Il Birrivendolo. Come aprire un beershop, alternativa economica al pub
Non solo al pub si ubriaca il birrofilo! Parafrasando un antico detto parliamo dell’altro modo (oltre al pub) di bere birra di qualità anche a casa.
E’ di un paio d’anni scarsi il miniboom dei beershop, negozi specializzati nella birra di qualità, magari non tutti con una selezione accurata, ma di sicuro capaci di offrire un ottima scelta dove poter trovare la propria brassata. Non è un pub e non è un antipub, è l’enoteca delle birre. E come un ‘vino e oli’ non è un wine bar, allo stesso modo il beershop non è una birreria. Sono ottimi posti dover poter comprare e portare a casa magari per cena una o due bottiglie da 75 cl, ma anche dove poter assaggiare in compagnia del proprietario e degli altri clienti un paio di birre in allegria. Qualità, competenza e cortesia fanno di un beershop un locale di successo al pari di una qualsiasi attività.
E proprio di qualità, competenza e cortesia oggi parliamo, scambiando 2 parole con Marco Ferri, deus ex machina del Birrivendolo, il beershop di Testaccio che proprio in questo periodo ha compiuto un anno di vita.
Scatti di Gusto. Come è nata la passione per la birra e quando hai scoperto l’ artigianale capendo l’enorme differenza che c’è tra una Premium Export Lager pastorizzata microfiltrata e una birra “Cruda e Viva”?
Marco Ferri. Storia strana quella tra me e la birra, in tenera età alcolica non andavamo per niente d’accordo, poi ha aperto il Macche (‘Ma Che Siete Venuti A Fà’, ndr) ed era tutto un “ooooh” di stupore al primo sorso. E’ forse lì che ho cominciato a conoscere la mia enorme, sfrenata passione per le cose buone ed è da qui che è nata la consapevolezza di ciò che il gusto può fare per il cervello e per il cuore. Poi negli anni ho inevitabilmente dovuto dissetare la mia curiosità crescente ed ora sono nel tunnel dell’artigianale senza alcuna volontà di uscirne.
SdG Quando ti è nata l’ idea e la volontà di avviare un’attività che avesse a che fare con una tua passione.
MF L’idea di aprire un posto dove potessi parlare dell’amata birra è maturata negli anni, ma trattando sempre l’idea un po’ come un sogno nel cassetto. Poi una serie di eventi e coincidenze e mi sono ritrovato a dover pensare veramente di buttarmi, di tentare e nei giorni più decisivi mi sono trovato proprio su una nave da crociera che mi portava a Barcellona con un sacco di bella gente e un sacco di birra a bordo (‘Un mare di birra!’ nel 2011 organizzato dal Macche per festeggiare i 10 anni di attività, ndr). Inevitabile al ritorno, al presentarsi del bivio atteso, girare verso il Birrivendolo e mi sono buttato.
SdG Perchè un beershop e non un pub?
MF Un beershop e non un pub principalmente per questioni di vile denaro, ma anche un po’ perchè sono convinto che è sempre meglio cominciare con un po’ di gavetta, il publican, il vero publican, lo ritengo un mestiere per niente facile, ma un giorno chissà….
SdG Il locale si trova a Testaccio, a ridosso di quello che ormai fu il Mercato rionale e che (più o meno) presto diverrà una bella piazza col trasferimento, a quanto si dice, della Fontana delle Anfore dal lungotevere. Come ha risposto il quartiere, famoso per locali e localini dove mangiare seduti e a portar via, all’ apertura di un negozio specializzato nella cervogia, la bevanda dei legionari romani?
MF Testaccio è un paese dentro Roma, Testaccio ha un’anima tutta sua, ma contiene tutta Roma dentro. Testaccio è quasi senza monumenti, ma ci vengono i turisti, “i monumenti qui sono i romani” mi ha detto una volta un’Americana. E’ vero. Al Testaccio si sente ancora un po’ d’aria alla “volemose bene” ed è in questo clima che hanno accolto il mio negozio nel rione, tra l’altro incuriositi da una bevanda che gli ultimi a berla così buona qui forse erano stati proprio i legionari, subito prima dell’ impero Peroni insomma (A onor del vero i romani pure quelli antichi preferivano di gran lunga il vino, tuttavia ci furono personaggi famosi che divennero sostenitori della birra, come ad esempio Gneo Giulio Agricola governatore della Britannia, che una volta tornato a Roma nell’ 83 d.C. portò con sé tre mastri birrai da Glevum, l’odierna Gloucester, e fece aprire il primo “pub” nella penisola italiana, Rose and Crown di Rimini primo pub italiano dal 1964 non sei nessuno ndr).
SdG Come è composta la tua clientela?
MF Molto, molto eterogenea devo dire: dal testaccino verace al turista straniero, dal meccanico all’avvocato, giovani e adulti, donne e uomini, attori famosi e persone qualunque, gente da punk (Punk Ipa di Brewdog, ndr) in latta al volo e gente da bottiglia Almond da portare sulla tavola per la cena. Divertente.
SdG Dopo un anno e dopo qualche festa che hai organizzato, cosa è cambiato, se qualcosa è cambiato?
MF Dopo un anno fortunatamente il clima dal Birrivendolo è sempre quello, sono solo un anno più vecchio e ho bevuto qualche ettolitro di birra in più…
SdG Da grande cosa vuoi fare?
MF A parte l’astronauta, il calciatore, etc. etc. non mi dispiacerebbe affatto rimanere a servire il gusto della gente, emozionare le persone con i sapori e con gli odori è davvero un bel mestiere.
Il Birrivendolo. Via Aldo Manuzio 12, Testaccio. Tel. + 39 06 89537572