in Italia
Francesco Martucci, il pizzaiolo dei Masanielli di Caserta, ha un brutto presentimento. “Questi vogliono richiudere. Spero di sbagliarmi”, ha scritto su Facebook. La preoccupazione per un nuovo Natale blindato però non fa i conti con il piano vaccini. Repubblica non esita a titolare “Il piano per salvare il Natale. E da febbraio richiamo per tutti”.
Tre le mosse.
Allargare già a novembre la terza dose dei vaccini agli over 50.
Somministrare i vaccini a dicembre e a Natale a non meno del 50% dei 3,3 milioni di ragazzi tra i 5 e gli 11 anni.
E poi passare alla terza dose dei vaccini per tutti a partire da febbraio se non prima.
Il ministro della Salute Roberto Speranza vorrebbe essere ancora più incisivo. Prima di Natale vorrebbe dare il via libera alla terza dose dei vaccini per gli over 40. Sono gli scienziati a restare cauti perché vogliono avere a disposizione dati consolidati.
Ma è certo che appena l’Ema si pronuncerà a favore della vaccinazione per la fascia 5-11 anni, il governo darà subito il via libera. E cercherà di somministrare la prima dose dei vaccini mRna a circa 1 milione e 650 mila ragazzi per un Natale a prova di Covid.
I vaccini non sono esattamente il regalo di Natale che noi tutti ci attendiamo. Non c’è alcun piacere a dover assumere la terza dose e non basterebbe ricordare i momenti tristi delle ultime festività. Ma un Natale senza vaccini e senza green pass non è pensabile. Il rischio è che la quarta ondata contagi i non vaccinati mandando in sofferenza gli ospedali. E costringere a chiudere nuovamente se non ci saranno prescrizioni ad hoc per i non vaccinati.