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12 Aprile 2021 Aggiornato il 13 Aprile 2021 alle ore 10:39

Ibrahimovic va al ristorante stella Michelin di Tano Simonato. In zona rossa

Il calciatore Zlatan Ibrahimovic e lo chef Tano Simonato a pranzo nel ristorante Tano Passami l'Olio a Milano che doveva essere chiuso
Ibrahimovic va al ristorante stella Michelin di Tano Simonato. In zona rossa

Ibrahimovic se ne frega della zona rossa e si fa aprire un ristorante di Milano. Il titolo di Fanpage è quasi brutale nel suo essere diretto. E nel provocare un table-gate.

I fatti si sarebbero svolti domenica 11 aprile con la Lombardia e Milano in zona rossa. Ma alle 13.30 il giocatore del Milan era al tavolo del ristorante Tano Passami l’Olio in compagnia del ristoratore Tano Simonato. Per un pranzo, a quanto risulta a Fanpage, che sarebbe costato 300 € a testa.

Un pranzo non consentito (e non lo sarebbe nemmeno oggi con Milano e Lombardia in zona arancione).

Le foto pubblicate da Fanpage, da fonte che ha chiesto di restare anonima, mostrano il calciatore intento a bere un bicchiere di vino.

I fatti li conferma al giornalista del sito Tano Simonato, chef e proprietario del ristorante stellato Tano Passami l’Olio non nuovo a intemperanze negazioniste. E a insulti all’indirizzo dei giornalisti.

Ibrahimovic e Tano Simonato

Al telefono, Tano Simonato ha confermato. “Ibra, Ignazio (Abate) con un altro amico carissimo sono venuti a trovarmi, siamo stati lì un paio d’ore e poi se ne sono andati a casa”.

Non ci sarebbe stato quindi il pranzo da 300 € a testa. “È stata una cosa tra amici, normali, siamo amici e noi ogni tanto ci vediamo da me se non ci vediamo da altri amici”. “Non hanno pranzato, da amici abbiamo bevuto un bicchiere di vino”, ha spiegato Simonato.

All’osservazione che in nessun caso un ristorante poteva restare aperto, neanche per un bicchiere tra amici pure esso vietato, Tano Simonato non ha usato mezzi termini. “Ma quale cazzo di pandemia, ma la smettete di rompere i cog… con sta pandemia?”.

Il Tano Simonato che avevamo conosciuto ha insomma preso il sopravvento. Ed è sufficiente guardare le posate poggiate sul tavolo per non far tornare i conti.

O riascoltare il siparietto di Ibra testimonial della lotta al Coronavirus – “Il virus mi ha sfidato e io ho vinto, ma tu non sei Zlatan non sfidare il virus. Usa la testa e rispetta le regole: distanziamento e mascherine” – per ritenere che c’è poca differenza in questi casi tra stelle del calcio e della tavola.

Con buona pace dei percorsi esperienziali.

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