Il blog Percorsi di vino ha festeggiato il terzo anniversario a tavola
Si è svolto all’Antica Osteria Incannucciata, il “Percorsi di Vino Wine Fest”, per festeggiare i 3 anni di attività del blog di Andrea Petrini. Ennesima gran bella giornata conviviale che ha riunito bloggers, buongustai “enoappassionati” e 16 produttori di vino (Bele Casel, Caparsa, Conti, Gianfranco Fino, Elena Fucci, I Botri di Ghiaccioforte, Le Macchiole, Le Ragnaie, Masciarelli, Monteraponi, Nanni Copè, Podere S. Lorenzo, Ronci di Nepi, Sergio Mottura, Tenuta S. Leonardo, Val delle Corti). La festa si è animata con degustazioni, laboratori e wine session; ma grandi protagonisti sono stati anche i piatti che lo chef Dino De Bellis ha confezionato per il pranzo dell’evento. L’astemia del sottoscritto ha infatti dirottato tutta l’attenzione sul lato “masticabile” della giornata (ma guarda un po’!) confermando quanto la mano dell’oste di periferia sia valida a spaziare tra creatività e tradizione. Come al solito ho alternato gli assaggi ordinari, con “formative” incursioni in cucina, rallegrate ulteriormente dalla presenza ai fornelli della mitica Daniela (SenzaPanna) Delogu (valido braccio destro..e anche un pò sinistro del nostro Dino). Lo chef si diletta ormai abilmente anche con l’arte della panificazione, ed il suo benvenuto ha confermato magnificamente la nuova strada: una focaccia calda (lievitata 24 ore) farcita con cubotti di mortadella, davvero pregevole. Anche il casereccio, la focaccia al rosmarino ed il memorabile pane integrale al miele sono belle “creaturine” sfornate che ci tengono compagnia a tavola. Niente lievito madre per l’impasto, solo una accurata lievitazione e tanto amore per il prodotto a fare la differenza… Risultato notevole!
Si passa poi spediti agli antipasti, pescati direttamente dal menù di 2011 dell’Incannucciata.
“Assoluto di Cavolfiore” (crema di cavolfiore con la colatura di alici e cavolfiore fritto in pastella): Resto sempre dell’opinione che il fritto vada consumato caldo, ma la pastella realizzata da Dino è talmente ben fatta che chiudo volentieri un occhio (e anche la bocca soddisfatta!) sulla temperatura di servizio. Millimetrico il dosaggio della colatura nella crema di cavolfiore, il giusto sprint goloso che sprona alla più sfrenata scarpetta!
“Fegatini in Torretta” (torretta di pate di fegato di coniglio con cialde di polenta e piselli): Trovo geniale l’accostamento del patè con la crema di piselli, così come il bel gioco di consistenze tra la cialda di polenta croccante (deliziosa!) e la burrosità del fegatino. Anche la riduzione al vino recita bene il suo ruolo, per un antipasto intenso e molto equilibrato.
Piccola parentesi sul fronte “Primi”, che vede premiata la mia collaborazione (morale XD) in cucina, con un fuori carta davvero super: l’amatriciana di Dino. La versione dell’oste è molto più “verace” di altre assaggiate recente, ma non per questo meno buona. Il fondo con la cotenna del guanciale appena sfumato e la possente mantecatura con pecorino Brunelli, forgiano un piatto “maschio” e di gran gusto. La mezzamanica di gragnano cotta a puntino, trattiene con classe il condimento e va giù che è una bellezza. Personalmente avrei preferito meno peperoncino, ma questa gentile concessione è stata più che mai apprezzata. 😛
Ritornando ai piatti “regolari”…
“Risotto al Testun” (Riso Carnaroli mantecato con Testun al Barolo Beppino Occelli e radicchio tardivo): Il formaggio di Occelli è un prodotto di “carattere”, ma Dino si mostra davvero abile nel dosarlo a dovere. Le note erbacee del radicchio sono una scelta azzeccata, e definiscono un risotto corposo e dalla cottura perfetta.
“Nduja e Robiola” (Spaghettoni Masciarelli con n’duja robiola e arance): La bomba del giorno. Zitto, zitto il De Bellis ci sollazza con uno spaghettone da appuntare tra i “Best Of Incannucciata”. L’indole “caliente” dell’insaccato calabrese è stemperata nella salsa di robiola, con la presenza puntuale dell’arancia che si “affaccia” ogni tanto. Un piatto non facile, brioso ed avvolgente.
Arrivato a questo punto ero quasi in procinto di bypassare il secondo, ma non avendo mai assaggiato il Black Angus di Dino, cedo golosamente al “Millefoglie di manzo in crosta di pane alle spezie su letto di verza, uvetta e pinoli”. Premesso che non vado pazzo per questo genere di carne, sono rimasto sbalordito dal risultato: cottura e panatura si spalleggiano magnificamente, lasciando un “cuore” vivo e sugoso. Travolgente.
Nel finale (in vista dei laboratori pomeridiani), il pranzo si è concluso nella maniera più dolce con un dessert che ha conquistato tutti all’unanimità: “Pere cotte all’anice stellato su panna acida, caramello e polvere di Gentilini”.
Per i più golosi a caccia di zuccheri, c’è stata anche una minidegustazione “top-secret” del un mio nuovo esperimento: “Torta di Zucca con Frolla al Cacao e Granella di Amaretti”. Sarà stata la fortuna del principiante, ma visto il modo in cui è stata spazzolata (con tanto di panna sifonata espressa), direi che questo “torta-test” ha superato pienamente le aspettative. Grande soddisfazione personale per la frolla al cacao, della quale spero di postare al più presto la ricetta “scattosa”. 😉
Tirando le somme conclusive, l’Antica Osteria Incannucciata si conferma un posto prezioso nella capitale, in particolare per questo genere di eventi “tematici”. La cucina di Dino, riesce sempre a fare la differenza, legando tutto con grande armonia e concretezza; nonostante rimanga un po’ (ingiustamente) defilata dalla movida romana per la sua collocazione geografica non proprio a portata di mano. Noi che continuiamo a godere dei suoi piatti, ce lo teniamo stretto, sperando che sempre più buongustai si accorgano della loro “lacuna”. Termino con i ringraziamenti speciali ad Andrea Petrini e Stefania, a tutti i partecipanti e allo staff, che hanno contribuito in maniera determinate alla riuscita della bella giornata. Se è poi vero che il 3 è un numero magico, ancora tanti auguri, e lunga vita a “Percorsi di Vino”! Alla prossima! 🙂
Foto: archivio scattidigusto, Lorenzo Sandano